Marco Brunazzo / Cristiano Santinello
Le elezioni provinciali 2023 in Trentino: una conferma, ma con molte ombre
2023 Provincial elections in Trentino: A confirmation with many shadows
Abstract The unanimous victors of the provincial elections in Trentino on October 22, 2023 was the center-right coalition. At the same time, clear dynamics underlying the voters’ choices emerge from an analysis of the vote: the nationalization of voting preferences, a strong demand for bipolarism, and a very marked division between major urban centers and valleys. The result of the October provincial election also gives rise to a much more “female” Provincial Council.
However, the result of the vote has also led to added pressures within the center-right coalition, resulting in a very turbulent post-election period. The outcome of the vote was simultaneously suboptimal for the two main parties of the center-right. It has been speculated that tensions within the winning coalition are likely to intensify in the run-up to the 2024 European elections.
1. Introduzione
I risultati delle elezioni provinciali del 22 ottobre 2023 in Trentino sono stati sostanzialmente nel segno della continuità: riconfermato il Presidente uscente Maurizio Fugatti e riconfermata la maggioranza di centrodestra. Il risultato non era scontato, perché la legislatura che si chiudeva si era caratterizzata per importanti sfide. Due su tutte: la tempesta Vaia del 26-30 ottobre 2018, che aveva causato ingenti danni diretti al patrimonio boschivo e abitativo del Trentino, oltre a creare le condizioni per la diffusione del bostrico; e la pandemia del Covid-19, che aveva richiesto una riorganizzazione del settore sanitario nonché delle politiche legate sia al contenimento della diffusione del virus (come i vari lockdown per limitare la mobilità dei cittadini o la chiusura delle scuole) sia alla ripresa economica nel periodo post-pandemia. Una menzione particolare, inoltre, merita l’uccisione del giovane Andrea Papi da parte dell’orsa Jj4 avvenuta il 5 aprile 2023, che drammaticamente introdurrà nella campagna elettorale il tema della gestione dei grandi carnivori da parte della Provincia autonoma.
Al di là, quindi, del risultato generale che, come detto, non ha segnato discontinuità nel governo del Trentino, un’analisi più dettagliata evidenzia alcune dinamiche elettorali degne di nota, tra cui: l’aumento dell’astensionismo; la volatilità delle scelte di voto che, se da una parte, risente in maniera marcata del orientamento nazionale dell’elettorato, dall’altro si traduce in una certa fluidità a livello infracoalizionale; il perdurare della distinzione del comportamento di voto delle valli rispetto ai centri urbani più grandi. Queste dinamiche in parte originali hanno reso la fase post-elettorale particolarmente complessa, producendo una crisi di fatto della maggioranza di governo che ha portato a un notevole ritardo nella formazione della nuova Giunta provinciale e nella nomina di diverse cariche politiche apicali.
L’articolo prende in considerazione in primo luogo i risultati elettorali, per poi evidenziare, anche grazie all’uso di dati cartografici, alcune delle dinamiche che più significativamente hanno contraddistinto il voto trentino e che sono state all’origine delle tensioni politiche post-elettorali. Una sezione specifica è dedicata al tema delle quote di genere previste nella legge elettorale: come si vedrà, il Consiglio provinciale uscito dalle elezioni di ottobre è certamente il più “rosa” della storia trentina (e di quella regionale), ma ciò può essere solo in parte ascritto alla riforma della legge elettorale approvata con la legge provinciale 4/2018.
2. Il risultato
Prima di illustrare i risultati delle elezioni, giova probabilmente ricordare le principali caratteristiche della legge elettorale 5/2003. I seggi del Consiglio provinciale sono attribuiti con sistema proporzionale e metodo d’Hondt. Alle liste del candidato Presidente eletto è attribuito un premio di maggioranza, diversificato a seconda dei seggi ottenuti dalla coalizione del medesimo Presidente. Il premio di maggioranza comporta che la coalizione del Presidente eletto ottenga almeno 18 seggi (compreso quello del Presidente). Nel caso in cui la lista o le liste collegate al Presidente eletto abbiano ottenuto almeno il 40 per cento dei voti validi alle stesse sono assegnati 21 seggi (compreso quello del Presidente). A garanzia delle minoranze è previsto inoltre che alla coalizione del Presidente non siano comunque assegnati più di 24 seggi (compreso quello del Presidente). Un seggio è comunque attribuito al candidato che ha ottenuto un maggior numero di preferenze della lista più votata nei comuni ladini. La Giunta provinciale è composta dal Presidente della Provincia e da non più di sei assessori nominati dal Presidente fra i consiglieri provinciali entro dieci giorni dalla proclamazione degli eletti, a uno dei quali è attribuita la funzione di Vicepresidente. Inoltre, il Presidente può nominare un settimo assessore scelto tra cittadini non facenti parte del Consiglio provinciale. È facoltà del Presidente revocare gli assessori.
Il primo dato rilevante emerso nelle elezioni provinciali trentine è quello riguardante l’astensionismo. Come è evidente dalla figura 1, quasi un avente diritto su due non ha partecipato alle elezioni. È evidente che questo dato si inserisce in un trend crescente, avviatosi nel 1978, che accomuna entrambe le province autonome. Tuttavia, il dato relativo al Trentino è particolarmente significativo. In mancanza di ricerche empiriche specifiche, è difficile comprendere le cause di questo andamento. La letteratura in materia (cfr. Presidenza del Consiglio dei ministri 2022) ha sottolineato come l’astensionismo possa essere distinto in apparente (che riguarda gli iscritti nelle liste elettorali che, per i più diversi motivi, come, per esempio, quello di risiedere all’estero, non danno mai “segni di vita” presso le amministrazioni locali) e reale. Quest’ultimo si divide in astensionismo involontario, che riguarda l’impossibilità materiale di recarsi alle urne per anzianità, malattia, disabilità o soggiorno temporaneo al di fuori dal comune di residenza, l’astensionismo per disinteresse verso la politica e l’astensionismo di protesta. Come detto, quale dinamica abbia prevalso in Trentino, non è dato saperlo in mancanza di ricerche specifiche. Tuttavia, senza sottovalutare la portata dell’astensionismo, è assai probabile che esso non debba essere letto necessariamente e solamente come frutto di protesta o disinteresse.
Le elezioni provinciali del 2023 confermano ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, che le dinamiche di voto a livello trentino seguono oramai le dinamiche nazionali (cfr. Brunazzo 2023; Brunazzo/Santinello 2019). Se nel 2018, in linea con l’andamento nazionale, anche in Trentino la Lega aveva ottenuto un risultato straordinario, il voto del 2023 premia, dopo averlo fatto a livello nazionale nelle elezioni politiche 2022, soprattutto Fratelli d’Italia (FdI) (tabella 1 e tabella 2).
Il nuovo Consiglio provinciale risulta quindi composto come riportato nella tabella 3. In virtù del premio di maggioranza attribuito dalla legge elettorale, il centrodestra può contare su 21 consiglieri (compreso il Presidente eletto) e l’opposizione su 14 consiglieri. Va evidenziato come il partito maggiormente rappresentato non sia più la Lega (come nel 2018), ma il Pd (Partito democratico).
L’analisi dei voti assoluti dei principali partiti registrati nelle consultazioni provinciali a partire dal 2013 permette una valutazione diacronica dei risultati del 2023. Dalla figura 2 emerge chiaramente l’altalenante consenso attribuito alla Lega (che pure esprimeva il candidato Presidente vincente), che nell’arco di 5 anni perde circa 40.000 voti (arrivando pur sempre a raddoppiare i voti guadagnati nel 2013). Allo stesso tempo, è evidente in tutta la sua portata il successo di Fratelli d’Italia, che sostanzialmente decuplica i voti ottenuti in passato.
Il Pd, da parte sua, ottiene circa 3.000 voti in più rispetto a 2018 (quando aveva risentito, in termini elettorali, della competizione della lista Futura 2018), ma perde comunque 14.000 voti rispetto al 2013 (quando la lista Futura 2018 non c’era). Il Patt (Partito autonomista trentino-tirolese) al contempo continua a conoscere una vera e propria emorragia di consensi (meno 12.000 voti rispetto al 2018, meno 22.000 voti rispetto al 2013), dimezzando i voti ottenuti solo 10 anni prima. Nelle elezioni 2023 il Patt ha certamente sofferto la scissione della lista Casa Autonomia.eu, fondata da due consiglieri provinciali autonomisti uscenti), ma, più in generale, ha pagato l’alleanza con FdI, un partito di destra nazionale con cui aveva sempre rifiutato di allearsi. Solamente un anno prima delle elezioni, in occasione del Consiglio provinciale del partito tenutosi l’11 ottobre, il segretario del Patt Simone Marchiori dichiarava “alternativa e inconciliabile” la visione del Patt rispetto a quella di FdI (cfr. Trentino 2022). Il seguente spostamento a destra del Patt ha comportato, tra l’altro, un intenso e a tratti polemico dibattito sui quotidiani locali sull’attualità dell’autonomismo e sul futuro dell’autonomia trentina, ed è stato segnato anche dall’abbandono del Patt da parte di diversi, storici esponenti politici locali del partito, tra cui il Presidente onorario Luigi Panizza.
L’analisi della distribuzione territoriale del voto dei partiti offre altre importanti indicazioni. Anche nel 2023, il centrosinistra appare più forte nei centri urbani di medio-grandi dimensioni e il centrodestra, invece, nelle valli. Come emerge dalla figura 3, infatti, in larga parte del territorio trentino, la differenza tra le due coalizioni è superiore al 10 per cento a favore del centrodestra.
Quella del centrodestra, insomma, è stata una vittoria chiara. Tuttavia, subito dopo le elezioni sono emerse importanti tensioni tra alleati nella formazione della Giunta provinciale. La legge elettorale è molto precisa nel dettare i tempi del processo di formazione della Giunta. Dopo la proclamazione degli eletti, che avviene a valle dei controlli dei voti ufficiosi fatti pervenire dai seggi alla commissione elettorale provinciale, il Presidente della Provincia ha dieci giorni per nominare gli assessori e attribuire a uno di essi la funzione di Vicepresidente. Il nuovo Consiglio provinciale si riunisce non oltre il ventesimo giorno dalla proclamazione degli eletti, su convocazione del nuovo Presidente della Provincia. Infine, in occasione della prima seduta del Consiglio provinciale il Presidente della Provincia presenta il programma di legislatura e comunica i nominativi degli assessori.
Se dal punto di vista formale questo articolato processo è stato rispettato, un confronto con quanto avvenuto in occasione della formazione della Giunta (sempre di centrodestra) dopo le elezioni del 2018 rende evidente quanto politicamente accidentato sia stato questo percorso nel 2023. Le elezioni nel 2018 si erano tenute il 21 ottobre e la proclamazione degli eletti era avvenuta il successivo 2 novembre. Il 23 novembre il Presidente Fugatti aveva pubblicato il decreto di proclamazione della formazione della Giunta, il 23 novembre il Consiglio provinciale si era riunito per la elezione del suo Presidente e il 27 novembre il Presidente Fugatti aveva potuto quindi presentare il programma di legislatura. In totale, erano serviti 37 giorni.
Nel 2023, le elezioni si sono tenute il 22 ottobre, la proclamazione degli eletti è avvenuta il 7 novembre, e la pubblicazione del decreto di nomina della Giunta è avvenuta il 17 novembre. Tuttavia, FdI ha fatto immediatamente sapere di non ritenersi soddisfatta, sostenendo che l’accordo preelettorale per cui FdI avrebbe dovuto ottenere la carica di Vicepresidente (inizialmente attribuita a Achille Spinelli) non era stato rispettato. Seguiranno settimane di intense polemiche che porteranno alle dimissioni del consigliere di FdI Claudio Cia, nominato il 17 novembre assessore alle politiche per la casa, disabilità, mobilità a trasporti. In seguito, Cia lascerà anche il gruppo consiliare del suo partito. Il 13 dicembre, il Presidente della Provincia emanerà quindi un nuovo decreto, attribuendo la Vicepresidenza a Francesca Gerosa, sempre di FdI, ma limitando alla sola Vicepresidente la presenza degli esponenti del partito di Giorgia Meloni nel governo provinciale.
Come assessore tecnico verrà nominato il segretario politico del Patt, Simone Marchiori, candidato alle elezioni ma risultato non eletto. Anche in questo caso, non facendo parte, Marchiori, del Consiglio provinciale non vi è stata nessuna violazione della legge. Tuttavia, è chiaro che, analogamente ad altre esperienze nazionali, il ruolo del settimo assessore, nello spirito degli estensori della legge elettorale, avrebbe dovuto essere riservato a personalità con un profilo non apertamente politico.
Le tensioni sulla formazione della Giunta si sono proiettate anche sulla nomina del Presidente del Consiglio provinciale. Il Consiglio provinciale si è riunito per la prima volta per pochi minuti il 24 novembre, una seconda volta (sempre per un tempo limitato) il 30 novembre. Il 7 dicembre, la terza seduta non ha avuto luogo per mancanza del numero legale. Solamente il 13 dicembre il Consiglio provinciale ha potuto procedere alla nomina del suo Presidente e Vicepresidente. Infine, il 21 dicembre il Presidente Fugatti ha potuto presentare il programma di legislatura. Dalle elezioni, sono passati 60 giorni.
Le radici di questa crisi vanno ricercate nei risultati elettorali trentini e nelle prospettive politiche nazionali. Per quanto riguarda il primo punto, è evidente come FdI abbia ottenuto un risultato al di sotto delle aspettative: in Trentino, non c’è stato l’agognato sorpasso sulla Lega. Tuttavia, come si è visto, anche la Lega ha perso numerosi voti, e l’elezione di Fugatti è stata per lo più resa possibile dal buon risultato ottenuto dalla lista Noi Trentino, capeggiata dall’assessore provinciale uscente Achille Spinelli. Insomma, il combinato disposto di due successi limitati ha indebolito l’intera coalizione. Non solo. Il risultato elettorale ha anche evidenziato come il Patt non sia riuscito ad eleggere di fatto nessun suo rappresentante. La neoconsigliera Maria Bosin, infatti, risulta non tesserata al partito, il Presidente uscente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder è un esponente di Autonomia popolare, un partito alleato del Patt, e l’assessore uscente Mario Tonina è stato tra i fondatori di Progetto Trentino, un partito alternativo al Patt già nel 2018 e scioltosi solo in vista delle elezioni provinciali. La nomina come assessore esterno di Marchiori aveva la funzione, probabilmente, di sedare alcuni malumori nel partito emersi prima e dopo le elezioni. Sulle dinamiche politiche locali si allungano anche le ombre della competizione tra Lega e FdI a livello nazionale in vista delle elezioni europee del giugno 2024. E che le tensioni trentine siano state oggetto di valutazioni nazionali risulta evidente dall’attenzione riservata anche dalla stampa nazionale alle vicende locali (cfr. Bartoloni 2023; il Post 2023, il Manifesto 2023).
Nel suo intervento programmatico in Consiglio provinciale del 21 dicembre 2023, il Presidente Maurizio Fugatti ha illustrato i temi principali per i cinque anni di governo enfatizzando la continuità con il governo precedente: “Il nostro governo non prende dunque le mosse da un ‘punto zero’, visto che la bussola su come e dove muoverci l’abbiamo già orientata nel recente passato e lo abbiamo fatto assieme ai territori […]. Dunque, è continuità il primo concetto che voglio evidenziare in queste prime dichiarazioni programmatiche” (Fugatti 2023, 2). Limitate concessioni sono state fatte dal Presidente a temi ampi, come la storia e le ragioni dell’autonomia trentina. Una citazione appena è stata riservata ad Alcide Degasperi e nessuna a Bruno Kessler. Maggiore attenzione è stata dedicata a temi più concreti, anche se politicamente controversi, come i nuovi accordi finanziari con lo Stato del 2021 e 2023 (primo punto illustrato nel programma), le necessità del settore sanitario (con la rivendicazione della fondazione della Scuola di Medicina), la ricerca, la formazione e la cultura, la mobilità, il lavoro e molto altro. Nelle conclusioni, Fugatti ha sintetizzato tre priorità: la possibilità per tutti di avere un’abitazione (a fronte di crescenti problemi legati alla disponibilità di case e appartamenti), la crisi delle nascite (il Trentino ha un saldo naturale della popolazione negativo), l’adeguamento delle retribuzioni dei lavoratori (che risultano essere di livello mediamente inferiore in diversi comparti e in particolare per i lavori a maggiore qualificazione (rispetto alle retribuzioni del Nord-Est). Nel suo discorso, in altre parole, il Presidente Fugatti ha voluto rimarcare l’approccio che aveva connotato la sua campagna elettorale: la concretezza della sua azione politica, rivolta non a identificare una visione complessiva dell’autonomia entro cui sviluppare le politiche locali, ma a risolvere i “problemi concreti” delle persone.
Nel corso della discussione, l’opposizione ha criticato proprio la mancanza di visione complessiva (cfr. Consiglio provinciale 2023). Per esempio, Francesco Valduga, candidato Presidente del centrosinistra, ha sottolineato come la relazione di Fugatti presentasse un elenco di problemi più che di proposte, citando, come esempi, i temi legati alle opere pubbliche, all’ambito sanitario, alle politiche per la casa.
3. La rappresentanza di genere
Il Consiglio provinciale uscito dalle elezioni 2023 è certamente quello più “rosa” dell’intera storia regionale. Le consigliere elette sono infatti 14, ossia il 40 per cento dei membri complessivi (figura 4). Per la prima volta, inoltre, il numero delle consigliere elette in Trentino supera quello delle consigliere elette in Alto Adige.
Questo esito può essere una conseguenza della seconda applicazione della modifica della legge elettorale approvata nel 2018 in materia di parità di genere. Secondo la riforma (fortemente voluta dalla allora maggioranza di centrosinistra), le liste elettorali devono essere formate in egual misura da rappresentanti di entrambi i generi e una delle due preferenze esprimibili per i candidati dello stesso partito devono essere attribuite a persone di genere diverso (cfr. Brunazzo/Santinello 2019), mentre in Provincia di Bolzano la legge prevede solamente che al massimo due terzi delle liste debbano essere formate da candidati dello stesso genere. Come appare chiaramente nella tabella 4, queste diverse disposizioni di legge hanno comportato un aumento significativo del numero delle candidate in Trentino e un aumento significativo del differenziale tra le due province.
Un’analisi più approfondita consente, tuttavia, di evidenziare dinamiche che sottendono l’applicazione della legge. La prima considerazione riguarda le candidate alla Presidenza della Provincia. Nel 2023, ve ne era solo una, esattamente come nel 2018 e, prima ancora, nel 2013. La seconda considerazione riguarda il fatto che nel 2018 e, ancor di più, nel 2023, le candidate sembrano aver potuto competere più apertamente che nel 2013 all’elezione. L’indice di competitività infragenere, calcolato come differenza tra il risultato ottenuto dai primi due candidati di genere diverso all’interno di una lista (cfr. Legnante et al. 2013), evidenzia un significativo aumento della competitività rispetto alle due tornate elettorali precedenti. Tuttavia, l’indice di competitività intragenere, misurato tramite la differenza del numero di preferenze ottenute dai primi due candidati dello stesso genere, non evidenzia alcun mutamento. Il combinato disposto dei due indici permette di evidenziare, quindi, come il voto di preferenza si concentri prevalentemente su un numero limitato di candidate, ma che proprio questa concentrazione renda alcune candidate molto competitive (tabella 5).
Naturalmente, non tutti i partiti seguono dinamiche simili. Nella figura 5 si vede come alcuni di essi si caratterizzino per un livello di competitività infragenere molto elevato (come nel caso di Italia Viva o Alleanza Verdi e Sinistra), altri per una mancanza di competitività delle candidate (come Unione di centro e Democrazia sovrana e popolare).
3. Conclusioni
La vittoria della coalizione di centrodestra alle elezioni provinciali trentine del 22 ottobre 2023 è stata chiara. Allo stesso tempo, chiare emergono dall’analisi fin qui condotta le dinamiche che sottendono il voto degli elettori: la nazionalizzazione delle scelte di voto (che hanno portato a un successo di FdI prima ancora che della Lega), la forte richiesta di bipolarismo (che ha premiato le due coalizioni politiche principali a tutto svantaggio delle altre liste), la divisione molto marcata tra i grandi centri urbani e le valli (dove il centrosinistra fatica grandemente ad affermarsi). Il 22 ottobre lascia anche un Consiglio provinciale molto più “rosa”: non era mai successo nella storia regionale che il 40 per cento dei membri di un Consiglio provinciale fosse di genere femminile.
Il voto però ha lasciato anche strascichi importanti nel centrodestra, che si sono tradotti in un periodo post-elettorale assai turbolento. Nei due mesi che sono serviti a formare la Giunta regionale, il centrodestra ha mostrato quanto profonde siano le divisioni tra alleati. Le tensioni del dopo voto vanno ricercate proprio nell’esito del voto, che, se è stato chiaro nel suo complesso, è stato allo stesso tempo subottimale per i due partiti principali: la Lega è rimasta primo partito della coalizione, ma ha più che dimezzato i suoi consensi; FdI ha aumentato significativamente i suoi voti, ma non è riuscito a superare la Lega. Le tensioni nel centrodestra saranno probabilmente destinate a rinvigorirsi in vista delle elezioni europee, dato che Lega e FdI sembrano oramai inseguirsi sullo stesso terreno di confronto, quello dell’euroscetticismo strumentale. Riuscirà un governo provinciale formato da partner divisi e molto esposti alle dinamiche politiche nazionali a far fronte alle “preoccupazioni di una società inquieta”, per usare le parole pronunciate dal Presidente Maurizio Fugatti nella presentazione del programma di legislatura al Consiglio provinciale?
Riferimenti bibliografici
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Brunazzo, Marco (2023), Le elezioni politiche 2022. La vittoria della destra (anche) in Trentino, in: Pallaver, Günther/Alber, Elisabeth/Engl, Alice (a cura di), Politika 2023. Südtiroler Jahrbuch für Politik/Annuario di politica dell’Alto Adige/Anuar de politica dl Südtirol, Bolzano: Edition Raetia, 257-270
Brunazzo, Marco/Santinello, Cristiano (2019), Le elezioni provinciali 2018. La prima alternanza, in: Engl, Alice/Pallaver, Günther/Alber, Elisabeth (a cura di), Politika 2019. Südtiroler Jahrbuch für Politik/Annuario di politica dell’Alto Adige/Anuar de politica dl Südtirol, Bolzano: Edition Raetia, 243-258
Consiglio provinciale (2023), Consiglio provinciale. Discussione sulla relazione programmatica. Gli interventi della mattinata, in: Consiglio provinciale cronache. Giornale online, 22.12.2023, www.consiglio.provincia.tn.it/news/giornale-online/Pages/articolo.aspx?uid=182767 (21.01.2024)
Fugatti, Maurizio (2023), Intervento del Presidente della Provincia autonoma di Trento. Presentazione del programma di legislatura al Consiglio provinciale, in: Consiglio provinciale cronache. Giornale online, 21.12.2023, www.consiglio.provincia.tn.it/news/giornale-online/Pages/articolo.aspx?uid=182765 (21.01.2024)
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il Post (2023), La destra ha risolto la crisi in Trentino, in: il Post, 08.12.2023, www.ilpost.it/2023/12/08/destra-trentino-crisi-nomina-gerosa-fugatti/ (21.01.2024)
Legnante, Guido/Pulvirenti, Alice/Ruffino, Lorenzo (2013), La doppia preferenza di genere alla prova dei fatti, paper preparato per la riflessione su “La doppia preferenza di genere alla prova del voto. Effetti e opportunità della legge 215/2012”, Comune di Pavia, Assessorato alle Pari opportunità e Fondazione Romagnosi Pavia, 14.12.2013
Presidenza del Consiglio dei ministri (2022), Per la partecipazione dei cittadini. Come ridurre l’astensionismo e agevolare il voto, Roma: Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per le riforme istituzionali, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, www.riformeistituzionali.gov.it/media/1427/ebook-libro-bianco_02_05_22.pdf (21.01.2024)
Provincia autonoma di Bolzano (2023), Elezioni provinciali 2023. Risultati definitivi, https://elezioni
provinciali.provincia.bz.it/it/elected (21.01.2024)
Provincia autonoma di Trento (2023), Elezioni provinciali 2023. Affluenza e risultati, https://elezioni.provincia.tn.it/ (21.01.2024)
Trentino (2022), Patt: “Con FdI visioni inconciliabili”. Confermata la linea con Progetto Trentino, in: Trentino, 22.10.2023, www.giornaletrentino.it/cronaca/patt-con-fdi-visioni-inconciliabili-confermata-la-linea-con-progetto-trentino-1.3332008 (21.01.2024)
Fig. 1: Tasso di astensionismo alle elezioni provinciali di Trentino e Alto Adige (1948-2023). Dati percentuali
Fonte: calcoli degli autori su dati tratti da Provincia autonoma di Trento 2023
Tab. 1: I voti ottenuti dai candidati Presidente (2023)
Candidato Presidente |
Liste collegate |
Voti ottenuti |
% |
Maurizio Fugatti |
Noi Trentino per Fugatti presidente, Lega Fugatti presidente, FdI, Udc, FI, La Civica, Patt, Fassa |
129.758 |
51,82 |
Francesco Valduga |
Iv, Campobase, Alleanza Verdi e Sinistra, Fascegn, Casa Autonomia.eu, Azione, Pd |
93.893 |
37,50 |
Filippo Degasperi |
La me val, Onda, Unione popolare |
9.534 |
3,81 |
Marco Rizzo |
Democrazia sovrana popolare |
5.651 |
2,26 |
Sergio Divina |
Giovani per Divina presidente, Noi con divina presidente, Alternativa popolare |
5.560 |
2,22 |
Alex Marini |
M5S |
4.796 |
1,92 |
Elena Dardo |
Alternativa |
1.205 |
0,48 |
Totale |
250.397 |
100 |
Nota: Lista degli acronimi: FdI (Fratelli d’Italia), FI (Forza Italia), Iv (Italia viva), M5S (Movimento 5 Stelle), Patt (Partito autonomista trentino-tirolese), Pd (Partito democratico), Udc (Unione di centro)
Fonte: Provincia autonoma di Trento 2023
Tab. 2: I voti ottenuti dalle liste elettorali nel 2023
Lista elettorale |
Voti ottenuti |
% |
Pd |
38.693 |
16,64 |
Lega Fugatti presidente |
30.345 |
13,05 |
FdI |
28.688 |
12,35 |
Noi Trentino per Fugatti presidente |
24.953 |
10,73 |
Campobase |
19.557 |
8,41 |
Patt |
19.023 |
8,18 |
La Civica |
11.274 |
4,85 |
Casa Autonomia.eu |
9.967 |
4,29 |
Alleanza Verdi e Sinistra |
7.546 |
3,25 |
Onda |
5.864 |
2,52 |
Democrazia sovrana popolare |
5.455 |
2,35 |
FI |
4.712 |
2,02 |
M5S |
4.524 |
1,95 |
Fascegn |
3.631 |
1,56 |
Iv |
3.406 |
1,46 |
Azione |
3.302 |
1,42 |
Alternativa popolare |
2.264 |
0,97 |
Fassa |
2.018 |
0,87 |
Noi con Divina presidente |
1.847 |
0,79 |
Udc |
1.370 |
0,59 |
La me val |
1.203 |
0,52 |
Alternativa |
1.120 |
0,48 |
Unione popolare |
1.088 |
0,47 |
Giovani per Divina presidente |
639 |
0,28 |
Totale |
232.513 |
100 |
Nota: Lista degli acronimi: FdI (Fratelli d’Italia), FI (Forza Italia), Iv (Italia viva), M5S (Movimento 5 Stelle), Patt (Partito autonomista tentino-tirolese), Pd (Partito democratico), Udc (Unione di centro)
Fonte: Provincia autonoma di Trento 2023
Tab. 3: La composizione del Consiglio provinciale di Trento, XVII legislatura
Partito |
Consigliere eletto | |
Noi Trentino per Fugatti presidente |
Angeli Eleonora Brunet Antonella Soini Claudio Spinelli Achille |
Maggioranza Candidato Presidente |
Lega Fugatti presidente |
Bisesti Mirko Failoni Roberto Paccher Roberto Segnana Stefania Zanotelli Giulia | |
Fratelli d’Italia |
Biada Daniele Cia Claudio Daldoss Carlo Gerosa Francesca Girardi Christian | |
La Civica |
Gottardi Mattia Masè Vanessa | |
Partito autonomista trentino-tirolese |
Bosin Maria Kaswalder Walter Tonina Mario | |
Fassa |
Guglielmi Luca | |
Campobase |
Malfer Michele Maule Chiara Stanchina Roberto |
Opposizione Candidati Presidenti |
Alleanza Verdi e Sinistra |
Coppola Lucia | |
Casa autonomia.eu |
Demagri Paola | |
Partito democratico |
Calzà Michela De Bertolini Andrea Franzoia Mariachiara Maestri Lucia Manica Alessio Parolari Francesca Zanella Paolo |
Fonte: Provincia autonoma di Trento 2023
Fig. 2: Voti attribuiti ai principali partiti trentini alle elezioni provinciali 2013, 2018 e 2023. Valori assoluti
Nota: per il 2013 e 2018, i voti attribuiti a Campobase erano stati raccolti dall’UpT (Unione per il Trentino).
Fonte: calcoli degli autori su dati tratti da Provincia autonoma di Trento 2023
Fig. 3: Distribuzione territoriale delle differenze tra le coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Dati in percentuale
Fonte: calcoli degli autori su dati tratti da Provincia autonoma di Trento 2023
Fig. 4: Le consigliere provinciali elette (1948- 2023). Numeri assoluti e percentuali
Fonte: calcoli degli autori su dati tratti da Provincia autonoma di Trento 2023; Provincia autonoma di Bolzano 2023
Tab. 4: Le quote di lista: i candidati alla carica di consigliere provinciale nelle elezioni provinciali del 2013 e 2018
Elezioni provinciali 2013 |
Elezioni provinciali 2018 |
Elezioni provinciali 2018 | ||||
Trento |
Bolzano |
Trento |
Bolzano |
Trento |
Bolzano | |
Quota di lista |
2/3 |
2/3 |
1/2 |
2/3 |
1/2 |
2/3 |
Candidati totali |
740 |
424 |
699 |
492 |
787 |
488 |
Candidate |
280 |
157 |
344 |
162 |
391 |
198 |
% |
37,8 |
37,0 |
49,2 |
32,9 |
49,7 |
40,6 |
Fonte: calcoli degli autori su dati tratti da Provincia autonoma di Trento 2023; Provincia autonoma di Bolzano 2023
Tab. 5: Il livello di competitività intra e infragenere
Anno elezioni |
Competitività intragenere femminile |
Competitività intragenere maschile |
Competitività infragenere |
2013 |
0,54 |
0,61 |
0,33 |
2018 |
0,54 |
0,57 |
0,30 |
2023 |
0,54 |
0,58 |
0,17 |
Nota: i valori di riferimento della competitività intragenere sono i seguenti: 0 “concentrazione del voto di preferenza”, 1 “perfetta competitività”. I valori di riferimento per la competitività infragenere sono i seguenti: –1 “effetto concentrazione femminile”; 0 “Perfetta competitività”; 1 “effetto concentrazione maschile”.
Fonte: calcoli degli autori su dati tratti da Provincia autonoma di Trento 2023; Provincia autonoma di Bolzano 2023
Fig. 5: Il livello di competitività infragenere nei partiti trentini in occasione delle elezioni 2023.
Nota: sull’interpretazione dell’indice di competitività infragenere IC(f-m) si veda la nota alla tabella 5.
Fonte: calcoli degli autori su dati tratti da Provincia autonoma di Trento 2023; Provincia autonoma di Bolzano 2023