Suchbegriff eingeben...

Inserire il termine di ricerca...

Enter search term...

Politische Persönlichkeit des Jahres

Personaggio politico dell’anno

Hannes Obermair – Foto: Ludwig Thalheimer

Andrea Carlà

Personalità politica dell’anno: Hannes Obermair e il processo di ­storicizzazione dei monumenti fascisti

C’era una volta Bolzano, città divisa. Questa divisione correva lungo linee di appartenenza linguistica (italiana e tedesca) e riguardava la politica, la società e anche, e forse più di tutto, l’urbanistica. Da una parte i quartieri abitati prevalentemente dalla popolazione di madrelingua tedesca, soprattutto il centro storico, Gries e le case dei rioptanti. Dall’altra i quartieri italiani, molti dei quali costruiti durante il Fascismo: Piazza Vittoria, Novacella, le Semirurali… Molte erano le persone che vivevano in bolle monolinguistiche e attraversano la divisione linguistica solo per bisogno, come per esempio al lavoro.

Simbolo di questa divisione era il Monumento alla Vittoria, nell’omonima piazza, un tempio/arco di marmo bianco costruito dal regime Fascista per celebrare la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra mondiale e quindi l’annessione dell’Alto Adige allo stato italiano, che come un fantasma bianco si poneva come punto di passaggio dalla città vecchia ai nuovi quartieri italiani. Amato e odiato, portatore di significati controversi, simbolo di italianità, ingiustizia, fascismo, repressione, ma anche dei caduti per la patria, il Monumento è stato oggetto di accese discussioni ed è rimasto chiuso al pubblico per decenni. Stesse divisioni anche se in tono minore sono da ­ricollegarsi ad altri monumenti costruiti o pensati dal fascismo, come il bassorilievo di Hans Piffrader in piazza Tribunale, raffigurante Mussolini a cavallo e le glorie fasciste.

Oggi la società altoatesina, e così la città di Bolzano, è cambiata notevolmente. La spaccatura sociale fra i gruppi linguistici, così come la divisione fra quartieri italiani e quartieri tedeschi a Bolzano, si è attenuata. Come sottolineato da Günther Pallaver (2014), negli ultimi decenni si è assistito a un notevole aumento del livello di fiducia reciproca, interazione e cooperazione tra le élite politiche, economiche e intellettuali dei diversi gruppi linguistici altoatesini, nonché allo sviluppo di iniziative interetniche all’interno della società civile. Anche nell’arena politica, nonostante le distinzioni linguistiche permangano, si evidenzia un processo di territorializzazione dei partiti e degli elettori politici dell’Alto Adige, anche all’interno del mondo politico di lingua italiana, e la diminuzione delle tensioni e della distanza sociale tra i gruppi linguistici (cfr. Pallaver 2012; 2014).

Simbolo di questo cambiamento è di nuovo il Monumento alla Vittoria, dal 2014 completamente trasformato, o meglio svelato, spiegato e reinterpretato nel suo significato, in seguito a un processo di storicizzazione e la creazione nei suoi sotterranei di un percorso espositivo dal titolo “BZ ’18-’45 un monumento una città due dittature,” sulla storia del monumento e della città dall’annessione dell’Alto Adige all’Italia alla fine della Seconda Guerra mondiale, sotto la dittatura fascista e poi nazista. Processo che poi è continuato con l’intervento al bassorilievo di Piffrader, dove all’inizio del 2018 le parole della filosofa Hannah Arendt “nessuno ha il diritto di obbedire” sono state sovrapposte al motto fascista “credere obbedire combattere” mentre una tavola esplicativa è stata collocata nella piazza antistante. Un processo, che come sottolineato dal giornalista Gerhard Mumelter (2014) segna una svolta e testimonia il cambiamento nelle relazioni fra i gruppi linguistici altoatesini.

Hannes Obermair, storico, archivista e curatore di esposizioni, è nato in quella Bolzano divisa. Dopo aver condotto gli studi universitari a Innsbruck e Vienna in storia, filologia e linguistica e perseguito il dottorato di ricerca nel 1987, ha lavorato come funzionario del settore cultura nell’amministrazione provinciale (soprintendenza-archivio provinciale) e dal 2002 al 2017 è stato direttore dell’archivio storico del Comune di Bolzano. Nominato membro della commissione di storici che nel 2011 è stata incaricata di elaborare il percorso espositivo all’interno del Monumento alla Vittoria, e poi responsabile dell’intervento di contestualizzazione storica del bassorilievo di Piffrader, Obermair è senza dubbio fra i protagonisti di questo processo di storicizzazione dei monumenti fascisti con cui la città di Bolzano e più in generale l’Alto Adige, vuole conciliarsi con la sua storia controversa e i suoi simboli architettonici di discordia, approfondendo una rilettura del passato per pensare a un nuovo e migliore futuro di pace, al fine, usando le parole del Presidente della Provincia Arno Kompatscher, di “imparare dalla storia e continuare sulla strada della costruzione di una piccola Europa in Alto Adige” (Redazione ANSA 2014).

Per il suo contributo al processo di storicizzazione dei monumenti fascisti in Alto Adige, Politika, la Società di Scienza Politica dell’Alto Adige ha deciso di assegnare ad Hannes Obermair il riconoscimento di Personalità politica dell’anno – premio che la Società riconosce a quelle personalità che per il loro operato si sono particolarmente distinte nell’ambito della politica. Naturalmente Obermair non è stato il solo artefice di questo processo di storicizzazione. Molte altre persone hanno contribuito alla sua realizzazione, fra cui gli altri membri della commissione di storici che si è occupata del Monumento (Ugo Soragni, Andrea di Michele, Christine Roilo e Silvia Spada), lo storico statunitense Jeffrey Schnapp, che ha offerto consulenze, i membri del Gruppe Gut – Werkstatt für Gestaltung, che ha curato l’allestimento del percorso espositivo e l’intervento sul bassorilievo di Piffrader, Arnold Holzknecht e Michele Bernardi, a cui va l’idea della scritta di Hannah Arendt sul bassorilievo, l’Assessore comunale alla cultura Patrizia Trincanato, e tanti altri. Il premio a Obermair è un riconoscimento anche per tutti coloro che si sono prodigati e hanno contribuito a questo processo di storicizzazione dei monumenti fascisti altoatesini, e per il processo in se, che Politika considera come un importante passo avanti per sostenere e migliorare la convivenza pacifica in una società diversificata come l’Alto Adige.

Manufatti culturali, come il Monumento alla Vittoria e il bassorilievo di Piffrader, sono luoghi che incarnano la memoria passata, plasmano il senso del presente e del futuro e fungono da spunti per articolare le identità della popolazione (cfr. Meharg 2004, 7). Questi monumenti non sono semplicemente manufatti storici, che rappresentano il passato; piuttosto sono “lieux de mémoire” e in quanto tali sono fenomeni reali, proiettati verso il presente e il futuro (Nora 1989, 8-9). In società multietniche e diversificate come l’Alto Adige possono essere potenziali fonti di divisione e conflitto e svolgere un ruolo chiave nel plasmare le relazioni fra i diversi segmenti della popolazione. Come scrive lo storico Bill Niven, questi manufatti sono “punti focali di lotte sulla storia, la politica e l’identità” (Niven 2008, 45).1 Di conseguenza la loro gestione rispecchia la visione che la società ha di se stessa e di ciò che significa rispettare e governare le sue diversità.

Il Monumento alla Vittoria, progettato da Marcello Piacentini, uno dei più importanti architetti italiani della prima metà del XX secolo, e costruito demolendo il (mai completato) monumento al Kaiserjäger, era per Bolzano e l’Alto Adige “un macigno che la storia ha dimenticato di rimuovere” (Obermair 2016, 122).2 Come spiegato da Obermair (2016, 123), la costruzione del Monumento era al contempo parte di un movimento distruttivo finalizzato a distruggere la memoria austro-tirolese e del processo di italianizzazione dell’Alto Adige avviato dal regime Fascista, che significava anche italianizzazione del paesaggio urbano. Attraverso la sovrapposizione di simboli e significati, fra cui le colonne con i fasci littori, le iscrizioni in latino (hinc ceteros excolvimus lingua legibus artibus/da qui educammo gli altri alla lingua, al diritto, alle arti) e le sculture, come l’erme di Cesare Battisti, il Monumento era “portatore di diversi messaggi: la commemorazione dei martiri italiani nella prima guerra mondiale; l’esaltazione della vittoria italiana e la conquista dei ‘confini naturali’; la supposta superiorità della civiltà latina; il trionfo del Fascismo” (Obermair 2016, 135).3 Non sorprende che dopo la fine della seconda guerra mondiale nel mondo linguistico tedesco si chiedesse la sua distruzione, mentre divenne luogo di cerimonie commemorative da parte delle forze nazionaliste di lingua italiana (e celebrazioni da parte di tifosi sportivi delle vittorie della nazionale di calcio italiana), e fino al 1997, sede di cerimonie militari.

In seguito al processo di storicizzazione e contestualizzazione elaborato da Obermair e dai suoi colleghi e la creazione del percorso espositivo, il cui elemento simbolico esteriore è un led luminoso posto come un anello al dito su una delle colonne, segno tangibile che qualcosa è cambiato, ha assunto un nuovo significato. Come spiegato da Obermair (2016, 135), “da monumento pensato nel XX secolo dal e per il fascismo e ora un monumento per il nuovo millennio reinterpretato da una società democratica che crede nei valori della partecipazione, tolleranza e rispetto per l’umanità.”4 Il percorso espositivo, con il suo allestimento “leggero” (Romeo 2014) e i suoi vari elementi, dal led alle frasi di Hannah Arendt, Bertolt Brecht e Thomas Paine5 che nella cripta sono proiettate sopra le citazioni di Cicerone e ­Orazio inneggianti alla gloria e al sacrificio della vita per la Patria, dal perimetro esterno del percorso sulla storia di Bolzano e dell’Alto Adige dal 1918 al 1945 al peri­metro interno sulla storia del monumento, fino agli spazi tematici (su cos’è un monumento, Marcello Piacentini, le caratteristiche del Monumento e la sua realtà presente) ha trasformato il Monumento da manufatto violento in uno spazio aperto di riflessione critica che appartiene a tutti e dove si può “discutere, fare domande e cercare risposte” (Obermair 2016, 139).6 Il processo di storicizzazione operato da Obermair e dai suoi colleghi ha trasformato il Monumento alla Vittoria in un “contro monumento” che “mette in moto un processo di riflessione” (Michalski 2003, 212);7 un luogo di produzione della conoscenza che sarebbe andato perso se il monumento fosse stato distrutto.

Lo stesso è accaduto con l’imponente bassorilievo realizzato dall’artista Hans Piffrader, collocato su quella che era la “Casa Littoria”, sede del Partito nazionale fascista (oggi sede degli Uffici finanziari). Con il suo duce a cavallo, i pannelli sulla storia e successi del Fascismo e quelli che celebrano l’idillio della società fascista, e il motto fascista “credere obbedire e combattere,” rappresentava l’esaltazione dello stato totalitario. Oggi, come spiega Obermair (Campostrini 2017b), con la sovrap­posizione della scritta della Arendt e la collocazione di tavole esplicative (illustranti il bassorilievo, la piazza in cui è collocato, l’opera di Piffrader e la scritta della ­Arendt) una memoria critica e attuale ha trasformato “un passato ingombrante in una contemporaneità più intelligente, leggera e finalmente desacralizzata;” il messaggio totalitario è stato preservato e al contempo riletto, capovolgendo il bassorilievo nei suoi intenti e contribuendo così “alla europeizzazione del […] tessuto urbano” di Bolzano.

Non tutti in realtà hanno condiviso questo processo di storicizzazione dei monumenti fascisti e le critiche non sono mancate; si pensi alle polemiche riguardo al led luminoso che alcune persone (poche) considerano deturpare il monumento8 con tanto di annuncio di esposto alla procura per “alterazione delle caratteristiche materiali e storiche” del monumento;9 o la voce di coloro che vede nella rimozione dei monumenti fascisti l’unica soluzione possibile. A riguardo va sottolineato il contributo nel difendere quanto messo in atto di Hannes Obermair, che è non solo, come definito dal sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi (Campostrini 2017a), “un grande storico,” e “un cavallo di razza,” ma anche un abile oratore con le parole e con i fatti. Con le parole, come quando spiega il led con la volontà di “contrapporre la leggerezza alla pesantezza” (Campostrini 2014) e la scritta della Arendt come “un’operazione un poco sovversiva e anche vagamente ironica” (Campostrini 2017b), o quando ribatte colpo su colpo ai tentativi di revisionismo storico dei misfatti del fascismo e nazismo da parte di Andrea Bonazza, rappresentante di Casa Pound. Con i fatti, come quando in risposta a Sven Knoll, consigliere provinciale di Süd-Tiroler Freiheit, che invocava il bisogno di intaccare in modo più radicale la visibilità del monumento e lo accusava di aver contribuito a congelare lo spirito fascista, Obermair tirava fuori dalla tasca un libro ispirato dagli ambienti dell’estrema destra austriaca e dall’ideologia nazionalsocialista in cui Knoll risulta tra gli autori.

È estremamente ragguardevole e fino a non tanto tempo fa impensabile quello che Hannes Obermair e gli altri hanno fatto e si spera si continui a fare con i monumenti fascisti o controversi che si trovano in Alto Adige, se si rammenta che ancora nel 2002 la decisione di cambiare il nome di piazza della Vittoria in piazza della Pace aveva suscitato l’indignazione della popolazione di lingua italiana, che in un referendum aveva a grande maggioranza richiesto il mantenimento della vecchia denominazione.

Forse, però, l’operato di Obermair e dei suoi colleghi non è ancora completamente apprezzato a livello locale visto che il Monumento (e adesso il bassorilievo di Piffrader) sembra rimanere ai margini della visione che la città e la Provincia di Bolzano vogliono dare all’esterno, anche se c’è chi ha iniziato una discussione a riguardo. Non che ogni brochure e guida di Bolzano e dell’Alto Adige debba iniziare dal Monumento, ma la special commendation ricevuta alla 39esima edizione dello European Museum of the Year Award, che ha lodato il percorso espositivo per avere integrato un monumento controverso e l’ha definito un “iniziativa molto coraggiosa e professionale volta a promuovere l’umanesimo, la tolleranza e la democrazia,” significherà pur qualcosa (Franzosini 2016).

Da anni l’Alto Adige e il proprio Statuto d’autonomia sono presentati come un modello per risolvere tensioni etniche e proteggere le minoranze nel mondo, dal Tibet, alla Bosnia-Herzegovina, all’Ucraina. Questo processo di storicizzazione dei monumenti fascisti è un nuovo tassello che arricchisce immensamente il modello altoatesino, tanto più che in società culturalmente diversificate e in materia di politica etnica, i monumenti e manufatti culturali sono spesso evidenziati per i conflitti che provocano, come per esempio i disordini scoppiati a Tallinn in Estonia nel 2007 intorno al Soldato di Bronzo, memoriale di guerra sovietico e simbolo per la popolazione russa del paese, o più recentemente le tensioni sorte negli USA riguardo ai monumenti che celebrano i soldati confederati degli Stati schiavisti del Sud. Invece, oggi il Monumento alla Vittoria e il bassorilievo di Piffrader si differenziano da questo marasma etnico-razziale, presentandosi come un simbolo tangibile dei progressi fatti in Alto Adige in materia di convivenza pacifica fra i gruppi linguistici.

Il processo di storicizzazione dei monumenti fascisti operato da Obermair e dai suoi colleghi è altresì importante se si pensa che siamo in un momento in cui alcuni aspetti del modello altoatesino stanno scricchiolando. Basta rammentare il recente fallimento della legge sulla toponomastica, su cui non si è riusciti a trovare un compromesso, i problemi emersi durante la Convenzione sull’Autonomia, che da luogo in cui la popolazione altoatesina avrebbe dovuto discutere il proprio futuro e le proprie regole insieme è diventata un megafono per le destre nazionaliste tedesche e il loro richiamo al principio di autodeterminazione. Vi è poi la polemica sul doppio passaporto, la crescita dei populismi contro la diversità (questa volta non italiana o tedesca, ma straniera), la questione (ancora!) del disagio degli italiani …

Il premio a Obermair come personalità politica dell’anno 2017 è un invito ad arginare questi scricchiolii, a prendere cazzuola e cemento per sostenere e incrementare i successi ottenuti dalla società altoatesina, e a continuare a lavorare per una convivenza che sia pacifica, condivisa, inclusiva, rispettosa della diversità e dei bisogni altrui, e aperta al dialogo fra tutti i gruppi linguistici e fra le persone che vivono in Alto Adige, in, come detto da Obermair, quest’ “Italia un po’ particolare” (citato in Alto Adige 2015).

Note

1 Traduzione dell’autore.

2 Traduzione dell’autore.

3 Traduzione dell’autore.

4 Traduzione dell’autore.

5 Le frasi proiettate di Hannah Arendt, Bertolt Brecht e Thomas Paine sono rispettivamente: “Nessuno ha il diritto di obbedire”; “Infelice il popolo che ha bisogno di eroi”; e “Il dovere del Patriota è proteggere la patria dal suo governo.”

6 Traduzione dell’autore.

7 Traduzione dell’autore.

8 Così gli esponenti di Unitalia, Donato Seppi e Marco Caruso (cit. in Alto Adige 2014a).

9 Così Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore (cit. in Alto Adige 2014b).

Riferimenti bibliografici

Alto Adige (2014a), L’anello sulla colonna. Ed è subito polemica, in: Alto Adige, 22.07.2014

Alto Adige (2014b), Monumento, esposto di Urzì: “Alterate le caratteristiche storiche”, in: Alto Adige, 22.07.2014

Alto Adige (2015), Ma qui è un’Italia un po’ particolare, in: Alto Adige, 23.05.2015

Campostrini, Paolo (2014), Finalmente è caduto anche il nostro muro, in: Alto Adige, 25.07.2014

Campostrini, Paolo (2017a), Archivio storico, l’addio polemico di Hannes Obermair, in: Alto Adige, 23.08.2017

Campostrini, Paolo (2017b), Un passato ingombrante trasformato con ironia, in: Alto Adige, 04.11.2017

Franzosini, Sarah (2016), Un premio che conta, in: Salto.bz, 11.04.2016, www.salto.bz/it/article/11042016/un-motivo-di-orgoglio (20.02.2018)

Landzelius, Michael (2003), Commemorative Dis(re)membering: Erasing Heritage, Spatializing Disinheritance?, in: Environment and Planning D: Society and Space, 21 (2), 195-221

Meharg, Sarah Jane (2004), Identicide and Terrains of Opportunity: the Problem with Post-Conflict Reconstruction,” manoscritto presentato all’Annual Conference of the Regional Peace Studies Consortium, Syracuse, USA, 13.11.2004

Mumelter, Gerhard (2014), Metamorfosi di un monumento, in: Internazionale, 23.07.2014, www.internazionale.it/opinione/gerhard-mumelter/2014/07/23/metamorfosi-di-un-monumento (20.02.2018)

Niven, Bill (2008), War Memorials at the Intersection of Politics, Culture and Memory, in: Journal of War and Culture Studies, 1 (1), 39-45

Nora, Pierre (1989), Between Memory and History: Les Lieux de Memoire, in: Representations, 26, 7-24

Obermair, Hannes (2016), Monument and City – A Tormented Relationship, in: A Permanent Exhibition within the Monument to Victory, Bolzano: Folio

Pallaver, Günther (2012), South Tyrol. From an Ethnic to a New Territorial Cleavage, in: Pallaver, Günther/Wagemann, Clausius (a cura di), Challenges for Alpine Parties, Innnsbruck: Studien Verlag, 101-125

Pallaver, Günther (2014), South Tyrol’s changing political system: from dissociative on the road to associative conflict resolution, in: Nationalities Papers, 42 (3), 376-398

Redazione ANSA (2014), ANSA.it, Kompatscher, da storicizzazione a normalizzazione, www.ansamed.info/trentino/notizie/qualitaaltoadige/2014/07/21/kompatscher-da-storicizzazione-a-normalizzazione
_7d0939ba-bd5c-4a44-bee1-b331479a4652.html (20.02.2018)

Begründung der Jury

Hannes Obermair

Politische Persönlichkeit des Jahres

Politika, die Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft/Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol zeichnet jährlich eine Persönlichkeit aus, die in einem gewissen Zusammenhang mit Südtirol steht und die sich durch besondere Leistungen im Bereich der Politik und des bildungspolitischen Engagements hervorgetan hat.

Hannes Obermair wurde vom Vorstand der Politika als politische Persönlichkeit des Jahres 2017 ausgezeichnet. Hannes Obermair, Historiker, Archivar und Kurator verschiedener Ausstellungen, ist federführend im Bereich der Aufarbeitung, Kontextualisierung und Wahrnehmung faschistischer Denkmäler in Südtirol, insbesondere in Bozen. Als damaliger Direktor des Stadtarchivs von Bozen wurde er Mitglied der Historikerkommission, die 2011 mit der Gestaltung eines musealen Parcours im Siegesdenkmal beauftragt wurde. Außerdem war die Kommission verantwortlich für die historische Einordnung des Flachreliefs von Hans Piffrader, welches Mussolini hoch zu Ross zeigt und die Verherrlichung des Faschismus darstellt.

Seiner und der Arbeit anderer, die im Bereich der historischen Einordnung faschistischer Denkmäler mitgewirkt haben, ist es zu verdanken, dass die Denkmäler – oftmals Stein des Anstoßes zwischengesellschaftlicher Beziehungen – nun Mahnmäler und Orte der Begegnung sind bzw. als solche wahrgenommen werden können für die Aufarbeitung der Vergangenheit und die Gestaltung einer gemeinsamen Zukunft. Die Kontextualisierung historischer Denkmäler, welche Ursache und Gegenstand von Streitigkeiten darstellten, ist ein wesentlicher und innovativer Beitrag für ein friedliches Zusammenleben und die Überwindung von Spannungen zwischen Südtirols Sprachgruppen. Südtirol zeigt damit beispielhaft auf, wie ethnische Spannungen überwunden und Minderheiten geschützt werden können.

Als Teil einer überparteiischen Arbeitsgruppe für die Kontextualisierung historischer Denkmäler war Obermair in der Lage, die verschiedenen Erinnerungskulturen, die an den Denkmälern haften, einander gegenüberzustellen. Dadurch, dass das Siegesdenkmal und das Piffrader-Relief in einen historischen Zusammenhang gestellt worden sind, wurden sie zu einem Grundstein für die Aussöhnung der Südtiroler mit ihrer Vergangenheit und sind zudem ein wichtiger Schritt nach vorne zur Unterstützung eines friedvollen Zusammenlebens der vielseitigen Gesellschaft Südtirols. Die Politika-Auszeichnung „Politische Persönlichkeit des Jahres 2017“ würdigt Obermairs Arbeit und ist gleichzeitig auch Ansporn dafür, weitere faschistische sowie anderweitige umstrittene Denkmäler in Mahnmäler umzuarbeiten und historisch einzuordnen.

Motivazioni della giuria

Hannes Obermair

Personalità politica dell’anno

Politika, la Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft/Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol assegna annualmente un premio a una personalità legata all’Alto Adige che per il suo operato si è particolarmente distinta nell’ambito della politica e della educazione civica.

Come personalità politica dell’anno 2017 il direttivo di Politika ha scelto Hannes Obermair.

Obermair, storico, archivista e curatore di esposizioni, è fra i protagonisti del processo di storicizzazione e contestualizzazione dei monumenti costruiti dal regime fascista in atto da vari anni in Alto Adige, in particolar modo nella città di Bolzano. Al tempo direttore dell’Archivio Storico del Comune di Bolzano, è stato nominato membro della commissione di storici che nel 2011 è stata incaricata di elaborare il percorso espositivo all’interno del Monumento alla Vittoria di Bolzano, e poi responsabile dell’intervento di contestualizzazione storica del bassorilievo di Hans Piffrader raffigurante Mussolini a cavallo e le glorie fasciste.

Il lavoro suo, così come di tutti coloro che hanno collaborato a questo processo di storicizzazione dei monumenti fascisti, sta trasformando strutture architettoniche, che per anni sono state fonte di dissidi e controversie fra la popolazione dell’Alto Adige e i suoi gruppi linguistici, in luoghi di memoria critica e di convivenza, dove la società altoatesina si può conciliare con la sua storia controversa, approfondendo una rilettura del passato per pensare a un nuovo e migliore futuro di pace. Questo processo, che reintegra simboli architettonici di discordia, rappresenta un contributo importante ed innovativo alla convivenza pacifica ed al superamento delle tensioni fra i gruppi linguistici altoatesini, che fa dell’Alto Adige un modello per risolvere tensioni etniche e proteggere le minoranze nel mondo.

Obermair è parte di un processo che si è dimostrato sovra-partitico, leale e in grado di mettere a confronto le diverse memorie legate a questi monumenti. Il processo di storicizzazione e contestualizzazione del Monumento alla Vittoria e del bassorilievo di Piffrader permette la pacificazione della memoria altoatesina ed è un importante passo avanti per sostenere e migliorare la convivenza pacifica in una società diversificata come l’Alto Adige. Il premio a Obermair è un riconoscimento al lavoro svolto, così come un invito a continuare lungo questa strada con gli altri monumenti fascisti o controversi che si trovano in Alto Adige.

Mutivazions dla giuria

Hannes Obermair

Persunalità politica dl ann

Politika, la Sozietà de Scienza Pulitica de Sudtirol/Südtiroler Gesellschaft für Politkwissenschaft/Società di Scienza Politica dell’Alto Adige ti sëurandà uni ann n pest a na persona lieda a Südtirol che tres si lëur se à fat meric tl cuntest politich.

Coche persunalità politica dl ann 2017 à l cunsëi de Politika cris ora Hannes Obermair.

Obermair, storich, archivar y curadëur de mostres ie danter i prutagonisć dl pruzes de storicisazion y cuntestualisazion di monumënc frabichei dal regim fascist, n pruzes che n ie tl lëur de fé ti ultims ani te Südtirol y dantaldut tla zità de Bulsan. Ai tëmps canche l fova diretëur dl Archif Storich dl Chemun de Bulsan, iel unì numinà cumëmber dla cumiscion di storics che tl 2011 ie unida nciarieda a lauré ora la mostra dedite tl Monumënt ala Vitoria a Bulsan, y dopro iel stat respunsabl dla cuntestualisazion storica dl bas-relief de Hans Piffrader, che rafigurea Mussolini a bastin y la glories fascistes.

Si lëur, coche nce chël de duc chëi che à cunlaurà a chësc pruzes de storicisazion di monumënc fascisć, ie tl lëur de trasfurmé strutures architetoniches, che per ani alalongia ie states gauja de descurdanzes y stritaries danter la jënt de Südtirol y si grupes linguistiches, te lueges de memoria critica y de cunvivënza, te chëles che la sozietà de Südtirol pò unì auna cun si storia cuntesteda y pustejeda, cialan de analisé te na reinterpretazion dl passà per pensé a n daunì nuef y miëur tla pesc. Chësc pruzes, che tol ite simboi architetonics de dejunion, ie n cuntribut mpurtant y inuvatif ala cunvivënza pazifica y al superamënt dla tenscions danter la grupes linguistiches de Südtirol, che fej de Südtirol n mudel per ressolver tenscions etniches y scuné la mendranzes tl mond.

Obermair ie pert de n pruzes che se à desmustrà sëura-partitich, rëidl y bon de mëter a cunfront la memories desvalives liedes a chisc monumënc. L pruzes de storicisazion y de cuntestualisazion dl Monumënt ala Vitoria y dl bas-relief de Piffrader porta pro a mëter n pesc la memoria sudtiroleja y l ie n var inant mpurtant per sustenì y miuré la cunvivënza pazifica te na sozietà tan desvaliva coche Südtirol. L pest a Obermair ie n recunescimënt per l lëur fat, coche nce n nvit a jì inant sun chësta streda cun i autri monumënc fascisć o cuntestei che ie da abiné te Südtirol.

The jury’s motivation

Hannes Obermair

Political personality of the year

Politika, the South Tyrolean Political Science Association, Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Südtiroler Gesellschaft für Politkwissenschaft/Südtiroler So­zie­tà per Scienza Pulitica, yearly assigns an award to a personality linked to South Tyrol who has made outstanding contributions to politics and civic engagement through his/her work.

As 2017 political personality, the board of Politika chose Hannes Obermair.

Obermair, historian, archivist and exhibition curator, is among the protagonists of the process of historicization and contextualization of the monuments built by the Fascist regime underway for some years in South Tyrol, especially in the city of Bolzano/Bozen. As former director of the Civic Archive of Bolzano/Bozen, he was appointed member of the commission of historians that in 2011 was tasked with elaborating a permanent exhibition within the Bolzano Monument to Victory, and then responsible for the historical contextualization of the bas-relief by Hans Piffrader depicting Mussolini on horseback and Fascist glories.

Obermair’s work, as well as the work of all those who have collaborated in this process of historicization of Fascist monuments, are transforming architectural structures, which for years have been a source of disagreement and controversy among the people of South Tyrol and its language groups, into places of critical memory and coexistence. Today, in these places the South Tyrolean society can reconcile with its controversial history, and deepen a rereading of the past in order to think of a new and better future in peace. This process, which reintegrates architectural symbols of discord, represents an important and innovative contribution to peaceful coexistence and the overcoming of tensions between the South Tyrolean linguistic groups, thus making South Tyrol a model for resolving ethnic tensions and protecting minorities in the world.

Obermair is part of a process that proved to be supra party, loyal and able to compare the different memories linked to these monuments. The process of historicization and contextualization of the Monument to Victory and Piffrader’s bas-relief allows the pacification of the South Tyrolean memory and is an important step forward to supporting and improving peaceful coexistence in a diversified society such as South Tyrol. The award assigned to Obermair is a recognition of the work done, as well as an invitation to continue along this road with other Fascist or controversial monuments in South Tyrol.