Politische Persönlichkeit des Jahres
Personalità politica dell’anno
Personalità politica dell’anno:
Lidia Menapace: femminista, pacifista, intellettuale, viaggiatrice nel tempo
Lidia Menapace nacque a Novara nel 1924. La madre si definisce una donna emancipata dell’inizio del XX secolo; il padre era “un illuminista senza saperlo”, riferisce la figlia. Egli ha mostrato alle sue figlie i tesori artistici dell’Italia.
Giovane ragazza, Lidia Menapace combattè al fianco dei partigiani, ricevendo il grado di sottotenente, che avrebbe rifiutato dopo la guerra, così come pure il riconoscimento economico ad esso legato. Lo motiverà con il fatto che non era in guerra e che le sue azioni non possono essere monetizzate. In un’intervista che rilascierà anni dopo sui motivi del suo attivismo, risponderà che non è stata una decisione facile impegnarsi in un evento particolare. “L’ho fatto perché era giusto. Ho visto l’ingiustizia e ho agito”. Questa disposizione darà forma alle sue azioni per tutta la vita e contribuirà alla comprensione di questa instancabile combattente.
Lidia Menapace compie il suo percorso di studi all’Università Cattolica di Milano, con una laurea in Lingua e letteratura italiana, ottenendo il massimo dei voti. Già durante gli anni universitari inizia il suo impegno in vari movimenti cattolici, in particolare nella FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e successivamente anche nella Democrazia Cristiana.
Nel 1952 si trasferisce in Alto Adige per motivi familiari e nel 1964 continua il suo impegno politico a Bolzano. Con Waltraud Deeg è stata la prima donna in Consiglio provinciale e, nella stessa legislatura, è stata assessora alla salute e alla previdenza sociale. Insieme a Waltraud Gebert-Deeg, Lidia Menapace ha plasmato la storia della politica al femminile dell’Alto Adige. Attraverso il loro lavoro, le donne hanno capito che il genere non poteva impedire loro di ottenere grandi cose. In un’epoca in cui l’immagine dominante delle donne era quella della moglie premurosa, della madre e della casalinga, Lidia Menapace ha dimostrato che in politica le donne possono e vogliono avere voce in capitolo. È considerata una figura di riferimento in tempi in cui la percentuale di donne in politica è ancora bassa e, come hanno dimostrato le ultime elezioni provinciali in Alto Adige, è addirittura in calo.
All’inizio degli anni Sessanta inizia a lavorare come docente in studi letterari italiani e metodologia degli studi letterari all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Anche in questa occasione non si conforma ad alcuna convenzione o aspettativa. Nel 1969 il suo contratto di docente non viene rinnovato a causa della pubblicazione “Per una scelta marxista”. Inoltre la si trova tra le fondatrici del quotidiano “Il Manifesto” e questo per l’Università è la goccia che fa traboccare il vaso. La sua posizione marxista, manifestata apertamente, le costa l’insegnamento all’università. Anche in questa occasione Lidia Menapace rimane fedele alle sue opinioni. Vuole essere diversa, vuole motivare le persone a cambiare prospettiva. Oltre all’interruzione della sua carriera accademica, le sue dichiarazioni le costano anche la collaborazione con la Democrazia Cristiana. Lidia Menapace continua a fare ciò che la caratterizza: prende posizioni nette, anche quando ciò implica un prezzo da pagare.
Gli anni successivi sono caratterizzati dalla sua partecipazione a vari movimenti civili e dalle sue numerose pubblicazioni. Lasciata la Democrazia Cristiana, simpatizza con il Partito Comunista Italiano e nel 1973 guida il Movimento dei Cristiani per il Socialismo. Continua anche il suo impegno civile come membro del Comitato per i diritti delle prostitute. Prende posizione a favore degli “invisibili” nella nostra società, affrontando temi scomodi in un’Italia bigotta.
Il suo impegno politico continua e nel 2006 viene eletta senatrice per il Partito della Rifondazione Comunista. Nel governo Prodi è persino proposta come presidente della Commissione Difesa al Senato. Ma non tutti sono d’accordo con questa proposta. La Casa della Libertà, in particolare, è fortemente critica nei suoi confronti. E’ noto che è contro la logica militare, contro le armi e contro la guerra. Lei non nasconde questa posizione, le rimane fedele e addirittura “provoca”, sottolineando in un’intervista a Francesco Battisti del Corriere della Sera quanto sia inutile l’inquinamento ambientale causato dalle Frecce Tricolori. Infatti, viene scelta un’altra persona alla presidenza della Commissione, ma questo non la scoraggia. Dal 2011 è membro del Comitato Nazionale dell’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Lidia Menapace è una delle voci più influenti del femminismo italiano: nel 1972 ne diventa una delle figure di spicco con la pubblicazione del volume “Per un movimento politico della liberazione della donna”.
Lidia Menapace è stata una pioniera in molti temi la cui discussione oggi sembra obsoleta ed è stata la prima ad affrontare e denunciare molte cose. Così come è stata una delle prime a sottolineare l’importanza di un corretto linguaggio di genere e a chiedere una desessualizzazione del linguaggio. Ha ripetutamente sottolineato il nesso tra il linguaggio sessualizzato e il sessismo. Alla presentazione del film documentario “Lidia Resiste” nel 2018 ha dichiarato a questo proposito: “Dobbiamo tornare al senso delle parole. La resistenza inizia con le parole, la grammatica è politica. So che dicono che sono pedante, ma insisto: si dice sindaca, avvocata, perché le donne sono in maggioranza rispetto agli uomini”.
Lidia Menapace ha sempre lottato per la visibilità delle donne, ad esempio nel racconto della storia. Lei ritiene che il riconoscimento deve essere visto come uno strumento essenziale delle relazioni politiche tra le donne. Secondo lei, “Il percorso va dalla conoscenza al riconoscimento e poi alla gratitudine, né automaticamente né semplicemente. Richiede volontà, efficacia, ma anche strumenti e istituzioni adeguate”. Per promuoverlo e attuarlo ha proposto un patto paritario, un accordo come forma politica di costruzione di pratiche politiche e azioni congiunte per la promozione delle donne. Non è una donna delle utopie, ma una “analista pratica” che preferisce fornire passi concreti per la realizzazione delle sue spiegazioni teoriche.
Nell’ambito dell’UDI (Unione Donne Italiane) che promuove lo sviluppo politico, sociale e culturale, ha guidato uno dei periodi politicamente più creativi degli anni Ottanta. Ha sostenuto l’innovazione delle attività politiche per la responsabilità condivisa, ha proposto un patto tra correnti politiche teoricamente incompatibili e ha promosso un raggruppamento nazionale di donne con sede nel “Buon pastore occupato”. Questo era il centro del femminismo italiano. In questo periodo è stato pubblicato il volume “Economia politica della differenza sessuale”, con cui ha iniziato l’esame teorico dell’economia della riproduzione. Vi si concentra sulla specialità biologica, sociale e domestica dell’attività femminile, spesso definita anche come “lavoro di cura”. Invoca la valorizzazione di questo aspetto e sottolinea di continuo che nessun lavoro è possibile senza cura.
Lidia Menapace analizza la società italiana con sguardo cristallino. Nel 1999 nella rivista tedesca Olympe – “Feministische Arbeitshefte zur Frauenpolitik” sul tema “Inizi e contraddizioni – Femminismi e democrazia sociale in Europa” (libera traduzione) critica l’esclusione sistematica delle richieste delle donne in politica. Giunge alla conclusione che “In Italia tra le elettrici sembra continuare la tendenza all’astensione. Questa volta l’astensione è stata sostenuta da parti significative del movimento femminista, e in futuro, a meno che i governi e i partiti non correggano la loro permanente dimenticanza, l’astensione sarà ampiamente organizzata ovunque”.
Lidia Menapace smaschera le sistematiche esclusioni effettuate dalla politica. Alcune delle sue affermazioni si sono poi realizzate.
È una pacifista instancabile. È tra le promotrici della Convenzione permanente delle donne contro tutte le guerre e si occupa in questo contesto della figura di Rosa Luxembourg. Aggiorna le sue teorie e dà a questa figura la visibilità che ritiene le sia stata negata dai partiti della sinistra e dal femminismo. Dà visibilità a figure dimenticate da tempo e combatte contro l’oblio. Così cita Alma Sabatini ad ogni occasione quando parla della necessità di desessualizzare il linguaggio. Con il suo agire garantisce il rispetto a tutte le donne, le cui azioni sono state “dimenticate”, riportandole così alla luce.
Tutto il lavoro di Lidia Menapace riflette la sua sensibilità e generosità. Lei ha sempre guardato lontano con il suo sapere. Ancora oggi si reca nei luoghi più remoti per dare voce alle persone svantaggiate. Attraverso la sua costante autorevolezza e i suoi instancabili sforzi per rendere giustizia a coloro che non sono in grado di farlo da soli, Lidia Menapace è considerata un modello di ispirazione. Per praticare la sua idea di resistenza non ha mai dovuto utilizzare un’arma.
La sua arma è la lucidità con cui analizza le condizioni e i cambiamenti sociali e con la quale offre modelli sociali inclusivi e non esclusivi. Le sue armi sono inoltre la tenacia e l’energia per far valere sempre la propria opinione. Non le importa quello che fanno gli altri, quello che pensano o si aspettano. Si impegna per le tematiche, le persone e gli avvenimenti. Infatti, la bandiera della pace rimane appesa al suo balcone anche quando è quasi completamente scomparsa da Bolzano.
Per molti lei è un modello di riferimento, il suo contributo al movimento femminile italiano e ad altri movimenti civili rimane incommensurabile. Lei stessa una volta ha dato una definizione dei movimenti femminili che potrebbero adattarsi a lei: “Sono carsici, come un fiume che a volte si insinua nella terra, per poi riapparire in luoghi inaspettati in momenti inaspettati”.
Begründung der Jury
Lidia Menapace
Politische Persönlichkeit des Jahres
Die Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft/Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol hat beschlossen, Lidia Menapace als politische Persönlichkeit des Jahres 2018 zu ehren.
Frau Menapace wird für ihr Lebenswerk geehrt, das sich ausdrückt in ihrem Einsatz für die Grund- und Menschenrechte, für die Demokratie, für soziale Randgruppen und Minderheiten, für die Benachteiligten, die auf der Schattenseite des Lebens stehen, für die Rechte der Frauen, für die Gewaltlosigkeit und gegen den Krieg.
Lidia Menapace hat sich bereits während des Zweiten Weltkriegs als Partisanin gegen den Faschismus und Nationalsozialismus eingesetzt und damit für die Menschenwürde und die Demokratie, für Gewaltlosigkeit und den Frieden in der Welt. Sie hat als junge Frau als Partisanin begonnen, sie hat diese Haltung und diesen Einsatz gegen Autoritarismus und Totalitarismus, gegen Militarismus und Krieg seit damals nie mehr aufgegeben.
Sie hat sich stets für Minderheiten eingesetzt, für soziale Randgruppen, für die gesellschaftlich und ökonomisch Diskriminierten, denen die Menschenwürde vorenthalten wurde und nach wie vor vorenthalten wird.
Lidia Menapace hat Zeit ihres Lebens für die Würde und die Rechte der Frauen gekämpft. Sie war für diese Würde und diese Rechte in zahlreichen Institutionen (Landtag, Regionalrat, Parlament), Vereinigungen und Bewegungen engagiert, mit ihren Schriften und mit ihrem Wort.
Sie war mit Waltraud Gebert-Deeg die erste Frau, die 1964 in den Südtiroler Landtag gewählt wurde und, immer mit ihrer Kollegin, die erste Frau in der Südtiroler Landesregierung, wo sie die Bereiche soziale Fürsorge und Gesundheit übernahm. Damals betrug der Frauenanteil im Landtag 8 Prozent, heute beträgt er 25,7 Prozent. Der Anteil der Frauen ist im Vergleich zu den Landtagswahlen 2013 wieder zurückgegangen, der Anteil der Frauen in der Landesregierung im Vergleich zu 1964 gleich geblieben. Seit der dritten Welle der weltweiten Demokratisierung ist der Anteil der Frauen in den Parlamenten und Regierungen nicht sonderlich angestiegen: der Anteil der Frauen in den Parlamenten weltweit liegt bei 20 Prozent, in den Regierungen bei 10 Prozent.
Lidia Menapace ist Symbol und Vorbild für ein lebenslanges politisches Engagement, für politische Partizipation, für politische Einmischung, für politische Bildung, letztlich für die Demokratie, die auf den Grundprinzipien der Gleichheit, Freiheit, Solidarität und Menschenwürde aufbaut.
All dies sind wesentliche Gründe, weshalb die Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft/ Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol Lidia Menapace als „Politische Persönlichkeit des Jahres 2018“ würdigt und auszeichnet.
Begründung der Jury | motivazione della giuria | Mutivaziones dla giuria
Motivazione della giuria
Lidia Menapace
Personalità politica dell’anno
La Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft/Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol ha deciso di onorare Lidia Menapace come Personalità politica dell’anno 2018.
Lidia Menapace viene premiata per il lavoro che ha svolto nel corso di tutta la sua vita, che dimostra il suo impegno per i diritti fondamentali e diritti umani, per la democrazia, a favore dei gruppi sociali emarginati, le minoranze e gli svantaggiati che affrontano momenti difficili della vita, per i diritti delle donne, la non violenza e contro la guerra.
Già durante la Seconda Guerra mondiale Lidia Menapace si è opposta come partigiana contro il fascismo e il nazismo e con ciò si è battuta per la dignità dell’uomo e la democrazia, per la non violenza e la pace nel mondo. Dopo aver iniziato da giovane donna come partigiana, da allora non ha mai desistito dal suo impegno contro l’autoritarismo e il totalitarismo, contro il militarismo e la guerra.
Si è sempre impegnata a difesa delle minoranze, per i gruppi sociali emarginati, per coloro che sono socialmente ed economicamente discriminati, ai quali è stata negata e continua ad essere negata la dignità dell’uomo.
Lidia Menapace ha lottato tutta la vita per la dignità ed i diritti delle donne. Ha perseguito questi obbiettivi, impegnandosi in numerose istituzioni (consiglio provinciale, consiglio regionale, parlamento), associazioni e movimenti, sia attraverso i suoi scritti che con la sua parola.
Con Waltraud Gebert-Deeg fu la prima donna ad essere eletta nel 1964 nel Consiglio provinciale dell’Alto Adige e, sempre con la sua collega, fu la prima donna nella Giunta provinciale, dove si occupò dei settori dell’assistenza sociale e della salute. All’epoca, la percentuale di donne nel Consiglio provinciale era all’8 %, oggi è al 25,7%. Nel 2018 la percentuale di donne è nuovamente diminuita rispetto alle elezioni provinciali del 2013, mentre la percentuale di donne nella Giunta provinciale è rimasta la stessa del 1964. Con la terza ondata di democratizzazione nel mondo, la percentuale di donne nei parlamenti e nei governi non è aumentata di molto: la percentuale di donne nei parlamenti di tutto il mondo è al 20%, nei governi al 10%.
Lidia Menapace è un simbolo e un modello per il continuo impegno politico, per la partecipazione politica, per l’ingerenza politica, per l’educazione politica e, non da ultima, per la democrazia, che si basa sui principi fondamentali di uguaglianza, libertà, solidarietà e dignità dell’uomo.
Questi sono i motivi essenziali per cui la Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft/Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol premia Lidia Menapace come “Personalità politica dell’anno 2018”.
Begründung der Jury | motivazione della giuria | Mutivaziones dla giuria
Mutivaziones dla giuria
Lidia Menapace
Persunalità politica dl ann
La Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol/Südtiroler Gesellschaft für Politkwissenschaft/Società di Scienza Politica dell’Alto Adige à tëut la dezijion de uneré Lidia Menapace coche persunalità politica dl ann 2018.
Anda Lidia vën unereda per si opra de vita, che n vëija te si mpëni per i dërc fundamentei y per i dërc dla persona, per la democrazia, per la grupes sozieles stlutes ora y la mendranzes, per i dëibli, che ie sun la pert da dumbria dla vita, per i dërc dl’ëila, per la nia viulënza y contra la viera.
Lidia Menapace se ova bele mpenià ntan la Segonda viera mundiela coche partisana contra l fascism y naziunelsozialism y nsci per la denità dla persona y la democrazia, per la nia viulënza y la pesc tl mond. Ëila ova metù man da jëuna coche partisana y da ntlëuta ne se ovela nia plu destëut da chësta pusizion y da chësc mpëni contra autoritarism y totalitarism, contra militarism y viera.
Ëila se ova mpenià da for per la mendranzes, per la grupes sozieles stlutes ora, per i descriminei dal pont de ududa soziel y economich, a chëi che l ne ti univa nia y ne ti vën mo for nia cunzedù la denità dla persona.
Lidia Menapace se ova batù duta si vita per la denità y i dërc dl’ëila. Ëila se dajova ca per chësta denità y chisc dërc te de plu istituzions (cunsëi provinziel, cunsëi regionel, parlamënt), lies y muvimënc, cun si scric y cun si parola.
Ëila fova, deberieda cun Waltraud Gebert-Deeg, la prima ëila che tl 1964 ie unida liteda tl cunsëi provinziel y, for deberieda cun si colega, fovela la prima ëila tla jonta provinziela de Sudtirol, ulache la ova sëurantëut i ciamps dl soziel y dla sanità. Ntlëuta fova la cumpëida dl’ëiles tl cunsëi provinziel l 8 percënt, ncuei iela l 25,7 percënt. N cunfront ala veles dl cunsëi provinziel dl 2013 se à la cumpëida dl’ëiles inò arbassà, la cumpëida dl’ëiles tla jonta provinziela ie, n cunfront al 1964, resteda unfat. Dala terza sburdla mundiela de democratisazion ne n’ie la cumpëida dl’ëiles ti parlamënc y ti guvierns nia jita suvier de truep: la cumpëida dl’ëiles ti parlamënc ie, a livel mundiel, l 20 percënt, ti guvierns ntëur al 10 percënt.
Lidia Menapace ie n simbol y n ejëmpl per n mpëni politich per duta la vita, per la partezipazion politica, per n se mescedé ite tla politica, per la furmazion politica, ala fin per la democrazia, che se stiza sun i prinzips fundamentei dla valivanza, dla lidëza, dla solidarità y dla denità dla persona.
Chëstes ie rejons mpurtantes, percie che la Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol/Südtiroler Gesellschaft für Politkwissenschaft/Società di Scienza Politica dell’Alto Adige recunësc y unerea Lidia Menapace coche “persunalità politica dl ann 2018”.
Begründung der Jury | motivazione della giuria | Mutivaziones dla giuria
The jury’s motivation
Lidia Menapace
Political personality of the year
The South Tyrolean Society for Political Science/Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft/Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol has decided to honor Lidia Menapace as Personality of the Year 2018.
Lidia Menapace is honored for her life’s work, which has demonstrated her commitment to basic and human rights, democracy, socially marginalized groups and minorities, the disadvantaged who are on the dark side of life, women’s rights, non-violence and pacifism.
When the Second World War began, Lidia Menapace was already a partisan against Fascism and National Socialism. She continued to campaign for human dignity and democracy, for non-violence and world peace. After becoming a partisan at a young age, she never surrendered this attitude and commitment against authoritarianism and totalitarianism, against militarism and war.
Lidia Menapace has always stood up for minorities, for socially marginalized groups, for the socially and economically discriminated, for those who have in the past been deprived of human dignity and continue to be deprived of it.
Lidia Menapace has fought all her life for the dignity and rights of women. Through speeches and writings, she has asserted these values in numerous institutions (Provincial Council, Regional Council, Parliament), associations, and movements.
With Waltraud Gebert-Deeg, she was one of the first women elected to the South Tyrolean Parliament in 1964. Again with her colleague, she was one of the first women in the South Tyrolean government, where she took over the areas of social welfare and health. At that time, the proportion of women in parliament was 8 percent; today it is 25.7 percent. With the 2018 provincial elections, the percentage of women has fallen again compared to the 2013 elections. In the provincial government, the percentage of women has remained the same as in 1964. Since the third wave of global democratization, the proportion of women in parliaments and governments has not risen much: the proportion of women in parliaments worldwide is 20 percent; in government, 10 percent.
Lidia Menapace stands as a symbol and model for lifelong political engagement, political participation, for political interference, political education, and ultimately democracy, which is based on the basic principles of equality, freedom, solidarity and human dignity.
Collectively, these are the fundamental reasons why the South Tyrolean Society for Political Science honors Lidia Menapace as “Political Personality of the Year 2018”.
Begründung der Jury | motivazione della giuria | Mutivaziones dla giuria
Lidia Menapace und Günther Pallaver bei der Verleihung des Titels „Politische Persönlichkeit des Jahres 2018“ im Alten Rathaus von Bozen.
Lidia Menapace e Günther Pallaver alla premiazione della “Personalità politica dell’anno 2018” presso l‘Antico Municipio di Bolzano.