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Andrea Di Michele/Günther Pallaver

Le elezioni comunali a Bolzano,
tra frammentazione, personalizzazione
e voto di protesta

1. Introduzione

All’appuntamento con le elezioni amministrative del maggio 2010 tutti i partiti in corsa sono arrivati avendo ancora fresco nella memoria il risultato delle elezioni immediatamente precedenti, le provinciali dell’ottobre 2008. In quell’occasione l’esito finale aveva assunto una valenza “storica”, con la Südtiroler Volkspartei (Svp) che per la prima volta nella sua lunga storia non aveva centrato l’obiettivo della maggioranza assoluta dei voti, segnando l’ultima tappa del lungo e costante calo di consensi, scesi in sessant’anni di elezioni provinciali dal 67,6 % del 1948 al 48,1 % del 2008. L’emorragia di voti alla sua destra era stata pesante, soprattutto a favore dei Freiheitlichen, che conquistando il 14,3 % dei voti si erano imposti come il secondo partito a livello provinciale (Atz 2009; Atz/Pallaver 2009).1

Il clima alla vigilia della tornata elettorale amministrativa, quindi, è stato piuttosto agitato dalla speranza da una parte e dal timore dall’altra di sensibili cambiamenti negli equilibri politici. Così è stato anche a Bolzano, dove più numerose che in altri comuni erano le questioni poste sul tavolo, i motivi d’incertezza e di discussione.

2. La scelta dei candidati, la SVP e i partiti al di fuori dei blocchi

Al primo posto vi era la scelta dei candidati dei due principali schieramenti, il centrosinistra e il centrodestra italiani, ricalcati sulle coalizioni politiche contrapposte sulla ribalta nazionale; a Bolzano – dove nel corso del sessantennio repubblicano si sono succeduti esclusivamente sindaci di lingua italiania – erano gli unici in grado di correre davvero per la carica di sindaco.

La scelta dei candidati è avvenuta con difficoltà per entrambi gli schieramenti. A iniziare la discussione è stato il centrosinistra, dove inaspettatamente, anche dall’interno del Partito democratico, si sono alzate voci favorevoli alla sostituzione del sindaco uscente, Luigi Spagnolli, con un mai precisato volto nuovo (Alto Adige 2010). Per diverse settimane la discussione interna e le conseguenti tensioni sono andate crescendo, fino al culmine segnato dalle dichiarazioni dello stesso Spagnolli, che di fronte alle perplessità riguardo al suo nome e all’ipotesi di primarie si è detto indisponibile a ricandidarsi (Alto Adige 2010a). In assenza di una reale e condivisa alternativa, la mossa a sorpresa di Spagnolli ha posto fine ai tentennamenti della coalizione e ha fatto convergere definitivamente sul suo nome il sostegno di tutti i partner. (Alto Adige 2010b).

Le modalità con cui si è giunti alla selezione del candidato non sono certo valse a rafforzarne la credibilità; hanno messo piuttosto in luce le divisioni interne alla coalizione e la diffusa insoddisfazione nello stesso partito di cui Spagnolli era espressione, il Partito democratico, per la figura di chi aveva retto la coalizione di governo a Bolzano nei cinque anni precedenti. Alla fine della lunga polemica interna, dipanatasi tra pesanti accuse e contraccuse, agli occhi degli elettori di centrosinistra la candidatura di Spagnolli non si è presentata con i caratteri della scelta migliore capace di convincere tutti, ma piuttosto come l’unica possibile in mancanza di altre personalità considerate valide e accettabili da tutti i partner. Infine, dopo lunghe trattative, Spagnolli ha ottenuto il sostegno delle seguenti liste: Partito socialista italiano, Bonino-Pannella, Verdi-Grüne-Vërc, Rifondazione comunista, SVP, Sinistra ecologia e libertà con Vendola, Partito democratico (PD), Di Pietro-Italia dei valori.

In maniera ancora più conflittuale si è sviluppato il confronto interno al centrodestra. Le elezioni comunali sono state l’occasione per far deflagrare la contrapposizione che da molto tempo si trascinava nel locale Popolo della libertà (PdL). Protagonisti i due deputati Michaela Biancofiore e Giorgio Holzmann, la prima proveniente da Forza italia (FI), il secondo da Alleanza nazionale (AN).

Per ricercare le origini dello scontro bisogna riandare alla nascita del partito di Silvio Berlusconi e alla sua capacità di insediare a Bolzano la posizione faticosamente costruita a partire dagli anni Ottanta dal Movimento sociale italiano prima e da Alleanza nazionale poi, di partito più rappresentativo degli italiani e del loro “disagio”. La concorrenza tra le due forze politiche è stata sempre durissima e non ha conosciuto alcun ammorbidimento neppure in seguito alla loro unione nel Popolo della libertà. Si è trattato essenzialmente di una contrapposizione per la conquista della leadership, che non ha ancora trovato soluzione a causa del sostanziale equilibrio tra le due parti in causa. Nel corso della lunga querelle non sono mancate divergenze sui contenuti, essenzialmente sul terreno dell’atteggiamento da tenere nei confronti dell’Svp. Al riguardo Holzmann si è progressivamente spostato su una linea di dialogo e di possibile collaborazione, attaccato per questo da Biancofiore, che ha invece costruito il proprio consenso sulla base di aggressivi slogan nazionalisti e atteggiamenti spesso antitedeschi. Ma le recentissime prese di posizione della “pasionaria” azzurra che, anche per favorire la decisiva astensione dell’Svp in occasione del delicatissimo voto di fiducia parlamentare del 14 dicembre 2010, hanno inaugurato una fase di apertura verso il partito di maggioranza sudtirolese (Alto Adige 2010c), mostrano come al centro del conflitto interno al Pdl non vi siano tanto i contenuti, quanto lo scontro per la supremazia nel partito.

Sulla scelta della persona da mettere in campo si è giocata una lunga e autodistruttiva battaglia interna, fatta di veti e controveti, che ha bruciato diversi nomi, tra i quali quelli dello stesso Holzmann, di Ivan Benussi, che cinque anni prima era riuscito a battere per una manciata di voti il sindaco uscente Giovanni Salghetti Drioli e di Mario Tagnin, sponsorizzato con veemenza da Biancofiore. Il risultato è stato il ripiegamento su un nome nuovo, estraneo alle beghe interne ma privo di radicamento e di qualsiasi esperienza amministrativa, l’ex campione di hockey Robert Oberrauch (Alto Adige 2010d). Di fatto le due componenti del partito hanno poi condotto la campagna elettorale ciascuna per proprio conto, con l’obiettivo di contarsi per la successiva resa dei conti interna. In una situazione paradossale, che alla vigilia del voto vedeva addirittura Holzmann venire alle mani con un sostenitore di Biancofiore (Alto Adige 2010e), Oberrauch, sostenuto da Democrazia cristiana, Unitalia, Il Popolo della libertà, Lega nord e dalla lista civica Forza Bolzano creata dallo stesso candidato sindaco, pareva inevitabilmente destinato alla sconfitta.

Alla luce delle contraddizioni interne al centrodestra, dunque, le debolezze di Spagnolli e della sua coalizione apparivano quali colpe veniali.

Di fronte alle scelte dei due schieramenti che correvano per la poltrona di sindaco vi erano i propositi dell’Svp, divisa tra chi chiedeva di presentare un proprio candidato al primo turno, riservandosi così di scegliere solo al momento del ballottaggio l’alleato da sostenere, e chi invece proponeva di appoggiare subito il candidato del centrosinistra con cui l’Svp già governava l’amministrazione comunale. Intorno a questa scelta si è sviluppato uno scontro piuttosto acceso tra i vertici del partito a livello provinciale e quelli comunali. Per i primi era importante presentare un proprio candidato sindaco per ribadire l’autonomia politica del partito e per evitare di apparire politicamente succubi degli schieramenti italiani, mostrando il fianco alle critiche provenienti dall’agguerritissima destra tedesca. Per i secondi, invece, la prima preoccupazione era scongiurare il rischio di una vittoria del centrodestra, di cui impensierivano le posizioni di esasperato nazionalismo rappresentate da Unitalia ma anche da singoli esponenti del Popolo della libertà.

A preoccupare i vertici dell’Svp bolzanina era quanto accaduto cinque anni prima. Nel maggio 2005 il partito di maggioranza si era comportato come sempre nel passato, presentando cioè un proprio candidato sindaco per poi, al secondo turno, far confluire i voti su un candidato italiano. In quell’occasione, però, Ivan Benussi, aspirante sindaco del centrodestra, per soli sette voti aveva prevalso al ballottaggio su Giovanni Salghetti Drioli.1 Nell’impossibilità di dar vita a una giunta senza l’appoggio dell’Svp, Benussi si era dimesso e gli elettori erano tornati alle urne a novembre. Il nuovo candidato del centrosinistra, Luigi Spagnolli, forte del sostegno al primo turno dell’Svp, era poi riuscito a portare subito a casa la vittoria con il 50,3 % dei voti, evitando il rischioso ballottaggio.2 Memore di questo precedente, dopo lunghe e accese discussioni interne l’Svp rinunciò a presentare un proprio nome, sostenendo fin dall’inizio la candidatura di Spagnolli.

La terza, importante questione ruotava attorno al comportamento delle forze che sarebbero rimaste al di fuori dei confini delle due coalizioni principali. Avrebbero presentato liste autonome? Quanti e quali voti avrebbero raccolto? Come si sarebbero schierate in caso di ballottaggio? Il maggior elemento d’incertezza era determinato dalla presentazione, per la prima volta in elezioni comunali a Bolzano, di una lista targata Freiheitlichen. Ciò rientrava in una strategia complessiva del partito di Pius Leitner, che sull’onda dell’ottimo risultato alle provinciali di meno di due anni prima decideva di presentarsi con proprie liste in numerosi comuni. A Bolzano la sua candidata sindaco, la consigliera provinciale Ulli Mair, poteva contare sull’appoggio del movimento di Eva Klotz, Süd Tiroler Freiheit.

La novità ha determinato una certa agitazione preelettorale, soprattutto nelle file dell’Svp, timorosa di subire una pesante emorragia di voti e proprio per questo indecisa su quale fosse il miglior atteggiamento da tenere al primo turno (proprio candidato o sostegno diretto a Spagnolli). Da più parti si prevedeva che la presenza dei Freiheitlichen avrebbe sottratto consistenti consensi all’Svp, rendendo in questo modo assai difficoltosa per Spagnolli la strada verso la rielezione.

Un altro ostacolo per il sindaco uscente era rappresentato dall’uscita dalla coalizione di centrosinistra dell’Unione di centro (UdC), che decideva di correre per proprio conto presentando quale candidato sindaco il suo leader Sandro Repetto. Alla base della decisione dell’Udc vi era sicuramente l’influenza esercitata dalla linea nazionale del partito, impegnato a posizionarsi al centro dello schieramento politico, al di fuori delle due grandi coalizioni. Ma vi era anche un calcolo tattico, determinato dalla situazione d’incertezza del risultato elettorale. L’idea era quella di giungere al ballottaggio potendo giocare il ruolo decisivo di ago della bilancia, conquistando così un peso politico assai superiore a quello elettorale, da sfruttare al momento della creazione della nuova giunta.

Alla fine, per conquistare almeno uno dei cinquanta seggi del consiglio comunale di Bolzano si sono presentati ben 21 partiti. L’alto numero delle forze politiche scese in campo ha rimesso in luce un problema che negli ultimi anni ha coinvolto i partiti italiani sia a livello provinciale che comunale: la loro frammentazione. Nel 2000 a candidarsi erano stati 14 partiti, mentre nella tornata elettorale del novembre 2005 il loro numero era salito a 22, per poi attestarsi a 21 nel 2010. Se non consideriamo i partiti interetnici (uno nel 2000, due nel 2005 e nel 2010) e neppure il partito etnico dei Ladins (presentatosi nel 2000 e nel 2005 ma non nel 2010), allora arriviamo, tra italiani e tedeschi, a 19 partiti nel 2005 e nel 2010 e a 12 nel 2000.

Nel panorama politico di lingua tedesca la frammentazione è assai ridotta. Nel 2010, accanto alla SVP, si sono presentati i Freiheitlichen e la Süd Tiroler Freiheit, che però non hanno superato il due per cento dei voti. Anche nel 2005 i partiti tedeschi erano stati tre, nel 2000 soltanto due.

Nel mondo di lingua italiana, invece, la frammentazione è cresciuta progressivamente. Nel 2000 si contavano 11 partiti italiani, nel 2005 15 e nel 2010 16. Questa frammentazione ha interessato in primo luogo il centrosinistra, passato dai 3 partiti del 2000, ai 5 del 2005 e infine ai 9 del 2010. I partiti di centro e di centrodestra, invece, seppur di poco sono riusciti a ridurre la propria frammentazione. Nel 2010 la coalizione di centrodestra comprendeva cinque partiti, mentre nel 2005 ne aveva avuti 6 alle elezioni di maggio e 7 a quelle di novembre. Il centro era partito con due partiti nel 2000 per salire a tre nel 2010.

Questa frammentazione ha ovviamente delle ripercussioni sulla composizione della giunta comunale, sulla sua stabilità e conflittualità interna. Attualmente la giunta comunale uscita dalle urne nel 2010 è sostenuta da ben nove partiti a livello di giunta e di sottogoverno, dopo che anche l’Udc appoggia il governo Spagnolli dall’esterno.

3. La campagna elettorale: presenza mediatica dei candidati sindaco e tematiche elettorali

Dai politici la presenza mediatica è vista come condizione necessaria del successo elettorale.3 Da ormai diversi anni è la televisione ad essere considerata il principale terreno della competizione elettorale. Questo però non deve portare a sottovalutare il ruolo assai importante che a livello provinciale e quindi anche comunale svolgono i quotidiani, specialmente il Dolomiten per il gruppo di lingua tedesca e l’Alto Adige per il gruppo di lingua italiana.

Le seguenti tabelle ci mostrano i dati sulla presenza dei candidati sui media locali (dati assoluti e in percentuale). Scorrendoli appare evidente il forte distacco di presenza mediatica che divide i primi due candidati sindaco da tutti gli altri. L’interesse dei mezzi di comunicazione si è concentrato sul duello tra Luigi Spagnolli e Robert Oberrauch, in linea con la tendenza alla personalizzazione della politica che mette al centro i personaggi con la loro immagine oltre che con i loro programmi.

Si nota poi un certo distacco tra i due principali contendenti, con una presenza del 39,6 % di Spagnolli e solo il 26,1 % per Oberrauch; tutti gli altri, in relativo equilibrio, non superano il sette per cento.

Tabella 1: Presenza mediatica dei candidati sindaco

soggetto focus

numero menzioni

percentuale

Spagnolli Luigi

1072

39,6 %

Oberrauch Robert

707

26,1 %

Mair Ulli

185

6,8 %

Repetto Sandro

173

6,4 %

Di Puppo Michele

144

5,3 %

Berger Alberto

129

4,8 %

Filippi Alberto

116

4,3 %

Sabbadin Patrizia

96

3,5 %

Di Gesaro Pinuccia

87

3,2 %

2709

100,0 %

Fonte: MediaWatch Institut für Medienanalysen GmbH (Innsbruck). Analisi risonanza mediatica elezioni comunali Alto Adige 2010: 12.04.201016.05.2010; N = 2709 menzioni.

Distinguendo il comportamento dei singoli media si nota che sui candidati di punta dei due schieramenti si sono concentrati soprattutto i quotidiani di lingua italiana Corriere dell’Alto Adige e Alto Adige. Nonostante ciò, sul piano della personalizzazione della campagna elettorale non vi sono state differenze sostanziali tra media di lingua italiana e media di lingua tedesca. Il sindaco uscente Luigi Spagnolli ha goduto di gran lunga della più alta percentuale di presenza. È stato scavalcato solo in due casi: da Ulli Mair nella “Zett – Die Zeitung am Sonntag” e da Robert Oberrauch nel notiziario di mezzogiorno della RAI di lingua tedesca.

Non sono però mancati alcuni media che, più che concentrarsi sui candidati di punta, si sono occupati dei temi principali della campagna elettorale.

Tabella 2: Bolzano. Analisi della presenza dei candidati sindaco sui diversi media

Fonte: MediaWatch Institut für Medienanalysen GmbH (Innsbruck). Analisi risonanza mediatica elezioni comunali Alto Adige 2010: 12.04.2010 –16.05.2010;* N = 2709 menzioni.

L’efficacia della presenza mediatica da parte degli attori politici non dipende solamente da fattori quantitativi. Per capire veramente chi ha maggiormente beneficiato dei media vanno considerati anche elementi qualitativi, tra cui il modo, positivo, negativo o neutrale, con cui gli stessi media hanno parlato dei diversi politici. Nel caso di Bolzano, durante la campagna elettorale la cronaca politica è stata tendenzialmente equilibrata e neutrale. Anche qui, però, si nota una differenza, seppur abbastanza ridotta, tra i due candidati di punta. Luigi Spagnolli ha raccolto il dato quantitativamente maggiore sia dei commenti positivi che di quelli negativi, segno di una valutazione controversa del candidato PD, anche se con percentuali piuttosto basse. La cronaca su Robert Oberrauch, invece, e in maniera ancora maggiore per quanto riguarda gli altri candidati, è stata al 95 % neutrale.

Tabella 3: Valutazione dei candidati sindaco da parte dei media

soggetto focus

negativa

neutrale

positiva

totale

Spagnolli Luigi (1072*)

5,1 %

90,4 %

4,5 %

100,0 %

Oberrauch Robert (707)

2,4 %

95,2 %

2,4 %

100,0 %

Mair Ulli (185)

1,1 %

97,3 %

1,6 %

100,0 %

Repetto Sandro (173)

0,0 %

98,8 %

1,2 %

100,0 %

Di Puppo Michele (144)

0,7 %

98,6 %

0,7 %

100,0 %

Berger Alberto (129)

2,3 %

97,7 %

0,0 %

100,0 %

Filippi Alberto (116)

0,9 %

99,1 %

0,0 %

100,0 %

Sabbadin Patrizia (96)

0,0 %

100,0 %

0,0 %

100,0 %

Di Gesaro Pinuccia (87)

1,1 %

98,9 %

0,0 %

100,0 %

Totale

3,0 %

94,4 %

2,6 %

100,0 %

Fonte: MediaWatch Institut für Medienanalysen GmbH (Innsbruck). Analisi risonanza mediatica elezioni comunali Alto Adige 2010: 12.04.2010 –16.05.2010; *N = 2709 menzioni.

Temi, immagini e strategie sono gli ingredienti della copertura informativa di tutte le campagne elettorali moderne (Mazzoleni 1998, 227). Se filtriamo gli argomenti, i temi e i problemi intorno ai quali si è sviluppato il dibattito politico durante la campagna elettorale a Bolzano notiamo che i media altoatesini hanno parlato e scritto per la maggior parte di problemi concreti (policy issues). Grande spazio, però, è stato riservato anche alle cosiddette campaign issues, con cui si intendono una molteplicità di temi che vanno dalle dimensioni strategiche e organizzative della campagna elettorale a questioni legate alle candidature e ai sondaggi, alle previsioni sull’esito del voto, ecc. Le political issues, invece, si riferiscono ai temi della sfera astratta del confronto elettorale, quali discussioni ideologiche, future alleanze, formule di governo, ecc.

A livello provinciale, la copertura mediatica della campagna per le elezioni comunali ha oscillato tra l’informazione elettorale su temi concreti (policy issues), come il traffico e l’urbanistica, per un totale del 50,3 % dei temi trattati, e le tematiche “metapolitiche” (campaign e political issues), come la stessa campagna elettorale, la propaganda, le manifestazioni politiche, le previsioni elettorali e le speculazioni su incarichi assessorili, per un totale del 41,7 %. Le personal issues, che si riferiscono alla vita e all’attività degli attori politici e dei partiti, hanno rappresentato l’8 % della copertura mediatica.

Identiche tendenze si ritrovano nella campagna elettorale di Bolzano. Anche nel capoluogo la discussione è ruotata attorno a questioni inerenti la stessa gestione della competizione elettorale (performance dei candidati, organizzazione della campagna elettorale, modelli di comunicazione) con il 23,8 %, quindi alle possibili coalizioni e liste di candidati (12,7 %) e alle previsioni elettorali (11,9 %). Tra le tematiche politiche troviamo con il 4,1 % il traffico (tram – minimetro; ticket per pendolari; spostamento dell’autostrada, ecc.), seguito dall’urbanistica con il 3,2 % (quartiere Casanova; pianificazione urbanistica). Seguono con il 2,5 % il discorso sull’identità culturale (convivenza, interetnicità), lo stato della coalizione che governa la città (2,3 %), la capacità di management e di leadership dei politici (2,3 %), la presenza degli stranieri (integrazione degli immigrati; immigrazione clandestina, ecc.) con il 2,2 % e infine il commercio con l’artigianato (licenze, centri commerciali e commercio al minuto, orari d’apertura, ecc.) con il 2,2 %. Tutti gli altri temi non hanno raggiunto il 2 % della copertura mediatica.

Tabella 4: Bolzano. Analisi delle tematiche. Classifica dei temi principali dei candidati sindaco

Fonte: MediaWatch Institut für Medienanalysen GmbH (Innsbruck). Fonte: Analisi risonanza mediatica elezioni comunali Alto Adige 2010: 12.04.2010–16.05.2010; N = 3133 affermazioni.

La differenza più vistosa tra le tematiche preferite dai due candidati sindaco Luigi Spagnolli e Robert Oberrauch si rivela nell’ambito delle campaign issues: per Spagnolli rappresentano il 18,6 % del totale, percentuale che per Oberrauch sale al 30,9 %. Significativo è anche che per Spagnolli la questione degli extracomunitari non sia un tema, mentre per Oberrauch lo sia per il 3 % delle tematiche trattate e coperte dai media.

Il fatto che nel ranking dei primi dieci temi collegati a Oberrauch si trovi la “capacità di management e di leadership”, nonché il “rapporto tra i partiti” richiama il peso degli scontri interni alla coalizione di centrodestra. Sul versante opposto troviamo Spagnolli impegnato a discutere dello “stato di giunta/della coalizione”, a segnalare il dibattito sui successi e gli insuccessi della coalizione uscente.

La copertura mediatica in riferimento a Robert Oberrauch è orientata più verso il conflitto (61 %) che verso il consenso (12 %), mentre per Spagnolli il primo elemento si ferma al 43 % e il secondo giunge al 33 %. Sono questi gli unici dati che segnano una divaricazione netta tra i due contendenti, in un quadro segnato da differenze minime.

Un’analisi distinta tra media di lingua tedesca e di lingua italiana non lascia emergere differenze significative, tranne che per la tematica dell’immigrazione, su cui si sono concentrati i media in lingua tedesca con il 2,8 % della copertura mediatica, mentre quelli in lingua italiana si sono fermati all’1,9 %.

4. Il risultato elettorale

Rispetto ai presupposti e alle aspettative pre-elettorali di cui prima si è parlato, ciò che è uscito dalle urne è risultato in parte imprevisto.4

Il centrosinistra e l’Svp hanno raggiunto un obiettivo su cui alla vigilia del voto pochi contavano, e cioè la vittoria al primo turno. Spagnolli ha ottenuto il 52,4 % dei voti, con il suo diretto avversario fermo al 32,7 %. In maniera del tutto inaspettata, i temuti Freiheitlichen hanno racimolato un misero 1,4 %, che non ha consentito loro neppure di entrare in consiglio comunale, mentre l’Svp, seppur in calo, con il 19,6 % ha dimostrato la sua solidità. Il sostegno al primo turno assicurato a Spagnolli, che secondo alcuni avrebbe dovuto penalizzarla, l’ha invece rafforzata. Tanti elettori di lingua tedesca non hanno probabilmente risposto al richiamo dei Freiheitlichen proprio per sostenere Spagnolli, evitare il ballottaggio e scongiurare la vittoria del centrodestra. Qualora l’Svp si fosse presentata da sola al primo turno, verosimilmente non tutti l’avrebbero seguita, sentendosi liberi di votare altre liste e riservandosi poi di sostenere Spagnolli al ballottaggio. Se l’Svp è stata utile a Spagnolli nel conseguire la vittoria finale, altrettanto utile è stato il sindaco nell’aiutare la “balena bianca” sudtirolese a respingere l’attacco dei Freiheitlichen.

Tabella 5: Comune di Bolzano, risultati elettorali maggio 2010 e novembre 2005 a confronto

Partiti

2010
%

2005
%

Il popolo della Libertà

21,5 %

Forza Italia

10,1 %

Alleanza Nazionale

17,7 %

Südtiroler Volkspartei

19,6 %

Südtiroler Volkspartei

21,8 %

Partito Democratico

17,2 %

Democratici di Sinistra

9,2 %

La Margherita-Democrazia e Libertà

7,2 %

Verdi-Grüne-Vërc

6,5 %

Verdi-Grüne-Vërc

4,3 %

Projekt Bozen

1,8 %

Casini UDC

5,8 %

UDC

1,0 %

Lega Nord

5,5 %

Lega Nord

1,0 %

Lista Civica Beppe Grillo

4,1 %

Nautilus Cittadinanza Attiva/Bozen Aktiv

1,4 %

Unitalia

3,6 %

Unitalia

3,2 %

Rifondazione Partito Comunista

2,7 %

Rifondazione Partito Comunista

3,0 %

Di Pietro Italia dei Valori

2,4 %

Italia dei Valori

0,9 %

Forza Bolzano

2,1 %

Lista Benussi

8,8 %

Unione per Bolzano

1,5 %

Al Centro con Cigolla

1,4 %

Die Freiheitlichen

1,4 %

Südtiroler Volksbewegung

0,2 %

Partito Socialista Italiano

1,3 %

Socialisti Democratici Italiani

1,5 %

Sinistra ecologia libertà con Vendola

1,2 %

Partito per tutti

0,5 %

Bonino-Pannella

0,9 %

Nuovo PSI Partito Socialista

0,3 %

Fionda di Davide/Davids Schleuder

0,7 %

Ladins

0,3 %

Comunisti Italiani

0,6 %

Comunisti Italiani

1,0 %

Süd Tiroler Freiheit

0,5 %

Democrazia Cristiana

0,4 %

Democrazia Cristiana per le Autonomie

3,3 %

Athesis

0,4 %

Fonte: www.elezionicomunali.bz.it/8427/list_li_vg.htm (12.1.2011).

Un dato che merita di essere sottolineato e fondamentale per leggere adeguatamente il risultato elettorale è il sensibile calo dell’affluenza alle urne, passata dal 75,2 % del novembre 2005 al 65,7 %, mentre nel 2000 aveva votato ancora il 76 % degli aventi diritto. Rispetto a cinque anni prima il numero dei votanti è sceso di più di 8.000 unità. La diminuzione di quasi dieci punti percentuale si può leggere da una parte come il sintomo di una generale disaffezione per la partecipazione politica, fenomeno non certo limitato al Sudtirolo; dall’altra come conseguenza del durissimo scontro interno al centrodestra. Alla destra italiana sono mancati molti voti di suoi affezionati elettori che, non trovando sul tavolo dell’offerta politica un‘alternativa considerata appetibile, hanno scelto la via dell’astensione.

I dati ci dicono che è il centrodestra ad aver subito il calo più significativo di voti. Nel novembre 2005 Benussi, pur perdendo, aveva raccolto 26.032 voti, pari al 45,2 %. Cinque anni dopo Oberrauch si è fermato a 16.121 voti, pari soltanto al 32,7 %. A subire il calo più rilevante è stata la formazione principale della coalizione, il Popolo della libertà, che ha ottenuto 9.899 voti (21,5 %), mentre nel 2005 Alleanza nazionale e Forza italia ne avevano ricevuti complessivamente 14.694 (27,8 %).

Ma anche la lista creata attorno al candidato sindaco non è stata all’altezza della situazione: Forza Bolzano di Oberrauch ha racimolato un misero 2,1 % dei voti, mentre nel 2005 la Lista Benussi aveva raggiunto un ottimo 8,8 %. Dietro al crollo del PdL e di tutta la coalizione vi è sicuramente il livello ormai fuori controllo della litigiosità interna, che ha reso priva di qualsiasi credibilità la proposta politica del centrodestra. Dietro al risultato deludente di Forza Bolzano, però, vi è anche la scarsa autorevolezza del candidato sindaco, sulla cui scelta si sono misurati gli errori del centrodestra, che per individuare il nome migliore si era affidato a un sondaggio che aveva posto Oberrauch in fondo al gradimento del proprio elettorato (Alto Adige 2010f), salvo poi prediligerlo a causa dei veti incrociati.

Con l’elezione diretta del sindaco è evidente che, al di là della forza dei partiti, un ruolo decisivo viene esercitato dalla capacità del candidato di attrarre consensi anche al di fuori del tradizionale bacino dei partiti. Il sistema elettorale in vigore stabilisce che il voto assegnato a una data lista vada automaticamente al suo candidato sindaco, ma prevede anche la possibilità di votare un candidato sindaco senza necessariamente dare la preferenza a uno dei partiti che lo sostengono. Potenzialmente, dunque, l’aspirante sindaco può ricevere più voti dei partiti della sua coalizione. La differenza tra i voti assegnati alle liste di partito e quelli ottenuti dai candidati sindaci di riferimento rappresenta un dato interessante: quanto più la differenza è elevata, tanto più il candidato dimostra appeal verso l’elettorato meno politicizzato, che poco si riconosce nei partiti e nelle coalizioni, l’elettorato più volubile e disposto a cambiare schieramento e quindi potenzialmente decisivo in situazioni equilibrate e incerte. Nel novembre 2005 Spagnolli aveva vinto ottenendo 28.992 voti, contro i 26.890 andati alle liste d’appoggio; Benussi, invece, di voti ne aveva presi 26.032, contro i 23.376 della sua coalizione. Spagnolli, dunque, aveva ottenuto 2.102 preferenze in più rispetto ai partiti che lo sostenevano, mentre Benussi, pur uscendo sconfitto, ne guadagnava ben 2.656, dimostrando di essere il candidato giusto per allargare i confini della sua coalizione.

Ben altri i numeri di Oberrauch, che con 16.121 preferenze aumentava solo di 870 il pacchetto di voti ricevuto dalle liste di sostegno, mentre Spagnolli, con 25.831 preferenze, li aumentava di 1.975.

Centrale per la vittoria di Spagnolli è stato il crollo dei consensi del centrodestra. Nonostante il successo, in termini assoluti il sindaco uscente ha visto diminuire i propri voti, che da 28.992 sono passati a 25.831. È soltanto a causa del crollo del numero dei votanti che in percentuale la coalizione è cresciuta dal 50,3 % al 52,4 %. Sul calo del numero dei voti a favore del centrosinistra ha sicuramente pesato la candidatura autonoma di Sandro Repetto per l’Unione di centro, sganciatasi dall’alleanza con Spagnolli e capace di ottenere 2.800 voti, pari al 5,7 %, per il suo aspirante sindaco. Un ottimo risultato sulla scia dell’ascesa in termini di consenso che il partito di Pierferdinando Casini conosce a livello nazionale, ma che è servito a poco in assenza del ballottaggio in cui i suoi voti sarebbero stati preziosissimi e ben spendibili sul mercato della politica.

La sostanziale tenuta del centrosinistra ha reso meno visibile il calo dei voti patito soprattutto dall’Svp (– 2.503), ma anche dal Partito democratico (– 731 rispetto alla somma dei voti avuti dai Democratici di sinistra e dalla Margherita nel 2005, ma solo -167 se si considera la presenza nel 2010 della lista Sinistra ecologia libertà). Anche altre formazioni minori della coalizione non hanno brillato, conoscendo leggeri cali di consenso (Rifondazione comunista; Partito socialista italiano) o una non brillantissima tenuta (i Verdi sono sì cresciuti di circa 700 voti, ma a seguito dell’alleanza con Projekt Bozen, che ne portava in dote più di 900).

Crescono invece, dentro e fuori gli schieramenti maggiori, le forze che, in maniera più o meno convinta, si attribuiscono una carica “antisistema” o che comunque alimentano e rappresentano forme di protesta. Nel centrosinistra l’unico movimento che ha conosciuto un chiaro rafforzamento è Italia dei valori, che dai 465 voti del 2005 (0,9 %) è salito a 1.095 (2,4 %). Per il centrodestra lo stesso può dirsi per la Lega nord, che ha approfittato dell’onda lunga del partito in tutto il settentrione, quintuplicando i propri consensi e attestandosi al 5,5 %. Al di fuori degli schieramenti, anche a Bolzano ha avuto un indubbio successo il debutto della Lista civica Beppe Grillo, che ha conquistato 1.875 voti (4,1 %). Nella specialissima situazione del capoluogo i Freiheitlichen non hanno mietuto i successi da molti attesi, conoscendo però un ottimo risultato nel resto della provincia.

L’aumento del peso di partiti che hanno costruito i propri successi elettorali presentandosi come movimenti di rottura, unito alla decisa crescita del­l’asten­sio­nismo possono rappresentare segnali di disagio di porzioni crescenti del corpo elettorale, che faticano a riconoscersi nelle principali forze politiche. Non è un caso che i due principali candidati sindaci che nel novembre 2005 catalizzavano complessivamente il 95,5 % dei voti, sottraendo di fatto qualsiasi spazio ai partiti fuori dai blocchi, nel 2010 siano riusciti ad attrarre “solo” l’85,1 %, una cifra sicuramente ragguardevole, ma che lascia intravedere l’esistenza di concreti spazi di manovra per forze esterne ai due poli.

Note

1 I dati sulla tornata elettorale del maggio 2005 a Bolzano si possono leggere in: http://www.provinz.bz.it/vote/gem2005/507/mayor_li_s0_p0_c0.htm (12.1.2011).

2 I dati sulle elezioni comunali di Bolzano del 6 novembre 2005 utilizzati qui e più avanti nel testo sono tratti da: www.comune.bolzano.it/prog/elezioni/com2005b/ (12.1.2011).

3 L’analisi della campagna elettorale sui media a Bolzano si basa sui dati messi a disposizione da MediaWatch, relativi ai quotidiani/settimanali “Dolomiten”, “Neue Südtiroler Tageszeitung”, “ff-Südtiroler Wochenmagazin”, “Zett – Die Zeitung am Sonntag”, “Alto Adige”, “Corriere dell’Alto Adige”, “La Usc di Ladins”, alle reti televisive della RAI: Tagesschau (quotidianamente ore 20), TG-Regione (quotidianamente ore 20), Trail (quotidianamente ore 19.55), nonché a Südtirol heute (lunedì–venerdì ore 19.30) e a Telegiornale Video 33 (quotidianamente ore 19.30). Inoltre sono state analizzate le emittenti radiofoniche della Rai: Mittagsnachrichten (quotidianamente ore 12), TGR Giornale Radio (lunedì–sabato ore 12.10, domenica ore 12.40), Nutizies por i Ladins (lunedì–sabato ore 13.30, domenica ore 12.30), nonché Giornale Radio NBC Rete Regione (quotidianamente ore 12.00), Südtirol Journal Mittagsmagazin (lunedì-sabato ore 12.10). Quest’ultimo è un prodotto di Radio Media International, che offre servizi informativi alle società delle emittenti radiofoniche Südtirol 1, Radio Tirol, Radio Holiday, Radio Grüne Welle, Tele Radio Vinschgau, Stadt Radio Meran, Radio Gherdëina e Radio Nord.

I dati analizzati sono relativi ai candidati sindaco Luigi (Gigi) Spagnolli (PD), Robert Oberrauch (Forza Bolzano), Sandro Repetto (Casini UdC), Alberto Filippi (Lista Civica Beppe Grillo), Ulli Mair (Die Freiheitlichen, Süd Tiroler Freiheit), Michele Di Puppo (Unione per Bolzano), Giuseppina (Pinuccia) Di Gesaro (Fionda di Davide-Davids Schleuder), Patrizia Sabbadin (Comunisti Italiani) e Alberto (Albert) Berger (Athesis).

La ricerca ha analizzato le notizie presenti sui media relativamente ai candidati sindaco per il periodo dal 12 aprile al 16 maggio 2010. Ringraziamo MediaWatch Institut für Medienanalysen GmbH (Innsbruck), in special modo Florian Castlunger, per averci fornito i dati sulla campagna elettorale in generale e sulla risonanza mediatica dei candidati sindaco.

4 Tutti i dati citati di qui in avanti sulle elezioni comunali del 16 maggio 2010 sono tratti da: www.ele
zionicomunali.bz.it/8427/index_li_vg.htm (12.1.2011).

Riferimenti bibliografici

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Alto Adige (2010b). Il Pd a Spagnolli: “Sei il candidato”, 12.1.2010.

Alto Adige (2010c). Biancofiore: passaggio storico tra Svp e Pdl, 6.12.2010.

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Alto Adige (2010e). La lite nel Pdl finisce a schiaffi, 15.5.2010.

Alto Adige (2010f). Benussi: “Sfiderò Spagnolli”. L’ex sindaco galvanizzato dal successo nel sondaggio Pdl, 26.3.2010.

Atz, Hermann (2009). Das Wahlergebnis: Werden die ethnischen Wahlarenen durchlässiger? Eine Analyse der Landtagswahlen 2008, in: Pallaver, Günther/Kager, Thomas (a cura di). Politika09. Jahrbuch für Politik/Annuario di politica/Anuer de pulitica (Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft/Società di Scienza Politica dell’Alto Adige/Südtiroler Sozietà per Scienza Pultica), Bozen: Edition Raetia, 213-241.

Atz, Hermann/Pallaver, Günther (2009). Der lange Abschied von der Sammelpartei. Die Landtagswahlen 2008 in Südtirol, in: Karlhofer, Ferdinand/Pallaver, Günther (a cura di). Politik in Tirol. Jahrbuch 2009, Innsbruck/Wien/Bozen: Studienverlag., 95-127.

Mazzoleni, Gianpietro (1998). La comunicazione politica, Bologna: il Mulino.

Abstracts

Die Gemeinderatswahlen in Bozen zwischen Fragmentierung, ­Personalisierung und Proteststimmen

Bei den Gemeinderatswahlen in der Landeshauptstadt Bozen hat vor allem ein Aspekt die politische Agenda dominiert: Die interne Wahl des Bürgermeisterkandidaten innerhalb der jeweiligen Parteienbündnisse. Von Kontroversen und internen Auseinandersetzungen war keines der beiden großen Lager verschont geblieben. Aber vor allem das Mitte-rechts-Bündnis wurde bei der Auswahl des Spitzenkandidaten von internen Diadochenkämpfen fast aufgerieben. Das Wahlergebnis entsprach schließlich dem Zustand der Berlusconi-Partei. Erstmals verzichtete die Südtiroler Volkspartei auf die Aufstellung eines eigenen Bürgermeisterkandidaten und unterstützte von allem Anfang an den italienischen Kandidaten des Koalitionsbündnisses. Diese innerhalb der Partei kontrovers geführte Diskussion hat den deutschsprachigen Oppositionsparteien allerdings keine Erfolge beschert. Der nach außen hin solide Sieg des Mitte-links-Bündnisses bereits im ersten Wahlgang ist allerdings zu relativieren. Dazu hat unter anderem die Abnahme der Wahlbeteiligung unter den Mitte-rechts-Wählern genauso beigetragen wie die Zunahme der Parteienfragmentierung.

Les lîtes comunales a Balsan danter framentaziun, ­personalisaziun y usc de protesta

Pro les lîtes comunales tla capitala provinziala Balsan él stè dantadöt un n aspet che à dominé l’ajënda politica: la lîta interna ales coaliziuns dl candidat da ombolt. Degun di dui gragn ragrupamënć n’é gnü sconè da discusciuns y conflić interns. Mo dantadöt la coaliziun de zënter-man dërta é prësc gnüda desfata dales batalies internes por la cerna dl pröm candidat. Ala fin corespognô le resultat dla lîta ala situaziun dl partì de Berlusconi. Por le pröm iade à la Südtiroler Volkspartei renunzié a mëte sö n so candidat da ombolt y à sostignì bele da atira le candidat talian dl pat de coaliziun. La discusciun interna al partì incër chësta dezijiun, portada inant te na manira controversa, n’à impone nia daidé i partis de oposiziun todësc. Le suzès dla coaliziun de zënter-man ciampa bele pro la pröma litaziun é inće da relativisé: la mëndra partezipaziun danter i litadus de zënter-man dërta à portè pro a chësc resultat avisa tan co l’aumënt dla framentaziun di partis.

Bolzano’s Municipal Elections:
Between Fragmentation, Personalisation, and Protest Votes

The local elections in the province capital of Bolzano were dominated mainly by one aspect of the political agenda: the internal election of the mayoral candidate within each of the party alliances. Neither of the two main camps were spared controversy or internal disputes. But above all, the centre-right alliance was almost completely annihilated by an internal war of succession in the selection of its top candidate. The election result reflected, in the end, the state of Berlusconi’s party. For the first time, the South Tyrolean People’s Party decided not to back its own mayoral candidate but support the Italian candidate of the coalition alliance from the outset. This controversial debate waged within the party brought the German-language opposition parties no success. The seemingly solid victory of the center-left coalition in the first round of voting must be put into perspective, though: a decrease in turnout among the voters of the centre-right and an increase in party fragmentation were two of many contributing factors.