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1. Editorial

Editorial

Die Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft wurde gegründet, um die Wahrnehmung von Politikwissenschaft und von Politologinnen und Politologen in der Öffentlichkeit zu stärken, um politikwissenschaftliche Forschung in Südtirol – eingebunden in einen nationalen, europäischen und internationalen Kontext – zu betreiben, um Forschungsergebnisse mit Südtirolbezug zu veröffentlichen und um das Studium der Politikwissenschaft zu fördern.

Diese Ziele sollen unter anderem durch die Veröffentlichung des „Jahrbuchs für Politik“ erreicht werden. Der erste Schritt wurde letztes Jahr mit „Politika09“ gemacht. Die erste Ausgabe des Jahrbuches stieß auf großes Interesse. Das spornt an, an diesem aufwendigen Projekt weiterzuarbeiten.

Das Jahr 2009 war von zahlreichen politischen Ereignissen gekennzeichnet, die in der Südtiroler Gesellschaft markante Spuren hinterlassen haben und auch in den nächsten Jahren den öffentlichen Diskurs beherrschen werden. Die Grande Dame der italienischen Politik, Lidia Menapace, leitet das Jahrbuch mit einer kritischen Reflexion über die Rolle Südtirols ein. Sie unterstreicht dabei, dass Südtirol nur in einem europäischen Kontext Bestand und Entwicklungspotenzial haben kann.

Erstmals in der Geschichte Südtirols sind fünf landesweite Referenden zur Abstimmung gestanden. Fragen der direkten Demokratie und der direkten Partizipation sowie Vergleiche mit Erfahrungen in anderen Ländern haben einen wichtigen Impuls gegeben, sich nicht nur mit der direkten Demokratie, sondern mit Demokratie insgesamt zu beschäftigen.

Die direkte Demokratie in Südtirol wurde wegen der Bedeutung und Tragweite dieses Ereignisses, auch wenn alle Referenden knapp am Beteiligungsquorum gescheitert sind, als Schwerpunktthema ausgewählt. Neben der Analyse der landesweiten Volksabstimmung, die aus verschiedenen Ansätzen und Zugängen erfolgt (Christoph Gögele, Philipp Frener, Hermann Atz, Ulrich Becker), beschäftigen sich andere Aufsätze u.a. mit Referenden auf kommunaler Ebene in Italien (Pier Vincenzo Uleri), mit den abrogativen Referenden in Südtirol im Vergleich zu gesamtitalienischen Trends (Joachim Gatterer) sowie mit der Lösung des Widerspruchs zwischen direkter Demokratie und Schutz von ethnischen Minderheiten (Francesco Palermo und Elisabeth Alber).

Im zweiten Teil des Jahrbuchs werden Themen aufgegriffen, die im letzten Jahr prominent den öffentlichen Diskurs beherrscht haben. Dazu gehörte das 200. Gedenkjahr der Tiroler Erhebung von 1809 in Nord- und Südtirol und zum Teil im Trentino. Eine kritische Aufarbeitung des Gedenkjahres unternimmt dabei Hans Heiss.

Zu den Dauerthemen des Jahres 2009 gehörte auch die Forderung nach Ausübung des Selbstbestimmungsrechtes mit dem Ziel, entweder nach Österreich zurückzukehren oder einen eigenen Freistaat zu bilden. Anton Pelinka weist in seinem Beitrag darauf hin, dass die Selbstbestimmung kein Zauberstab für die Lösung von territorialen, ethnischen und anderen Konflikten ist. Hermann Atz und Günther Pallaver beschäftigen sich mit den EU-Parlamentswahlen, die für die Südtiroler Volkspartei nach den Wahldebakeln des Jahres 2008 erfolgreich ausgingen. Andrej Werth steuert einen Beitrag zur laufenden Konstruktion der neuen Europaregion Tirol - Südtirol -Trentino bei, während Madeleine Rohrer der Informations- und Kommunikationspolitik des Europäischen Parlaments und der Kommission nachgeht.

Guido Denicolò liefert zwei Beiträge von hoher Aktualität und analysiert scharfsinnig die Toponomastikfrage wie auch die Lage der Justiz in Südtirol. Günther Pallaver beschäftigt sich mit der Frage, ob es in Südtirol Anzeichen gibt, wonach das ethnische schrittweise durch das territoriale cleavage ersetzt wird. Andreas Franzelin analysiert die Zeichnungen des Karikaturisten Pepi Tischer. Roland Benedikter geht der interessanten Frage nach, weshalb das Modell Südtirol in den letzten Jahren an internationaler Attraktivität verloren hat und von der Wissenschaft weniger oft als Referenzpunkt herangezogen wird als früher.

In der Sektion Politische Bildung erläutert Jürgen Runggaldier das ladinische Schulmodell, während Walter Pichler die verschiedenen Initiativen der Schulen im Einsatz gegen Rechtsextremismus kommentiert. „Politika10“ endet mit einem Porträt der Persönlichkeit des Jahres. Die Jury hat sich für die Nominierung von Stephan Lausch ausgesprochen, der seit Jahren all seine Energien für die Ausweitung und Stärkung der direkten Demokratie in Südtirol einsetzt.

Günther Pallaver

Präsident der Südtiroler Gesellschaft für Politikwissenschaft

Prefazione

La Società di Scienza Politica dell’Alto Adige è stata fondata per dare maggiore visibilità presso l’opinione pubblica alla scienza politica, alle politologhe e ai politologi, per promuovere ricerche in materia di scienze politiche in Alto Adige, per pubblicare i risultati di ricerche riguardanti l’Alto Adige e per incentivare lo studio delle scienze politiche.

Al raggiungimento di questi obiettivi contribuisce, tra l’altro, la pubblicazione dell’“Annuario di politica”. Il primo passo è stato compiuto lo scorso anno con “Politika09”, prima edizione dell’annuario, che ha incontrato grande interesse, inducendoci a proseguire in questo impegnativo progetto.

L’anno 2009 è stato caratterizzato da numerosi avvenimenti politici, che hanno lasciato tracce evidenti nella società altoatesina e che domineranno anche nei prossimi anni il discorso pubblico. La “grande dame” della politica italiana, Lidia ­Menapace, introduce alla lettura dell’annuario con una riflessione critica sul ruolo dell’Alto Adige, che a suo parere può sussistere e svilupparsi solamente in un contesto europeo.

Per la prima volta nella storia dell’Alto Adige si è votato in tutta la provincia su cinque referendum. Le questioni riguardanti la democrazia diretta e la partecipazione diretta, come pure i confronti con esperienze in altri paesi hanno stimolato in modo significativo la riflessione non solo sulla democrazia diretta, ma anche sulla democrazia come principio generale.

Anche se i referendum sono falliti, non raggiungendo per pochi voti il quorum, l’importanza e la portata di questo avvenimento ci hanno convinto a scegliere come tema centrale dell’annuario appunto la democrazia diretta. Partendo da approc­ci e punti di vista differenti, diversi interventi analizzano il voto popolare ai referendum provinciali (Christoph Gögele, Philipp Frener, Hermann Atz, Ulrich Becker); altri articoli si occupano invece di referendum comunali nel resto d’Italia (Pier Vincenzo Uleri), di referendum abrogativi in Alto Adige a confronto con tendenze generali della società italiana (Joachim Gatterer), come pure della contraddizione tra democrazia diretta e tutela delle minoranze etniche, proponendo qualche soluzione (Francesco Palermo e Elisabeth Alber).

Nella seconda parte dell’annuario si trattano temi che hanno dominato il discorso pubblico nell’ultimo anno. Tra questi vi è stato il 200. anniversario della sollevazione del 1809 del Tirolo settentrionale, meridionale e di parte del Trentino. Hans Heiss si fa carico di una disanima critica dell’anno commemorativo.

Tra i temi dominanti dell’anno 2009 è stata la richiesta di poter esercitare il diritto all’autodeterminazione, con l’obiettivo di tornare a far parte dell’Austria, ovvero di fondare un proprio libero stato. Nel suo contributo Anton Pelinka chiarisce che l’autodeterminazione non è una bacchetta magica per la soluzione di conflitti territoriali, etnici o di altra natura. Hermann Atz e Günther Pallaver si occupano delle elezioni per il Parlamento europeo, che per la Südtiroler Volkspartei, reduce dalle sconfitte elettorali dell’anno 2008, hanno avuto esito positivo. Il contributo di Andrej Werth riguarda i “lavori in corso” per la costituzione di una nuova regione europea del Tirolo-Alto Adige-Trentino, mentre Madeleine Rohrer esamina la politica di informazione e comunicazione del Parlamento e della Commissione europea.

Guido Denicolò fornisce due contributi di grande attualità e analizza con acume la questione della toponomastica come pure la situazione della giustizia in Alto Adige. Günther Pallaver si occupa della questione se in Alto Adige siano rintracciabili segni di un passaggio dal cleavage etnico a quello territoriale. Andreas Franzelin propone una lettura dei disegni del caricaturista Pepi Tischer. Roland Bene­dikter sviluppa l’interessante questione del perché sia diminuito negli ultimi anni l’interesse internazionale per il modello Alto Adige e perché per la scienza politica esso costituisca meno di prima un punto di riferimento.

Nella sezione Formazione politica Jürgen Runggaldier illustra il modello scolastico ladino, mentre Walter Pichler commenta le diverse iniziative prese nelle scuole contro l’estremismo di destra. “Politika10” si chiude con un ritratto della Personalità dell’anno. All’unanimità la giuria ha assegnato questo riconoscimento a Stephan Lausch, che da anni dedica tutte le sue energie all’ampliamento e al rafforzamento della democrazia diretta in Alto Adige.

Günther Pallaver

Presidente della Società di Scienza Politica dell’Alto Adige

Parores danfora

La Südtiroler Sozieté por Sciënza Politica é gnüda metüda sö por renforzè la perzeziun dla sciënza politica y por ti dè de plü forza ales politologhes y ai politologs te ambiënć publics, por inrescì do la sciënza politica te Südtirol – liada te n contest na­zional, europeich y internazionalpor publiché i resultać dles inrescides en referimënt a Südtirol y por promöie le stüde dla sciënza politica.

Chisc traverć dess gnì arjunć danter l’ater cun la publicaziun dl “anuar por la politica”. Le pröm vare é gnü fat l’ann passè cun “Politika09”. La pröma ediziun dl anuar é gnüda tuta sö cun gran interès. Chësc incorajëia da laurè inant pro chësc proiet ambizius.

L’ann 2009 é gnü caraterisé da n gröm de avenimënć politics, che à lascè mersces stersces tla sozieté de Südtirol y che dominarà inće ti agn che à da gnì le discurs publich. La Grande Dame dla politica taliana, Lidia Menapace, deura l’anuar cun na reflesciun critica sön la importanza de Südtirol. Ara sotlignëia chilò che Südtirol po ma esiste y avëi n potenzial de svilup te n contest europeich.

Por le pröm iade tla storia de Südtirol él gnü metü a litaziun a livel provinzial cin referendums. Domandes sön la democrazia y la partezipaziun direta sciöche inće confrunć cun esperiënzes te d’atri paîsc à dè n impuls important da se dè jö nia ma cun la democrazia direta mo cun la democrazia en general.

La democrazia direta te Südtirol é gnüda chirida fora sciöche argomënt prinzipal, porvia dla importanza y dl pëis che ara à, inće sce düć i referendums é jüs a sbüja porvia che al n’é nia gnü arjunt le quorum de partezipaziun. Dlungia la analisa di referendums tignis a livel provinzial, che vëgn fata da de plü punć de odüda y te de plü direziuns (Christoph Gögele, Philipp Frener, Hermann Atz, Ulrich Becker) vëgnel tratè te d’atri contribuć danter l’ater referendums a livel comunal tla Talia (Pier Vincenzo Uleri), referendums abrogatifs te Südtirol en confrunt ales tendënzes a livel nazional (Joachim Gatterer) sciöche inće la soluziun dla contradiziun danter la democrazia direta y la sconanza de mendranzes etniches (Francesco Palermo y Elisabeth Alber).

Tla secunda pert dl anuar vëgnel tratè argomënć che à dominé dassënn le discurs publich tl ultim ann. Laprò âldel l’ann iubilar por i 200 agn dala insureziun tiroleja dl 1809 te Nord- y Südtirol y en pert inće tl Trentin. Hans Heiss fej na analisa critica dl ann iubilar.

Pro i argomënć che é tres indô gnüs dant tl 2009 àl inće aldì la ghiranza de podëi s’anuzé dl dërt de autodeterminaziun cun le travert de jì derevers sot al’Austria o de formè na republica autonoma. Anton Pelinka spliga te so contribut che le problem dla autodeterminaziun ne po nia ester n bachët striné por la soluziun terito­riala etnica y de d’atri conflić. Hermann Atz y Günther Pallaver se dà jö cun les lîtes­ dl Parlamënt Europeich, che é jüdes fora bun por la Südtiroler Volkspartei do le dejaster dles lîtes l’ann 2008. Andrej Werth porta n contribut sön la costruziun de na regiun europeica Tirol-Südtirol-Trentin, deperpo che Madeleine Rohrer ti va do ala politica de informaziun y de comunicaziun dl Parlamënt y dla Comisciun Europeica.

De Guido Denicolò é dui contribuć de gran atualité te chi che al analisëia cun prezijiun la domanda sön la toponomastica sciöche inće la posiziun dla iustizia te Südtirol. Günther Pallaver se dà jö cun la domanda, sce al é te Südtirol indicaziuns che mostres sciöche le cleavage etnich vëgn bel plan baratè fora da chël teritorial. Andreas Franzelin analisëia i dessëgns dl caricaturist Peppi Tischler. Roland Benedikter ti va do ala domanda interessanta, ćiodiche le model Südtirol n’é ti ultims agn nia plü tan interessant a livel internazional y ćiodiche al vëgn tut ca tla sciënza manco gonot sciöche punt de referimënt respet a n iade.

Tla seziun dla educaziun politica spliga Jürgen Runggaldier le model scolastich ladin deperpo che Walter Pichler comentëia de plü scomenciadies dles scores por evité l’estremism de man dërta. “Politika10” se stlüj jö cun n portrait dl personaje politich dl ann. La iuria à chirì fora Stephan Lausch, che se dà jö da agn incà por amplié y renforzè la democrazia direta te Südtirol.

Günther Pallaver

Presidënt dla Sozieté por Sciënza Politica de Südtirol