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Silvia Bolgherini/Marco Brunazzo

Le elezioni amministrative 2020 in Trentino: risultati a luci ed ombre per tutti i partiti

The 2020 local elections in Trentino: light-and-shade results for all parties

Abstract The local elections of September 20-21 selected 156 mayors, 2,160 municipal councilors and 452 members of the municipal executives. It was therefore an important electoral test, in terms of size, but also for its mid-term timing. The election campaign was long and uncertain. The elections were initially scheduled for May 3, but were postponed to autumn due to the spread of the Covid-19 virus. This election was a test for both main political coalitions. While the center-left coalition aimed at maintaining its leadership in the municipalities in the province, the center-right coalition was pushed to prove that the renewal wave that had led Maurizio Fugatti and the League to lead the Autonomous Province in 2018 was not at an end.

In this contribution, two main questions will be addressed: who won and who lost in the 2020 local elections? What indications emerge from this consultation in view of the provincial ­elections in 2023? The political supply of the parties and coalitions in the main municipalities of Trentino will be presented, and then the electoral results analyzed. The outcome of this electoral appointment was mixed. While the center-left coalition won the 2020 municipal elections in the largest municipalities (Trento and Rovereto), the center-right was able to challenge the mayoral race at the runoff and consolidate its consensus, albeit below the ­expectations.

The outcome of the next provincial elections in 2023 remain, at the moment, completely open. They will be both a judgment on the center-right provincial council elected in 2018 and the results of local policies enacted by the 2020 elected local administrations.

Introduzione

Le elezioni amministrative del 20 e 21 settembre e, per i comuni andati al ballottaggio, del 4 ottobre 2020 sono servite a identificare 156 sindaci, 2.160 consiglieri comunali e, tra assessori eletti ed esterni, 452 membri delle giunte comunali. Si è quindi trattato di un test elettorale importante, per dimensioni ma anche per il timing con cui è avvenuto: a due anni dalle ultime elezioni provinciali e a tre anni dalla fine della legislatura. La posta in gioco non riguardava quindi solamente la maggior parte degli amministratori locali del Trentino, ma anche una verifica per entrambe le coalizioni politiche. Per il centrosinistra, si trattava di valutare la sua capacità di confermarsi come la coalizione di riferimento per molte delle municipalità; per il centrodestra, di poter confermare l’esistenza della spinta al rinnovamento che aveva portato Maurizio Fugatti alla guida della Provincia autonoma, nonché la Lega, e più in generale il centrodestra, a vincere tutte le consultazioni che si erano tenute nel biennio 2018 (elezioni politiche nazionali) e 2019 (elezioni europee e suppletive per il Parlamento nazionale). Molti segretari dei partiti politici nazionali sono venuti a fare campagna elettorale in Trentino, tra cui Matteo Salvini, Matteo Renzi e Nicola Zingaretti. E anche alcuni presidenti di regione, come Stefano Bonaccini (Emilia-­Romagna) e Luca Zaia (Veneto).

La campagna elettorale è stata lunga e incerta. Le elezioni erano inizialmente previste per il 3 maggio, ma sono state rinviate all’autunno a causa del diffondersi del virus Covid-19. In questo arco di tempo, la coalizione di centrodestra ha rimesso in discussione la scelta del proprio candidato alla carica di sindaco del Comune di Trento identificato a gennaio, arrivando alla sua clamorosa sostituzione nel mese di luglio.

In queste pagine proviamo a rispondere a due principali domande: chi ha vinto e chi ha perso alle elezioni amministrative 2020? Quali indicazioni emergono da questa consultazione in vista delle elezioni provinciali del 2023? Per rispondere a queste domande, andremo prima di tutto ad analizzare l’offerta politica dei partiti e delle coalizioni nei principali comuni del Trentino, e poi analizzeremo i risultati delle consultazioni.

1. Lo scenario di partenza

Dei 166 comuni della Provincia autonoma di Trento il 20-21 settembre ne sono andati al voto 156 (il 94 per cento). In due comuni (Bondone e Terragnolo, entrambi sotto i 1.000 abitanti) le elezioni sono state rimandate perché nessuna lista di candidati è stata presentata, mentre altri otto comuni avevano amministrazioni ancora in carica perché elette, o dopo le rispettive fusioni avvenute tra il 2016 e il 2019 (Terre d’Adige e Altopiano della Vigolana), o in elezioni straordinarie (ad es. a seguito delle dimissioni del sindaco o della maggioranza dei consiglieri) (Folgaria, Levico Terme, Tenno, Borgo Valsugana, Tione, Garniga Terme).

Continuando la tendenza verso la deframmentazione municipale, già in atto dai primi anni 2010 in tutta Italia (Bolgherini et al. 2018), il numero dei comuni trentini ha continuato a diminuire. Rispetto alle elezioni precedenti del 2015 altre 22 fusioni hanno avuto luogo, facendo scendere il numero dei comuni da 217 ad appunto 166.

Tre nuovi comuni sorti da fusione nel 2020 e uno sorto per incorporazione hanno votato per la prima volta con il loro nuovo assetto: Borgo d’Anaunia, Ville di Fiemme e Novella come nuovi comuni e San Michele all’Adige che ha incorporato il comune di Faedo1. Questi ultimi due, grazie alla fusione, hanno superato la soglia dei 3.000 abitanti e hanno quindi votato con sistema proporzionale.

Come è noto, la legge provinciale trentina prevede infatti che i comuni sotto ai 3.000 abitanti votino con un sistema maggioritario a due turni, mentre quelli oltre i 3.000 abitanti con un proporzionale corretto da un premio di maggioranza (Brunazzo 2016). Questo ha implicazioni anche sul numero dei consiglieri comunali e degli assessori. Nei comuni fino a 3.000 abitanti il consiglio è formato da 15 membri2 (di cui 10 eletti con la lista del candidato sindaco vincente) e gli altri ripartiti proporzionalmente, secondo il metodo D’Hondt, tra le altre liste che si sono presentate; gli assessori sono quattro. Nei comuni oltre 3.000 abitanti, invece, i consiglieri sono tra i 18 e i 40 a seconda delle dimensioni del comune3. Gli assessori sono sei fino a 10.000 abitanti e fino a un massimo di 10 per i comuni oltre tale numero di abitanti (capoluogo di provincia compreso).

La tabella 1 mostra la distribuzione dimensionale dei comuni trentini al voto nel 2020.

2. L’offerta politica: candidati, sindaci e coalizioni

Nei Comuni superiori, quelli cioè con una popolazione oltre i 15.000 abitanti, che in provincia sono cinque (Trento, Rovereto, Pergine Valsugana, Riva del Garda e Arco di Trento), l’offerta politica ha visto tra i tre e gli otto candidati sindaci e tra le 10 e le 19 liste complessive a sostegno dei vari candidati. Rispetto alle elezioni precedenti si è osservato un incremento dell’offerta politica in termini di liste e candidati. Unica eccezione quella di Pergine, dove sia i candidati sindaci che le liste a loro sostegno sono state meno che nelle due tornate precedenti. Negli altri comuni invece i numeri sono cresciuti e si sono riavvicinati a quelli delle consultazioni del 2010 dopo la flessione della tornata 2015 (si veda la tabella 2).

Se si considerano le tendenze complessive nel ciclo delle amministrative im­mediatamente precedenti (2017-2019), i comuni della provincia di Trento hanno con­fermato almeno due fenomeni osservabili anche nelle regioni a statuto ordinario (Bolgherini/Grimaldi 2021). Il primo è appunto la maggiore competitività nei comuni più grandi: nei comuni superiori aumenta il numero di candidati sindaci e quello delle liste a loro sostegno. Il secondo fenomeno è la presenza delle liste civiche che, in linea anche con le consultazioni trentine precedenti (Brunazzo 2016) e nel resto del paese, rivestono un ruolo crescente nella politica locale (Vampa 2016).

Tuttavia, il notevole numero di liste locali e il loro successo elettorale non deve indurre a ritenere che i partiti siano completamente tagliati fuori dalle elezioni locali. Nei piccoli comuni, i partiti nazionali sono spesso presenti, anche se altrettanto spesso decidono di presentarsi con etichette diverse o formare liste-cartello che sovente si identificano con il nome del comune stesso. Questo rende difficile valutare la loro reale forza elettorale. E questo è ancora più difficile nei comuni più piccoli: il sistema elettorale obbliga i candidati sindaci in piccole unità ad avere una sola lista, che spesso unisce più componenti, sia locali che nazionali, di natura diversa. Anche nelle amministrative 2020 comunque – come si vede sempre in tabella 2, che offre un quadro di insieme su questi aspetti – la presenza di liste civiche e locali che nella provincia di Trento hanno corso, o da sole o in coalizione anche con partiti nazionali, si è confermata come un fenomeno rilevante.

I cinque comuni superiori avevano tutti amministrazioni uscenti di centro-sinistra e in quattro di essi (capoluogo escluso) correvano per un secondo mandato i sindaci incumbent. Come si vedrà meglio in seguito, il centrosinistra ha riconquistato quattro di questi cinque comuni, ma ha perso al ballottaggio il comune di Riva del Garda, dove il sindaco incumbent aveva già svolto due mandati.

Per completare il quadro dell’offerta, soffermiamoci ora sulle coalizioni in lizza nei cinque comuni superiori. Ad eccezione di Pergine Valsugana, dove lo scontro elettorale è stato principalmente tra due coalizioni di liste civiche (tabella 2), a cui si aggiungeva una lista di centrosinistra formata da Pd e ambientalisti, negli altri quattro comuni la competizione è stata più “classica”. Gli sfidanti principali erano in­fatti sostenuti da coalizioni, in composizioni diverse, di centrosinistra e di centro­destra. I candidati minori erano invece appoggiati o dal Movimento 5 stelle (M5S) o da liste (o coalizioni di liste) civiche.

A Riva del Garda, Rovereto e Arco l’offerta elettorale ha visto le coalizioni di centrosinistra guidate sempre dal Pd, alleato con varie liste civiche e con altre forze di orientamento vario, prevalentemente moderato (ad es. l’Unione Popolari a Rovereto, e i Popolari Moderati a Riva) ma non solo (ad es. La Sinistra a Riva). Gli autonomisti del Patt hanno mantenuto l’alleanza col centrosinistra soltanto a Rovereto, mentre negli altri due comuni hanno sostenuto un terzo candidato. Il centro destra ha corso in modo compatto (Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia) in tutti e tre i comuni in coalizioni allargate anche a due o tre liste civiche. Il M5S ha corso soltanto a Rovereto e a Riva, sempre con un proprio candidato, dal momento che il movimento nazionale aveva scelto la linea di non alleanza per queste consultazioni amministrative e regionali.

Il capoluogo Trento merita invece un discorso a parte. Se è vero, infatti, che anche a Trento la sfida effettiva è stata quella tra centrosinistra e centrodestra, è altrettanto vero che la distribuzione dell’offerta è stata più simile agli altri livelli territoriali, sia regionali che nazionali, e quindi ha rispecchiato di più la configurazione delle elezioni “di primo ordine”. I candidati sindaci erano otto, di cui tre sostenuti da liste civiche (Bruno, Zanetti, De Gasperi), cinque o da partiti politici (Martini, Pantano) o da partiti e liste civiche (Ianeselli, Merler, Carli) (si veda ancora la tabella 2). L’offerta dei candidati sostenuti dai partiti rispecchiava il tripolarismo nazionale (centrosinistra, centrodestra, M5S) con la presenza anche della sinistra radicale (Prc e L’Altra Trento) e di una coalizione nettamente centrista guidata dall’Udc. A conferma che le elezioni locali hanno maggiori probabilità di essere influenzate dalla politica nazionale nei grandi comuni centrali, mentre la politica locale ha maggiori probabilità di prevalere nei piccoli comuni periferici (Bolgherini et al. 2020).

Alla luce di questo vediamo allora il programma elettorale dei candidati sindaci a Trento, per vedere se emergono altri elementi di parallelismo con il quadro nazionale o se invece a livello di programmi sono state le questioni locali a dominare il dibattito. Dall’analisi dei programmi elettorali dei quattro principali contendenti – Ianeselli del centrosinistra, Merler del centrodestra, Martini del M5S e Carli della coalizione centrista – due sono gli elementi su cui vale la pena soffermarsi brevemente.

Uno è l’impostazione vera e propria del programma. Si rilevano infatti diffe­renze di struttura tra il fitto programma di quasi 40 pagine di Ianeselli, quello altrettanto fitto di 18 pagine di Carli, a fronte del programma più snello di 14 pagine di Merler e quello di sole cinque per Martini. Ma anche, come è ovvio, delle differenze nell’ordine di priorità di alcuni temi e nel modo in cui vengono affrontati: ad esempio, la sicurezza è tra i primi temi di Merler e anche di Martini, mentre è più marginale per Ianeselli e Carli; l’approccio green e la tutela dell’ambiente sono abbastanza centrali e trasversali nel programma di Ianeselli e Carli, ma anche di Martini, mentre è praticamente inesistente in quello di Merler. Emerge però una sostanziale e interessante convergenza, soprattutto tra i due principali sfidanti, ovvero la priorità data, al rapporto tra il settore pubblico e quello privato, sia come spinta all’innovazione e agli investimenti che al ruolo della pubblica amministrazione. Certo, il modo di declinare questo tema e l’approccio proposto sono stati profondamente diversi, ma in entrambi i casi erano il primo punto programmatico (il primo “punto cardinale” di Ianeselli e la prima “azione di governo” per Merler).

Il secondo elemento è invece – a differenza di quello che abbiamo prima osservato sull’offerta partitica, più simile a quella nazionale – la assoluta prevalenza di temi locali e, di conseguenza, la completa assenza di qualsiasi riferimento alla politica (e alle politiche) nazionali, se si esclude ovviamente la situazione pandemica. Il carattere decisamente locale dei programmi dei candidati sindaci di Trento confermerebbe, anche per un comune capoluogo, che le elezioni amministrative possono anche muoversi su binari diversi rispetto alle elezioni nazionali (Oliver 2012) e che l’interesse dei cittadini ai temi della politica e la partecipazione degli elettori dipendono e si mobilitano, più di quanto si sia soliti pensare, da e su temi eminentemente locali (Cancela 2020).

3. Il centrosinistra vince, ma il centrodestra non sfigura

Come sono andate le elezioni amministrative 2020? Chi ha vinto e chi ha perso? Quali indicazioni possono derivare da queste elezioni amministrative in vista delle elezioni provinciali del 2023? Per rispondere a queste domande, occorre stabilire un termine di paragone. A nostro avviso, il confronto più fondato è con le elezioni comunali precedenti (2014 o 2015, a seconda dei comuni) per due motivi: le elezioni politiche nazionali (che si sono tenute nel 2018) o europee (2019) hanno logiche diverse che trascendono la competizione per i municipi; inoltre, il voto per le elezioni provinciali non vede coinvolte moltissime liste civiche che, invece, sono presenti nelle elezioni locali. Per lo stesso motivo, per rispondere alle nostre domande, non abbiamo tenuto conto dei risultati di comuni come Cles e Pergine (dove pure sono stati confermati i sindaci uscenti), in cui si sono presentati candidati solamente sostenuti da liste civiche, senza un chiaro orientamento politico.

Non vi è dubbio che le vittorie della Lega e del centrodestra nelle consultazioni che si sono tenute nel 2018 e 2019 avessero diffuso l’idea che queste amministrative potessero confermare il cambio di orientamento dell’elettorato trentino (Brunazzo 2019; 2020; Brunazzo/Santinello 2019). Ebbene, queste elezioni hanno evidenziato un parziale riallineamento dell’elettorato trentino su una dinamica più tradizionalmente bipolare tra centrodestra e centrosinistra, con una prevalenza in termini percentuali e di voti assoluti del secondo sul primo. Ad esempio, in occasione delle ultime elezioni provinciali, la Lega era stata primo partito a Trento (23,3 per cento), Rovereto (26,96 per cento), Arco (21,38 per cento), Riva del Garda (25,92 per cento), Pergine (27,78 per cento) e in molti altri comuni di grandi, medie e piccole dimensioni. Nelle elezioni comunali 2020 invece, la Lega non ha ottenuto altrettanto buoni risultati. Ha vinto quindi il centrosinistra (autonomista o meno)? Sì, se il confronto è fatto con le ultime provinciali. Come dicevamo, però, il confronto metodologicamente più fondato è con le elezioni municipali del 2014-2015. In questo caso, la risposta non può che essere più sfumata: nel complesso ha vinto il centrosinistra, ma in modo diverso nei diversi comuni. E non sono in ogni caso mancate le sconfitte.

Come si vede nella tabella 3, i candidati sostenuti dal centrosinistra hanno vinto nella maggior parte dei comuni, alcuni dei quali di dimensione particolarmente grande, come Trento e Rovereto. Ad Avio, la coalizione di centrodestra ha confermato la vittoria ottenuta nelle elezioni precedenti. Tuttavia, il centrodestra è riuscito a conquistare anche nuovi municipi, come Riva del Garda e Baselga di Pinè.

Prima di approfondire i risultati e il confronto tra le due principali coalizioni, diamo uno sguardo alla distribuzione dei ballottaggi del 2020 confrontandoli con quelli delle elezioni comunali precedenti. In questa occasione il secondo turno di ballottaggio si è tenuto il 4 ottobre. Tra i comuni maggiori sono andate al ballottaggio Rovereto, Ala e Riva del Garda, mentre Trento e Pergine hanno eletto il Sindaco al primo turno. È interessante soffermarci su due evidenze. La prima è che è cresciuto il numero dei comuni in cui si è tenuto il ballottaggio (erano quattro nelle elezioni precedenti e sono diventati sei nel 2020). La seconda, e più importante, è che molti ballottaggi sono stati tra candidati del centrosinistra contro candidati dal centrodestra, mentre, nelle ultime elezioni amministrative precedenti i ballottaggi erano tra candidati del centrosinistra e candidati sostenuti da liste civiche.

Tornando ai risultati delle due maggiori coalizioni, possiamo suddividere, pur con una certa dose di approssimazione, i comuni più grandi del Trentino in tre categorie: quelli in cui ha vinto senza dubbio il centrosinistra, quelli in cui la vittoria del centrosinistra è stata più contesa, e quelli in cui ha vinto il centrodestra.

Tra i primi possiamo contare Trento e Lavis. Sia in un caso che nell’altro, i candidati del centrosinistra hanno visto il loro consenso aumentare rispetto alle precedenti elezioni. A Lavis, Andrea Brugnara ha vinto contro Monica Ceccato per 2.095 voti, contro i 1.875 voti di differenza ottenuti contro Simone Moser nelle amministrative precedenti. A Trento, anche a fronte di una maggiore partecipazione, Franco Ianeselli è stato eletto con quasi 32.000 voti, 5.449 voti in più dell’uscente Alessandro Andreatta. Considerata la sua rilevanza, occorre dire qualcosa in più sugli esiti del capoluogo Trento. Il candidato del centrodestra Andrea Merler ha ottenuto 17.632 voti, guadagnando 2.360 voti in più rispetto al candidato del 2015 Claudio Cia. A giustificazione della sua sconfitta, Merler ha avanzato alcuni argomenti (Tgr Trentino 2020). Anzitutto il fatto che gli sarebbero mancati circa 2.000 voti per arrivare al ballottaggio. Questi 2.000 voti (in realtà più di 2.700) sono i voti che hanno consentito a Ianeselli di superare comodamente la soglia del 50 per cento dei consensi. Il ragionamento non è tuttavia convincente: se anche Merler avesse strappato tutti e 2.700 voti a Ianeselli, gliene sarebbero mancati altri 9.000 per superare Ianeselli, un divario non colmabile nemmeno facendo la somma dei voti di candidati “centristi” come Marcello Carli e Silvia Zanetti (tabella 4).

Tuttavia, da buon realista, Merler sapeva che difficilmente avrebbe potuto vincere al primo turno e che, di conseguenza, avrebbe potuto sperare al massimo di farcela dopo aver affrontato il turno di ballottaggio. E quello era il suo obiettivo principale: costringere Ianeselli a un supplemento di campagna elettorale nella speranza (parole sue) di avere due settimane in più per spiegare il suo programma agli elettori. Tuttavia, è inevitabile osservare come la campagna elettorale per le elezioni amministrative 2020 sia stata formalmente la campagna elettorale più lunga che si sia tenuta in Trentino. Le elezioni avrebbero dovuto tenersi il 3 maggio, ma sono state rinviate causa pandemia al 20 settembre. In effetti, la candidatura di Ianeselli era stata ufficializzata a gennaio, mentre quella di Merler era giunta solamente a luglio, dopo che il centrodestra aveva sostenuto Alessandro Baracetti, abbandonato con la motivazione di dover allargare la coalizione alla lista Agire di Claudio Cia (cosa poi non avvenuta) (Baldo 2020a; Cordellini 2020; Fin 2020; Malossini 2020).

Un ulteriore argomento nella spiegazione che Merler dà della sua sconfitta è l’alleanza tra il Patt e il centrosinistra, che avrebbe consegnato la città nelle mani della Cgil. Questo argomento pone due ulteriori questioni. La prima è che la ricostituzione del centrosinistra autonomista assume una valenza più ampia della semplice corsa per il sindaco del capoluogo, e costituisce invece una sorta di banco di prova di alleanza in vista delle elezioni provinciali del 2023 dopo le divisioni avutesi alle elezioni provinciali 2018 (Tessari 2020a). Piuttosto sorprende che, data la rilevanza del Patt in un sistema partitico frammentato come quello trentino, sia mancata una strategia più ampia per coinvolgerlo, se non altro marginalmente, nella coalizione di maggioranza provinciale. La seconda questione è l’enfasi posta dal centrodestra sul profilo “ideologico” di Ianeselli: la campagna elettorale del centrodestra non ha infatti disdegnato il ricorso ad argomenti ideologici, più comuni in una impostazione di campagna nazionale e poco adatti ad una competizione locale.

Infine, merita forse una citazione un altro candidato alla carica di sindaco di Trento, Franco Bruno. La sua campagna elettorale, condotta per lo più in canottiera (Bruno è un artigiano edile) e impostata su temi come la lotta alla droga, la sicurezza e poco altro, ha avuto un’eco anche sui media nazionali (La Zanzara su Radio24), ma ha portato pochi voti.

Tra i comuni che hanno visto vincitore il centrosinistra, ma con una differenza con il centrodestra meno netta, vanno contati Rovereto e Arco. A Rovereto, il sindaco uscente Francesco Valduga ottiene (al primo turno) 2.331 voti in più di quelli che aveva ottenuto nel 2015, conquistando solamente un terzo dei voti che aveva ottenuto l’allora candidato del centrosinistra Andrea Miorandi (tabella 5). Occorre anche notare un altro dato: che lo stesso Valduga era stato eletto nel 2015 al secondo turno con 9.662 voti, mentre nel 2020 viene confermato con 9.557 voti. Allo stesso tempo, il candidato del centrodestra Andrea Zambelli arriva a un non scontato ballottaggio. Certamente, Valduga è riuscito in un’impresa che ha una qualche valenza “storica”: Rovereto non aveva mai visto riconfermato un sindaco uscente per un secondo mandato (Andreazza 2020).

Ad Arco, il sindaco riconfermato Alessandro Betta perde 2.291 voti rispetto alle precedenti elezioni (quando era stato eletto al primo turno) ed è costretto, anche lui, a un inedito ballottaggio con un candidato di centrodestra (Giacomo Bernardi) che ottiene (sempre al primo turno) 2.238 voti, contro i 211 di Virginia Boninsegna, candidata della Lega giunta assai lontana dal ballottaggio nelle precedenti elezioni (tabella 6).

Invece, dove la vittoria è andata indiscutibilmente al centrodestra, è Riva del Garda. Non solo il sindaco uscente Adalberto Mosaner è stato costretto al ballottaggio (cosa non avvenuta nel 2015), ma la candidata di centrodestra Cristina Santi ha ottenuto quasi il doppio dei voti ottenuti al primo turno delle scorse elezioni da ­Stefano Santorum, riuscendo al secondo turno a ottenere altri 766 voti grazie all’apparentamento con Mauro Malfer (tabella 7). È ragionevole pensare che, nel breve e medio periodo, Riva del Garda assumerà una valenza simbolica di primaria importanza per la Lega, per poter puntare a governare altri grandi comuni.

Anche a Baselga di Pinè la Lega ha vinto nettamente. Se nelle precedenti amministrative il suo candidato, Claudio Rensi, aveva ottenuto 746 voti, nel 2020 Alessandro Santuari ne ha raccolti 1.999.

Alcune interessanti informazioni possono essere dedotte anche dai voti ottenuti dalle singole liste (tabella 8). In termini generali, nel centrosinistra assistiamo a una perdita di voti da parte del Pd a favore dei suoi alleati (ad eccezione di Lavis). La perdita di voti del Pd è particolarmente significativa a Trento (dove pure il candidato sindaco del centrosinistra è eletto al primo turno) e a Riva del Garda. Nel centrodestra, la Lega guadagna voti ovunque, in particolare ad Ala e Arco, così come li guadagna FdI, che si presenta, però, solo a Trento e Rovereto. FI continua invece il suo declino, non riuscendo nemmeno a presentare liste nei comuni, dove nelle scorse amministrative era presente e perdendo voti sia a Trento che a Riva del Garda. La stessa cosa vale per il M5S. Un discorso a parte merita il Patt, che rimane relativamente stabile a Trento, Rovereto e Lavis, dove si presenta nell’ambito del centrosinistra autonomista, e perde consensi ad Arco e Riva del Garda, dove sostiene candidati alternativi a quelli del centrosinistra, con l’eccezione del caso di Ala.

La perdita di consensi da parte del PD è stata commentata dall’importante esponente del Pd trentino, Giorgio Tonini, come fisiologica per un partito, come il PD, più interessato a far vincere la coalizione che a ottenere un proprio risultato (Baldo 2020b). Sebbene vi siano pochi dubbi che, in alcuni casi (come a Trento), la vittoria della coalizione sia stata messa al di sopra di altre considerazioni, l’idea che un partito non si preoccupi del suo successo, ma solo di quello della coalizione di appartenenza, appare decisamente discutibile.

Seppure lontana dal successo delle scorse provinciali, la Lega, invece, guadagna consensi un po’ ovunque rispetto alle precedenti amministrative (1.254 voti a Trento, 634 a Rovereto, 280 a Lavis, 336 a Riva del Garda). Lo stesso si può dire per FdI. Nonostante questi segnali positivi, i risultati per il centrodestra sono stati al di sotto delle aspettative. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha imputato questo risultato alla mancanza di classe dirigente del partito (Tessari 2020b).

Il Patt ha avuto risultati più altalenanti, così come sono state diverse le coalizioni con cui si è presentato. Nelle elezioni per il Comune di Trento, di Rovereto e di Lavis, il Patt ha ricomposto il centrosinistra autonomista, mentre nelle elezioni per il Comune di Ala, Avio, Riva del Garda e Volano ha appoggiato un suo proprio candidato. Nel Comune di Riva del Garda, il partito si è diviso sulla decisione di sostenere al secondo turno la candidata del centrodestra – sostegno poi effettivamente ufficializzato. Sarà interessante vedere se questa strategia di alleanze blockfrei, sul modello altoatesino dell’Svp, sarà seguita dal Patt anche in occasione delle elezioni provinciali 2023, o se questo partito deciderà invece di ricomporre il centrosinistra autonomista.

FI e M5S, dal canto loro, sembrano condannati alla marginalità in questo contesto locale. Né l’uno né l’altro hanno avuto molta fortuna nelle precedenti elezioni amministrative trentine. L’ulteriore perdita di consensi registrata anche nelle elezioni comunali del 2020 non fa altro che rendere ancora più evidente una crisi che anche i sondaggi a livello nazionale evidenziano (Baldo 2020c).

4. Conclusioni: la prospettiva del 2023

L’analisi presentata nelle pagine precedenti induce a concludere che le elezioni comunali 2020 in Trentino siano state vinte dal centrosinistra, nella sua variante autonomista, nei comuni più grandi (Trento e Rovereto). Allo stesso tempo, evidenzia come, pur ottenendo un risultato certamente inferiore alle aspettative, il centrodestra sia riuscito a portare al ballottaggio molti dei suoi candidati sindaco, consolidando al contempo i consensi ottenuti dai singoli partiti.

Volendo interpretare questi risultati in vista delle prossime elezioni provinciali del 2023, è evidente che il loro esito rimane, al momento, del tutto aperto. Le elezioni del 2023 saranno infatti, prima di tutto un giudizio sull’operato della giunta provinciale di centrodestra eletta nell’ottobre 2018. Tuttavia, la re-instaurata competizione bipolare, i risultati delle elezioni amministrative 2020 e i risultati delle politiche locali che verranno attuate, giocheranno un ruolo importante nella costruzione delle future alleanze partitiche.

Tab. 1: Distribuzione dimensionale dei comuni trentini.

Classe
dimensionale

N. comuni

%

Tot. popolazione residente

%

0-500

22

13,2

7.288

1,34

500-1.000

37

22,3

27.003

4,97

1.001-2.000

48

28,9

66.353

12,22

2.001-3.000

20

12,0

50.848

9,36

3.001-5.000

20

12,0

74.368

13,70

5.001-10.000

15

9,0

100.615

18,53

10.001-50.000

4

2,4

97.362

17,93

Oltre 50.000

1

0,6

118.900

21,90

Totale

166

100,00

542.739

100,00

Fonte: ISTAT https://www.tuttitalia.it/trentino-alto-adige/provincia-autonoma-di-trento/88-comuni/popolazione/

Tab. 2: Candidati sindaci e liste collegate nei comuni superiori ai 15.000 abitanti

Trento

Liste

Pergine

Liste

Arco

Liste

Riva

Liste

Rovereto

Liste

1

Sindaco

eletto

Ianeselli

Franco

· Pd-Psi

· +Tn Viva

· Patt

· Europa verde

· civ. TN futura

· civ. Azione

· civ. Insieme

Roberto Oss Emer

(incumbent)

· civ. Civic@ Pergine

· civ. Impegno x Pergine

· civ. Patto per Pergine

· civ. Prospettiva Futura

· civ. #Pergiovane

Alessandro Betta

(incumbent)

· Pd

· civ. Arco Civica e Autonomia

· civ. Unione per il Trentino

· civ. Pensarcomune

· civ. Abc - Futura 2020

Cristina

Santi

· Lega

· FdI

· FI

· civ. Vivi Riva-Autonomisti

· civ. Lista la Rocca Uniti si Cambia

· civ. Rivanità

Francesco Valduga

(incumbent)

· Pd Trentino

· Patt

· Unione Popolari

· Civici con Valduga

· civ. Rovereto Futura

· civ. Rovereto al Centro

· civ. Rovereto Libera

2

Merler

Andrea

· Lega trentino

· FdI-An

· FI

· TN unita Merler

Roberto Valcanover

· Patt

· civ. Fare Comunità

· civ. Coesione Oltre

Giacomo Bernardi

· Lega

· FdI

· FI

· civ. Siamo Arco

· civ. Unione per Arco

Adalberto Mosaner

(incumbent)

· Pd Trentino

· Popolari Moderati

· La Sinistra Riva del Garda

· civ. Autonomisti per Riva Caproni

· civ. Riva Bene Comune Futura

Andrea Zambelli

· Lega

· FdI

· FI

· Rovereto con Zambelli

· Autonomisti Popolari

· civ. Rilanciamo Rovereto

3

Martini

Carmen

· M5S

Giuseppe Facchini

· Pd

· Europa Verde

Chiara

Parisi

· civ. Civica Olivaia

· civ. Comunità Lavoro Ambiente

· civ. Domani Giovani in Azione

Mauro Malfer

· Patt

· civ. Progetto Civico

· civ. La Scelta

· civ. Nuova Riva

· civ. La Riva

Gloria Canestrini

· Europa Verde

· civ. Rinascita Rovereto

4

Carli

Marcello

· Udc

· civ. Agire

· civ. Rinascimento

Roberto de Laurentis

· Patt

· civ. Civica de Laurentis

· civ. Arco Cambia

· civ. Insieme per Arco

Andrea Matteotti

· M5S

Marco Zenatti

· Zenatti Sindaco Rovereto domani

5

Pantano

Giuliano

· Prc-Altra TN

Laura Fraboschi

· civ. La Ninfea

Alessandro Dalbosco

· M5S

6

Bruno Franco

· civ. La Catena

7

Degasperi

Filippo

· civ. Onda civica

8

Zanetti

Silvia

· civ. Si può fare

(+3)

19 (+7)

=

10 (-2)

(-1)

17 (+5)

(+1)

18 (+6)

(+1)

17 (+2)

Fonte: https://elezioni.repubblica.it/2020/elezioni-comunali/.

Acronimo

Nome esteso

Acronimo

Nome esteso

An

Alleanza nazionale

Pd

Partito democratico

CD

Centrodestra

PdT

Partito democratico del Trentino

Civ

Civica

Prc

Partito di rifondazione comunista

CS

Centrosinistra

Psi

Partito socialista italiano

FdI

Fratelli d’Italia

Svp

Südtiroler Volkspartei

FI

Forza Italia

Udc

Unione di centro

M5S

Movimento 5 Stelle

UpT

Unione per il Trentino

Patt

Partito autonomista trentino tirolese

Tab. 3: I sindaci eletti nelle elezioni 2020 e nelle elezioni amministrative precedenti, primo turno ed eventuali ballottaggi.

Elezioni 2020

Ultime elezioni precedenti

Primo turno

Ballottaggio

Primo turno

Ballottaggio

Ala

Claudio Soini ­(Patt+altri)

Claudio Soini (CS) + Luca Zomer (Civ)

Arco

Alessandro Betta (CS) vs. Giacomo Bernardi (CD)

Alessandro Betta (CS)

Avio

Ivano Fracchetti (CD) vs. Marco Pilati (Patt)

Federico Secchi (CD)

Baselga di Pinè

Alessandro Santuari (Lega+altri)

Ugo Grisenti (Patt + altri)

Brentonico

Christian Perenzoni (Civ)

Christian Perenzoni (Civ)

Caldonazzo

Elisabetta Wolf (Civ) vs. Riccardo Giacomelli (Civ)

Giorgio Schmidt (Civ)

Cavalese

Sergio Finato (Civ)

Silvano Welponer (Civ) vs. Giuseppe Pontrelli (Civ)

Dro

Claudio Mimiola (CS)

Vittorio Fravezzi (CS)

Lavis

Andrea Brugnara (CS)

Andrea Brugnara (CS)

Mori

Stefano Barozzi (CS)

Stefano Barozzi (CS) vs. Cristiano Moiola (Patt + altri)

Pergine ­Valsugana

Roberto Oss Emer (Civ)

Roberto Oss Emer (Civ)

Riva del Garda

Adalberto Mosaner (CS) vs. Cristina Santi (CD)

Adalberto Mosaner (CS)

Rovereto

Francesco Valduga (CS) vs. Andrea Zambelli (CD)

Francesco Valduga (Civ) vs. Andrea Miorandi (CS)

Trento

Franco Ianeselli (CS)

Alessandro Andreatta (CS)

Volano

Maria A. Furlini (CS) vs. Emanuele Volani (Civ)

Maria Alessandra Furlini (CS)

TOTALE

9

6

11

4

Nota: nella colonna dei ballottaggi, il neretto indica il nome del sindaco eletto.

Fonte: elaborazione degli A.A. su dati dell’Ufficio elettorale della Regione Trentino-Alto Adige.

Tab. 4: I risultati delle elezioni comunali 2020 a Trento.

Candidato sindaco

Voti

%

Liste

Voti

%

Seggi

Franco Ianeselli

31.889

54,66

Pdt-Psi

9.627

18,16

9

Insieme per Trento

4.192

7,91

4

Patt

4.137

7,80

3

Trento futura

4.090

7,72

3

+Trentoviva

2.736

5,16

2

Azione-Unione

2.330

4,40

2

Europa Verde

2.058

3,88

1

Andrea Merler

17.632

30,22

Lega Salvini Trentino

7.289

13,75

5

Trento unita Merler sindaco

4.015

7,57

3

FdI-AN

3.358

6,33

2

FI

916

1,73

-

Marcello Carli

3.102

5,32

Rinascimento

1.506

2,84

1

Agire per il Trentino

892

1,68

1

Udc

346

0,65

-

Silvia Zanetti

2.075

3,56

Si può fare

2.004

3,78

1

Filippo Degasperi

1.497

2,57

Onda civica

1.426

2,69

1

Carmen Martini

1.414

2,42

M5S

1.385

2,61

-

Giuliano Pantano

592

1,01

Prc

565

1,07

-

Franco Bruno

144

0,25

Movimento La Catena

138

0,26

-

Fonte: Ufficio elettorale della Regione Trentino-Alto Adige.

Tab. 5: I risultati delle elezioni comunali 2020 a Rovereto. Primo turno.

Candidato sindaco

Voti

%

Liste

Voti

%

Seggi

Francesco Valduga

9.352

47,99

Pd

2.629

14,83

7

Civici

1.799

10,15

4

Rovereto futura

1.189

6,71

3

Rovereto al centro

968

5,46

2

Rovereto libera

842

4,75

2

Patt

724

4,08

1

Unione popolari

408

2,30

1

Andrea Zambelli

6.121

31,41

Lega Salvini Trentino

2.440

13,76

5

FdI

1.092

6,16

2

Rovereto con Zambelli

948

5,35

1

FI

458

2,58

-

Unione civica

431

2,43

-

Autonomisti popolari

301

1,70

-

Gloria Canestrini

2.714

13,93

Europa verde

1.473

8,31

2

Rinascita Rovereto

773

4,36

1

Marco Zenatti

714

3,66

Rovereto domani

680

3,84

-

Alessandro Dalbosco

588

3,02

M5S

575

3,24

-

Fonte: Ufficio elettorale della Regione Trentino-Alto Adige.

Tab.6: I risultati delle elezioni comunali 2020 a Arco. Primo turno.

Candidato sindaco

Voti

%

Liste

Voti

%

Seggi

Alessandro Betta

3.276

34,40

Pd

1.470

17,80

7

Arco Civica e Autonomia

599

7,25

3

UpT

378

4,59

2

Pensarcomune

266

3,22

1

Arco bene comune

185

2,24

1

Giacomo Bernardi

2.238

23,50

Lega Autonomia Salvini Trentino

827

10,01

2

Siamo Arco

719

8,70

1

FdI

244

2,95

Unione per Arco

169

2,05

FI

102

1,23

Chiara Parisi

2.160

22,68

Civica olivaia etica ambiente

1.022

12,37

2

Comunità, lavoro, ambiente

469

5,68

Domani

264

3,20

Roberto De Laurentis

1.849

19,42

Civica De Laurentis

629

7,62

2

Patt

366

4,43

Arco cambia

348

4,21

Insieme per Arco

202

2,45

Fonte: Ufficio elettorale della Regione Trentino-Alto Adige.

Tab. 7: I risultati delle elezioni comunali 2020 a Riva del Garda. Primo turno.

Candidato sindaco

Voti

%

Liste

Voti

%

Seggi

Adalberto Mosaner

3.040

34,72

Pd

1.343

16,62

5

Autonomisti per Riva

649

8,03

2

Riva bene comune

322

3,99

-

Popolari moderati

289

3,58

-

La sinistra

239

2,96

-

Cristina Santi

2.877

32,86

Lega Autonomia Salvini Trentino

1.055

13,06

4

Vivi Riva

511

6,33

2

FdI

510

6,31

1

Lista La Rocca

301

3,73

1

FI

169

2,09

-

Rivanità

78

0,97

-

Mauro Malfer

2.446

27,94

Patt

681

8,43

3

Progetto civico

505

6,25

1

La scelta

474

5,87

1

Nuova Riva

463

5,73

1

La Riva

106

1,31

-

Andrea Matteotti

301

3,44

M5S

295

3,65

-

Laura ­Fraboschi

92

1.05

La ninfea

89

1,10

-

Fonte: Ufficio elettorale della Regione Trentino-Alto Adige.

Tab. 8: Differenze di voto dei principali partiti in alcuni comuni trentini. Elezioni 2020 e ultime elezioni amministrative precedenti. N. e (%).

Partito

Comune

Trento

Rovereto

Lavis

Riva del Garda

Ala

Arco

Pd

–4.036 (–11,4)

–957 (–6,62)

+351 (+5,01)

–456 (–9,23)

–182 (–4,17)

–67 (–2,52)

Lega Salvini Trentino

+1.254 (+0,69)

+634 (+2,96)

+280 (+4,61)

+366 (+2,73)

+284 (+7,86)

+624 (+7,33)

Patt

–370 (–1,95)

–26 (–0,41)

+152 (+1,47)

–761 (–12,29)

+187 (+5,06)

–1145 (–15,55)

FdI

+2.559 (+4,60)

+350 (+1,72)

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

FI

–1.047 (–2,52)

n.d.

n.d.

–158 (–2,61)

n.d.

n.d.

M5S

–2.632 (–6,08)

–760 (–4,74)

n.d.

–380 (–6,12)

n.d.

n.d.

Nota: n.d.: dato non disponibile perché il partito non si è presentato in una o in entrambe le elezioni.

Fonte: elaborazione degli A.A. su dati dell’Ufficio elettorale della Regione Trentino-Alto Adige.

Note

1 I tre nuovi Comuni sono sorti dalla fusione dei precedenti Comuni di, rispettivamente: Castelfondo, Fondo e Malosco (Borgo d’Anaunia); Brez, Cagnò, Cloz, Revò e Romallo (Novella); Carano, Daiano e Varena (Ville di Fiemme). Inoltre, il Comune di Faedo si è fuso per incorporazione con San Michele all’Adige, facendo così scendere il numero totale di comuni della provincia di Trento di nove unità (da 175 a 166).

2 Da dieci consiglieri nei comuni fino a 1.000 abitanti.

3 Sono fino 18 consiglieri nei comuni fino a 10.000 abitanti (nello specifico, 12 fino 1.000, 15 tra i 1.000 e i 3.000 abitanti, 18 in quelli tra i 3.000 e i 10.000), 22 consiglieri tra i 10.000 e i 30.000, 32 tra i 30.000 e i 100.000 e 40 oltre i 100.000 abitanti (quindi solo il capoluogo Trento).

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