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Andrea Carlà

Le elezioni politiche 2022 in Alto Adige

La vittoria di Meloni in una provincia di minoranze linguistiche

General elections 2022 in South Tyrol

Meloni’s victory in a province of linguistic minorities

Abstract The Italian general election of September 2022 witnessed the heralded success of Fratelli d’Italia, the party considered the heir to the neo-fascist Movimento Sociale Italiano. This result has a particular significance in South Tyrol, a province with a sophisticated political autonomy implemented to protect its German- and Ladin-speaking inhabitants, who had suffered policies of discrimination and Italianization during the fascist regime. The article analyzes the political dynamics that characterized South Tyrol during the election, tracing the political offer and analyzing the election results in the province, in light of nationwide data and results in the previous 2018 election. The paper highlights the political vicissitudes and political climate that emerged in the province, comparing the context of the 2022 general election with the political dynamics that have characterized South Tyrol to date, and presents a reflection on the repercussions that the latest election might have on South Tyrolean politics.

1. Introduzione

In un’estate caratterizzata dai drammi causati dai cambiamenti climatici, dal crollo sul ghiacciaio della Marmolada, alla siccità, ai numerosi incendi che bruciano i ­boschi e il verde della penisola, la caduta del governo tecnico d’unità nazionale di ­Mario Draghi alla fine di luglio 2022 è stata per molti una sorpresa.

Come nel resto d’Italia, così come al di là del Brennero, anche in Alto Adige la caduta di Draghi ha suscitato preoccupazione in molti rappresentanti del mondo politico ed economico, con scambi di accuse per eventuali colpe.1 In tempi di guerra, pandemia, crisi energetica ed economica, le dinamiche politiche che hanno portato alla caduta del governo sono state considerate come un atteggiamento irresponsabile, che minava la credibilità dell’Italia e metteva in pericolo il paese e varie questioni importanti per la provincia di Bolzano. Per esempio, il Presidente della Provincia (governatore) Arno Kompatscher ha sottolineato i rischi per i fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), lo sviluppo dell’autonomia, le norme di attuazione in sospeso ed il rinnovo della concessione per l’autostrada A22 che attraversa l’Alto Adige. D’altro canto, c’è anche chi come Fratelli d’Italia, unico partito all’opposizione, attendeva le elezioni anche alla luce della sua crescita nei sondaggi.

La breve campagna elettorale conclusasi con le elezioni del 25 settembre ha portato alla vittoria della coalizione di centrodestra, trainata dalla crescita del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. Il preannunciato successo di Fratelli d’Italia, considerato erede del Movimento Sociale Italiano (MSI) d’ispirazione neofascista, ha un valore particolare in Alto Adige, provincia che ha vissuto politiche di discriminazione e italianizzazione messe in atto dal regime fascista nei confronti della popola­zione di lingua tedesca e ladina ivi residente,2 e che, dopo anni di tensioni “etniche”, oggi è caratterizzata da un sofisticato sistema di autonomia politica e di misure per tutelare le minoranze e garantire la convivenza pacifica fra i gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino.3

Quali dinamiche politiche hanno caratterizzato l’Alto Adige in quest’ultima tornata elettorale? Lo scopo di questo articolo è di tracciare l’offerta politica (partiti, alleanze e strategie politiche) ed analizzare i risultati delle elezioni, inclusa l’affluenza alle urne, in provincia di Bolzano, anche alla luce dei dati a livello nazionale e i risultati della precedente tornata elettorale del 2018. Il contributo mette in risalto i cambiamenti politici ed il clima politico emersi in provincia, comparando il contesto delle elezioni generali del 2022 con le dinamiche politiche che hanno fino ad oggi contraddistinto l’Alto Adige. L’articolo è composto di quattro sezioni. Dopo aver presentato il sistema elettorale vigente ed i suoi ultimi sviluppi negli anni passati, la seconda parte discute l’offerta elettorale e le strategie politiche che hanno caratterizzato la campagna elettorale in Alto Adige. Nella terza parte vengono analizzati in dettaglio i risultati delle elezioni in provincia, considerando anche i risultati a livello nazionale e comparandoli con le elezioni politiche precedenti. Infine, l’articolo offre una riflessione su quali potrebbero essere le ripercussioni di queste ultime elezioni politiche sulla politica altoatesina.

2. Il sistema elettorale

Per quest’ultima tornata elettorale si è votato sulla base della legge elettorale detta Rosatellum bis, varata nel 2017 e già usata per le elezioni nazionali svoltesi nel marzo dell’anno seguente, nonostante da più parti venga criticata e si richieda una modifica del meccanismo elettorale.4 Il sistema elettorale è stato però adeguato alla riduzione del numero dei/delle parlamentari di Camera dei deputati e Senato, passati dopo la conferma nel referendum costituzionale dell’autunno 2020 rispettivamente da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori, ed a un nuovo disegno dei collegi elettorali.5

La legge elettorale prevede il medesimo sistema misto maggioritario-proporzionale sia per la Camera che per il Senato, in cui parte dei seggi (37 per cento; 147 deputati e 74 senatori) sono assegnati con un sistema maggioritario a turno unico in collegi uninominali, in cui viene eletto il candidato che ottiene più voti, mentre il restante dei seggi (61 %; 245 deputati e 122 senatori) sono assegnati con metodo propor­zio­nale in collegi plurinominali con liste bloccate tra liste e coalizioni che superano determinate soglie di sbarramento (3 per cento dei voti totali per le liste e 10 per cento per le coalizioni). A ciò si aggiungono otto deputati e quattro senatori eletti nelle circoscrizioni estere con sistema proporzionale. Tra altri elementi previsti dal Rosatellum bis, gli elettori non possono esprimere un voto disgiunto, per cui c’è un’unica scheda per ciascun ramo del parlamento e scegliendo un candidato uninominale, il voto viene trasferito alla lista o coalizione collegata per il calcolo dei voti nel collegio plurinominale (con una attribuzione “pro quota” alle liste alleate); e vice­versa. Si tratta quindi di un voto non esclusivo che beneficia più di un candidato (Cox 1997). Inoltre, i/le candidati/e possono presentarsi in un solo collegio uninominale, a prescindere dal loro territorio di appartenenza, ed al contempo possono presentarsi in non più di cinque collegi plurinominali. Ciò dà vita al così detto fenomeno dei candidati “paracaduti” in collegi elettorali sicuri, come la candidatura ed elezione alla Camera nel 2018 di Maria Elena Boschi nel collegio uninominale di Bolzano/Bozen.6 Come sottolineato da Liberto (2019) questo tipo di candidature crea un problema di rappresentanza e responsabilità politica verso gli elettori e le elettrici. Infine, sono previste quote di genere, in particolare l’alternanza di genere nella composizione dell’elenco dei/delle candidati/e di ciascuna lista nei collegi plurinominali.

Per quanto riguarda l’Alto Adige, per il Senato sono previsti, come nel 2018, tre collegi uninominali (Bolzano/Bozen, Merano/Meran e Bressanone/Brixen), mentre in seguito alla riduzione del numero dei/delle parlamentari è stato abolito il collegio plurinominale del Trentino-Alto Adige/Südtirol. Invece, per la Camera, i collegi uninominali sono stati ridotti da tre a due (Bolzano/Bozen e Bressanone/Brixen, che hanno incorporato il collegio di Merano/Meran), ma è rimasto il collegio plurinominale su base regionale (Trentino-Alto Adige/Südtirol) che prevede l’elezione di tre deputati/e. Tale cambiamento ha ripercussioni sulla geografia elettorale dei gruppi linguistici, poiché nel nuovo collegio di Bolzano/Bozen, teoricamente disegnato per favorire la rappresentanza del gruppo linguistico italiano (cfr. Liberto 2019, 9), la percentuale di elettori e elettrici di lingua italiana risulta diluita, con possibili conseguenze anche per quanto riguarda le strategie politiche dei partiti altoatesini. In totale in Alto Adige si contano 490 sezioni, oltre ai seggi speciali, come quelli negli ospedali.

Come novità da segnalare anche che nel 2021 con una legge costituzionale è stato tolto il limite dei 25 anni d’età per votare al Senato.7 In provincia, in vista delle elezioni è stato stimato che fossero circa 4000 le persone diventate maggiorenni e che avrebbero potuto votare, anche se giovani altoatesini/e intervistati/e, così come molti coetanei nel resto della penisola, hanno denunciato una certa indifferenza da parte della politica nei loro confronti (cfr. Serraino 2022a; 2022b). Inoltre, alla luce della pandemia ancora in corso, è stata prevista la possibilità di votare a domicilio per i malati di COVID-19, in aggiunta a chi soffre di altre patologie.

3. Strategie politiche e offerta elettorale

Riguardo alle strategie politiche e possibili coalizioni dei partiti altoatesini, le scelte sono state influenzate dalla riforma dei collegi elettorali, che ha ridisegnato anche le intese politiche, e dalle elezioni provinciali che si terranno nel 2023. Così, mentre nel resto d’Italia teneva banco la questione della creazione di un terzo polo e dei rapporti tra il Partito Democratico (PD) e il Movimento 5 Stelle (M5S), in Alto ­Adige l’attenzione si è incentrata su altre due questioni principali: 1) se e con chi la Südtiro­ler Volkspartei (SVP) avrebbe concluso un’alleanza; e 2) sulla scelta dei candidati e delle candidate, in particolare della SVP.

Sia la coalizione di centrodestra che quella di centrosinistra hanno provato a ­trovare un accordo con la SVP, in particolare per il collegio di Bolzano/Bozen al Senato, l’unico seggio uninominale in bilico, visto che negli altri collegi era data per scontata la vittoria del partito di raccolta del gruppo linguistico tedesco.8 A riguardo la SVP era interessata a un/a candidato/a di comprovata esperienza autonomista, moderato/a ed europeista con cui poter creare un gruppo autonomia al Senato, per il quale servono quattro senatori/senatrici, considerato particolarmente rilevante nel caso in cui il futuro governo avesse avuto una maggioranza risicata.

Sono state vagliate quattro possibilità: riproporre l’alleanza vincente con il centrosinistra come alle precedenti elezioni nazionali del 2013 e 2018 (scelta preferita del governatore SVP Arno Kompatscher), contro gli avvertimenti che tale scelta avrebbe portato problemi alla alleanza del partito con la Lega nel governo provinciale,9 e sarebbe stata controproducente in vista di una probabile vittoria a livello nazionale del centrodestra, e le difficoltà di alcuni ambienti della SVP ad allearsi con il partito dei Verdi. In secondo luogo, vi era la possibilità di fare un accordo con il centrodestra come in Provincia con la Lega e in vista del sostegno che Forza Italia aveva dato nell’elezione al Parlamento europeo del candidato SVP Herbert Dorfmann. Tale scelta avrebbe portato ad avere una sponda nel probabile futuro governo di centrodestra, ma si è scontrata con la rilevanza di Fratelli d’Italia (FdI) nella coalizione, visto come l’erede dell’MSI e osteggiato dalla SVP. Come detto da Philipp Achammer, segretario del partito, “Fratelli d’Italia per noi è assolutamente irricevibile. In passato hanno fatto di tutto per danneggiare l’autonomia dell’Alto Adige, e con loro non può esserci una collaborazione di nessun tipo” (cit. in Mariucci 2022).

Terzo, scelta che avrebbe permesso alla SVP di non schierarsi, è stata anche ­considerata l’opzione di dare sostegno ad un candidato o una candidata di lingua ­ita­liana espressione delle varie liste civiche presenti in provincia.10 Infine, come quarta possibilità, la decisione presa dalla SVP dopo settimane di incertezza, è stata quella di presentarsi da sola, blockfrei, come richiesto dalla base del partito nel ­collegio, che ha dato “voce” (Hirschman 1970) al suo desiderio di avere un candidato o una candidata proprio/a del territorio, anche come conseguenza dell’esperienza passata di candidati/e paracadutati/e da fuori provincia dagli alleati (p. e. Maria ­Elena ­Boschi e Gianclaudio Bressa nel 2018). Tale scelta però implicava il rischio di perdere, contradicendo al tempo stesso l’aspettativa che il collegio di Bolzano/Bozen vada a un/a rappresentante del gruppo linguistico italiano.11 Se nei collegi uninominali la SVP si è presentata da sola, nel collegio plurinominale regionale della Camera la SVP ha concluso un accordo con il Patt trentino per presentarsi insieme, presentando il proprio candidato al primo posto della lista.

Mentre si discuteva di possibili coalizioni, l’attenzione si è spostata sulla scelta dei candidati e delle candidate. La SVP ha organizzato un sistema democratico per scegliere i candidati e le candidate con un’ampia consultazione della sua base attraverso un sistema di primarie ridotte. I gruppi locali hanno espresso delle preferenze che poi sono state votate dai referenti locali. Nel processo sono emerse alcune delle tensioni che hanno caratterizzato il partito negli ultimi anni, con la proposta di candidati/e alternativi/e a quelli uscenti e considerati vicini al governatore ­Kompatscher.12 Considerato anche il fatto che i capigruppo di Camera e Senato siedono di diritto nella direzione del partito, l’azione avrebbe indebolito politicamente il governatore ed influenzato la sua scelta di ricandidarsi alle prossime elezioni provinciali. Alla fine, però, i referenti locali hanno votato per i candidati/le candidate legati/e a ­Kompatscher, compattando il partito. Da segnalare che per il collegio di Bolzano/Bozen al Senato, la candidatura di Manfred Mayr ha prevalso sulla proposta di sostenere il vicesindaco del paese di Laives, Giovanni Seppi, per ingraziarsi il gruppo linguistico italiano.

Per il seggio senatoriale di Bolzano/Bozen le candidature sia del centrosinistra che del centrodestra hanno riflesso il tentativo di propiziarsi gli elettori e le elettrici di lingua tedesca e la SVP. Il centrosinistra ha evitato le discusse candidature esterne del passato ed ha scelto l’ex sindaco del capoluogo Bolzano, Luigi Spagnolli, autono­mista e legato al territorio e ben visto in ambienti della SVP.13 Il centrodestra, che in Alto Adige vive la contradizione fra le istanze autonomiste della Lega e quelle nazionaliste di Fratelli d’Italia, ha evitato di candidare un/a rappresentante di FdI.14 Dopo la decisione della SVP di correre da sola, ha scelto Maurizio Bosatra, già commissario provinciale della Lega, ma proveniente da fuori provincia, contradicendo le critiche leghiste ai/alle candidati/e paracadutati/e in passato dal centro­sinistra.

Per quanto riguarda le altre forze politiche, si sono presentati in tutti i collegi l’M5S, il Terzo Polo di Azione – Italia viva, e Vita, nuova forza politica creatasi in rappresentanza del movimento no-vax e contro le misure contro il COVID-19. Da segnalare infine tra i collegi di Camera e Senato le candidature dei die Freiheit­lichen (solo nei collegi per il Senato), Italia sovrana e popolare, Italexit per l’Italia, e Unione popolare. In totale si sono presentati/e una novantina di candidati/e fra ­collegi uninominali (ognuno con nuove candidati) e plurinominali (ciascuno con 15 liste).

La campagna elettorale è apparsa anomala sia per i tempi ristretti che per il periodo estivo, influenzata inoltre dal fatto che il risultato delle elezioni potrebbe condizionare la futura politica locale e le prossime elezioni provinciali. In provincia è stata inoltre una campagna elettorale al risparmio, caratterizzata dalla richiesta di alcune forze politiche di contributi economici ai/alle propri/e candidati/e o il loro affidamento a donazioni private.15 Non sono comunque mancate le visite di importanti esponenti politici, dai leader di FdI e Lega, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, al governatore PD dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. La campagna elettorale in provincia si è omologata ad alcuni temi che hanno prevalso a livello nazionale, quali il caro energia e l’uso dell’energia nucleare, la riforma del fisco e la proposta di flat-tax, il costo della vita e l’abolizione del reddito di cittadinanza, la crisi climatica e i diritti civili.16 Questi temi sono però stati adeguati al contesto altoatesino, per esempio con riferimento al costo dell’abitare in Alto Adige, l’aumento delle prestazioni idroelettriche provinciali, e il turismo sostenibile.

In particolare, mentre a livello nazionale la campagna elettorale è stata influenzata dalla scelta del PD di presentarla come una scelta ideologica sui diritti e la democrazia ed il dibattito, anche all’estero,17 sulla affidabilità democratica di Giorgia Meloni, in provincia la questione è stata inquadrata nella tematica dell’autonomia e della sua difesa, su cui tutte le forze politiche hanno preso posizione. La SVP ha, infatti, incentrato la sua campagna elettorale sul timore di un governo guidato da FdI per l’autonomia altoatesina ed il bisogno di difenderla dal nazionalismo e centralismo, espressi negli slogan “Il team autonomia” e “Autonomie wählen”.18 Per esempio, mentre Kompatscher rifletteva su come l’autonomia si sia indebolita avendo perso varie competenze politiche,19 ed i rischi di una eventuale vittoria di FdI per la credibilità dell’Italia a livello economico e politico e per l’autonomia altoatesina, e di eventuali riforme costituzionali, Achammer sottolineava gli atteggiamenti ostili espressi in passato da FdI nei confronti dell’autonomia, ed esprimeva le sue preoccupazioni al governo austriaco durante un viaggio a Vienna.20 A riguardo, è da notare l’appello che la SVP, specialmente il suo candidato al collegio per il Senato di Bolzano/Bozen, Mayr, ha fatto agli elettori e alle elettrici di lingua italiana per difendere l’autonomia; appello criticato da altre forze politiche visto che la SVP rimane un partito di raccolta della popolazione di lingua tedesca e ladina. Ad incrementare i toni, si sono aggiunte le prese di posizione di Südtiroler Freiheit,21 che ha definito Meloni “un lupo travestito da agnello” (cit. in Angelucci 2022c), la denuncia di ­Meloni fatta da esponenti del partito per apologia del fascismo, e le lettere mandate dal Südtiroler Schützenbund a vari destinatari, tra cui il segretario generale dell’ONU e i/le commissari/e dell’UE, per chiedere l’abolizione dei toponimi fascisti.22

Dall’altra parte, la coalizione di centrodestra, ed in particolare la Lega, come ­riflesso in uno dei suoi slogan “credo nell’autonomia”, si è impegnata per dare ­rassicurazioni sull’autonomia, inclusa come impegno comune nel programma della coalizione, e per ribadire che non sarebbe stata in pericolo con un governo guidato da Meloni. Al tempo stesso esponenti della coalizione hanno criticato la SVP per presentare l’autonomia come prerogativa sua e/o di un solo gruppo linguistico.23 La stessa leader di FdI si è esposta durante la sua visita a Bolzano e in lettere a giornali locali per presentare il suo sostegno e visione dell’autonomia, suscitando però ulteriori critiche da parte di esponenti della SVP.24

Fra altre peculiarità della campagna elettorale in provincia, da segnalare gli sforzi del leader leghista Bosatra di non presentarsi come un candidato paracaduto da fuori, e la scelta di Spagnolli di fare una campagna elettorale incentrata su se stesso ed i suoi legami col territorio sganciata dai partiti con lo slogan “mi conosci/du kennst mich.” Inoltre, la campagna della SVP è stata segnata anche da discussioni sulla ricandidatura di Kompatscher alle prossime elezioni provinciali e le tensioni interne al partito.25

4. Risultati

Come nelle previsioni, a livello nazionale le elezioni politiche del 2022 hanno registrato la grande vittoria del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, che ha ottenuto circa il 26 per cento dei voti sia alla Camera dei deputati che al Senato, e, nonostante il tracollo della Lega, scesa intorno al 8 per cento dal 17 per cento del 2018, ha portato la coalizione di centrodestra al governo. Con circa il 44 per cento dei voti sia alla Camera che al Senato, la coalizione ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in entrambi i rami del Parlamento. La sconfitta del PD, sceso sotto il 20 per cento, ha causato le dimissioni del suo segretario Enrico Letta. Terzo il Movimento 5 Stelle, che contro le previsioni di un suo crollo ottiene circa il 15 per cento dei consensi, mentre il Terzo Polo, formato da Azione e Italia viva, non ha raggiunto la quota del 10 per cento sperata, assestandosi intorno al 7,7 per cento.

Nonostante anche in Alto Adige si sia assistito alla notevole crescita di Fratelli d’Italia, il voto in provincia si presenta in controtendenza rispetto ai risultati nel ­resto della penisola. Sono tre i principali elementi peculiari del voto altoatesino: la vittoria, anche se risicata, di Spagnolli e della coalizione di centrosinistra nel collegio senatoriale di Bolzano, unico seggio contendibile alla SVP in provincia; il buon risultato ottenuto a sorpresa da Vita, rappresentante del movimento no-vax; e la tenuta della SVP negli altri collegi di Camera e Senato, nonostante il partito di raccolta continui a registrare una certa perdita di consensi. Invece, come nel resto d’Italia, anche in Alto Adige si è registrato un notevole astensionismo.

L’ex sindaco di Bolzano ha ottenuto 21.894 preferenze, che equivalgono al 26,13 per cento dei voti, superando per poche centinaia di preferenze il candidato della SVP, Mayr, e quello della Lega e del centrodestra, Bosatra, posizionatosi terzo per consensi. L’elezione di Spagnolli rappresenta la prima volta che un candidato di centrosinistra di lingua italiana viene eletto al Senato senza il sostegno o la desistenza della SVP. L’unico precedente risale al 1996, anno in cui Adriana Pasquali di Alleanza Nazionale è stata eletta al Senato per la coalizione di centrodestra. Con la sua campagna incentrata sul fatto di essere espressione del territorio, conosciuto e affidabile, Spagnoli non solo ha convinto gli elettori e le elettrici di centrosinistra, nonostante i dubbi espressi inizialmente da alcuni partiti della coalizione, ma ha ottenuto un voto trasversale, con consensi anche nel mondo linguistico tedesco. Infatti, non solo è stato il candidato più votato a Bolzano con 15.275 voti (31,27 per cento), incluso nelle circoscrizioni di Centro-Piani-Rencio e Gries-San Quirino, dove vive la maggior parte della popolazione bolzanina di lingua tedesca (con quasi 900 voti in più di quelli ottenuti in città dalla sua coalizione per l’elezione della Camera dei deputati);26 ma ha avuto anche buoni risultati in aree periferiche tra vari comuni della Bassa Atesina, come Appiano e Caldaro, in cui ha ottenuto una percentuale di voti più alta della consistenza del gruppo linguistico italiano.

Il grande sconfitto sembra essere il candidato della Lega, Bosatra, che pur vincendo in alcune roccaforti del centrodestra, quali Laives e il quartiere don Bosco di Bolzano,27 nel capoluogo ottiene quasi 1.800 voti in meno della sua collega di par­tito candidata alla Camera dei deputati, Sabrina Adami, fatto che riflette un voto disgiun­to di alcuni elettori. Invece, Rita Mattei candidata della Lega per il centro­destra, ha ottenuto un buon secondo posto nel collegio senatoriale di Merano/Meran con il 10,44 per cento dei voti (24,39 per cento nella città di Merano).28 Il risultato di Bosatra ha portato a scambi di accuse all’interno della coalizione e della stessa Lega. Al risultato negativo di Bosatra, si affianca però il buon risultato ottenuto anche in Alto Adige da Fratelli d’Italia. Considerando l’elezione della Camera dei deputati, il partito di Meloni ha ottenuto nel collegio elettorale di Bolzano/Bozen il 15,49 per cento dei voti, dietro la SVP, e primo fra i partiti di lingua italiana.

Un risultato specificatamente altoatesino che ha sorpreso ed ha suscitato interesse anche a livello nazionale è il consenso ottenuto dal partito Vita, che in provincia ha lanciato persone di riferimento delle proteste contro i vaccini e il green pass, quali Hannes Loacker e Renate Holzeisen, con percentuali che variano dal 5,99 per cento nel collegio senatoriale di Bressanone/Brixen al 7,92 per cento nel collegio di Bressanone/Brixen per la Camera dei deputati. La nuova forza politica ha avuto risultati eclatanti soprattutto nelle aree rurali e alcuni piccoli comuni, come il 25,83 % nel comune di San Pancrazio per l’elezione della Camera dei deputati. Il partito ha quindi catalizzato il voto di coloro che si sono opposti ai vaccini e alle misure contro il COVID-19 e che in generale presentano una certa ritrosia nei confronti delle regole e delle forze governative, dimostrando che le tensioni causate dalla pandemia in provincia non sono ancora state superate.

Il risultato di Vita viene considerato da molti osservatori come un voto di protesta non legato a un preciso progetto politico; voto che da vari anni caratterizza le elezioni in Alto Adige.29 Comunque rimane da chiedersi cosa succederà al movimento no-vax. Dai risultati di Vita sembra che i suoi leader abbiano sfruttato le opportu­nità politiche disponibili, il loro network di relazioni sociali e strutture ­connettive e identitarie per cristallizzare il movimento e costruire una struttura di mobilitazione politica. Teorie dei movimenti sociali suggeriscono però che cicli di contestazione finiscono per creare condizioni che potrebbero indebolire gli stessi movimenti che li hanno iniziati (cfr. Tarrow 1996). A riguardo, per chi si preoccupa dei risultati di Vita, va sottolineato che piuttosto che reprimere od emarginare azioni collettive, dare voce alle loro istanze può svuotarle della loro forza d’attra­zione.

A parte il collegio senatoriale di Bolzano/Bozen, in tutti gli altri collegi sono stati eletti i candidati della SVP, incluso Dieter Steger, eletto con sistema proporzionale nel collegio regionale plurinominale. Anche se la SVP rimane il primo partito in provincia (e in regione) con notevoli percentuali di consensi e, sommando i collegi elettorali, più di centomila voti alla Camera dei deputati e circa 90.000 al Senato, il partito più longevo nel Parlamento italiano registra la perdita di migliaia di voti, soprattutto in val Pusteria, dove non ha presentato un/a candidato/a espressione del territorio. Per esempio, al Senato, nei collegi di Bressanone/Brixen e Merano/Meran i candidati SVP Meinhard Durnwalder e Julia Unterberger sono stati rieletti rispettivamente con il 46,11 per cento e 47,84 per cento dei voti, mentre nel 2018 il primo aveva ottenuto il 66,5 per cento (circa 12.000 voti in più), e la seconda 61,09 per cento (circa 7.000 voti in più). Inoltre, il candidato SVP alla Camera nel collegio di Bolzano/Bozen ha superato di neanche 10.000 voti e per circa 13.000 voti i candi­dati della coalizione di centrodestra e centrosinistra. I candidati della SVP si sono confrontati con la concorrenza del partito nazionalista di destra die Freiheitlichen e di partiti interetnici quali Alleanza Verdi e Sinistra e Team K, che hanno corso anche in vista delle prossime elezioni provinciali.30 Da segnalare, a riguardo, il secondo posto (15,58 per cento e più di 13.000 voti) del candidato di Alleanza Verdi e Sinistra, Hans Heiss, nel collegio di Bressanone/Brixen per il Senato; e nello stesso collegio il terzo posto ottenuto da Ulli Mair dei die Freiheitlichen (8,89 per cento e 7.527 voti). Inoltre, Team K, che per la prima volta ha presentato propri candidati per le elezioni politiche nei collegi di Merano/Meran e Bressanone/Brixen per l’elezione del Senato, ha raggiunto l’8,53 per cento e il 6,68 per cento dei voti.

Un’ulteriore analisi dei flussi elettorali si può ricavare sommando i voti ai singoli partiti nei collegi per l’elezione della Camera dei deputati e comparandoli con l’ele­zione della Camera nel 2018, insieme ad una analisi del voto alla Camera nel comune del capoluogo, Bolzano, nelle due tornate elettorali.31 Come detto, la SVP rimane il primo partito in provincia, ma rispetto al 2018 perde quasi 4 punti percentuali a livello provinciale, mentre rimane costante nella città di Bolzano. Il PD ­invece è cresciuto sia in Provincia che a Bolzano, mentre il M5S, che nel 2018 era il secondo partito in provincia e primo nel capoluogo, è crollato di più di un terzo di voti. Notevolmente ridimensionata appare la Lega, che nel 2018 era la terza forza politica con il 9,94 per cento, e nelle ultime lezioni raggiunge il 5,30 per cento. Nella città di Bolzano il partito dimezza i voti, scendendo al 7,89 per cento dal 15,71 per cento nella elezione politica precedente. Anche Forza Italia ha più che dimezzato i suoi voti. Al contrario è evidente la crescita di Fratelli d’Italia, che nel 2018 era stato votato solo dal 1,78 per cento in Provincia e dal 3,9 per cento a Bolzano, ed ora è invece il secondo partito che ha ottenuto più voti in provincia, dietro la SVP, e nel capoluogo è il partito più votato ed ha guidato la coalizione di centrodestra a prevalere sul centrosinistra. Come sottolineato da Ferrandi (2022), esiste, soprattutto a Bolzano, un tradizionale blocco di voti a favore del centrodestra, e si è assistito ad un riallineamento dei voti e dei rapporti di forza all’interno della coalizione, a favore di Fratelli d’Italia. Rifacendosi a teorie sui modelli di comportamento elettorale (cfr. Harrop/Miller 1987), si può supporre che in Alto Adige, così come nel resto d’Italia, all’interno dell’elettorato di destra la Lega non abbia avuto il tempo di ­sviluppare tra coloro che avevano iniziato a votarla da pochi anni una identificazione partitica. I drammatici eventi degli ultimi anni, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, hanno favorito Fratelli d’Italia, all’opposizione da diversi anni in Italia ed ai margini della politica provinciale. Rimane da vedere se nei prossimi anni Fratelli d’Italia riuscirà a sviluppare sentimenti di lealtà verso il partito.

Infine, come a livello nazionale, anche in provincia, nonostante gli appelli per andare a votare, si è registrato un elevato livello di astensione, anche più alto che nel resto d’Italia. In Alto Adige gli aventi diritto al voto sono quasi 394.000. Di questi, considerando la Camera dei deputati, in provincia ha votato il 62,24 per cento, mentre la percentuale in Italia ammonta ad il 63,91 per cento, storicamente il dato na­zionale più basso per le elezioni politiche.32 Inoltre, sia in Italia che in Alto Adige, anche se in misura minore in provincia, l’astensione è aumentata rispetto alle pre­cedenti elezioni politiche del 2018, quando l’affluenza in Italia era stata del 72,94 per cento, mentre in Alto Adige aveva votato il 69 per cento degli elettori (dati per la Camera dei deputati).33 Il fenomeno in provincia ha riguardato alcune aree in particolare, come la Val Venosta, i cui elettori non avevano a disposizione un candi­dato della SVP espressione del territorio. Per esempio, nel collegio senatoriale di Merano/Meran ha votato solo il 58 per cento, mentre alcuni comuni della valle, come Sluderno, hanno le percentuali di affluenza più basse, al di sotto del 50 per cento.34 L’affluenza di voto è stata generalmente più alta di quella provinciale nei comuni del seggio senatoriale di Bolzano/Bozen, come il capoluogo (66,69 per cento), Salorno (69,42 per cento), Bronzolo (72,45 per cento), a conferma che l’affluenza è più alta quando il risultato delle elezioni è in dubbio probabilmente a causa delle azioni strategiche dei politici (Aldrich 1993).35

Elevati livelli di astensionismo sono considerati un grave problema per la qualità della democrazia e la partecipazione politica. Se da una parte può rappresentare un atto di protesta, dall’altra può riflettere un certo disinteresse per la politica o il fatto che parte dei cittadini non si riconosca nella classe dirigente. Questo alto livello di astensionismo può essere inquadrato usando i concetti di Hirschman (1970; si veda anche Musella 2018) di “voce” e “uscita” come strumenti per esercitare influenza politica. In altre parole, il prodotto e l’offerta politica, sia in Italia che in Alto Adige, negli ultimi anni non sta attirando una parte degli elettori, che così, invece di esprimere la propria voce attraverso il voto, scelgono di uscire dal sistema, o tuttalpiù esprimono la propria protesta sui social media o aderendo a manifestazioni politiche estemporanee. Questa scelta è considerata come una reazione di ultima istanza quando le persone sentono di non essere ascoltate (cfr. Hirschman 1970, 37). In contesti dove l’astensionismo è da vari anni estremamente elevato, come negli Stati Uniti, alcuni analisti hanno suggerito di introdurre misure per rendere l’atto di votare obbligatorio con sanzioni per chi non vota (cfr. Lijphart 1997). Nell’ordinamento italiano, votare è già un dovere civico, ma non sono previste conseguenze giuridiche per chi si astiene. L’affluenza alle urne in Italia e in provincia rimane un fenomeno da monitorare nei prossimi anni e, nel caso continui a diminuire, non è escluso che siano necessarie riflessioni su eventuali azioni e misure per incrementarla.

5. Un nuovo inizio?

Le elezioni politiche del 2022 hanno visto anche in Alto Adige la crescita di Fratelli d’Italia, compensata dalla vittoria di Spagnolli, candidato della coalizione di centrosinistra, mentre la SVP perde consensi incalzata da partiti interetnici e forze anti­sistema.

Per concludere, c’è da chiedersi quali saranno le ripercussioni delle elezioni del 2022 sulla politica altoatesina. Si possono fare tre ordini di osservazioni a riguardo. Innanzitutto, inizialmente la vittoria di Fratelli d’Italia a livello nazionale e la creazione del governo guidato da Giorgia Meloni ha alimentato vecchie paure e rivendicazioni, espresse per esempio nella manifestazione organizzata dagli Schützen e il Südtiroler Heimatbund,36 con la partecipazione di esponenti della SVP, per il centesimo anniversario della marcia fascista su Bolzano, in cui sono stati esposti striscioni a favore dell’autodeterminazione o che equiparavano il governo Meloni al regime fascista.37 La Südtiroler Freiheit ha rilanciato la sua agenda secessionista per sottrarsi a un governo considerato neofascista, per cui, secondo Sven Knoll “dobbiamo assolutamente elaborare un piano B per non diventare le vittime di una politica nazionalista” (cit. in Angelucci 2022a). Tali paure hanno trovato sostegno anche a livello internazionale, per esempio nelle preoccupazioni espresse dal leader della CSU bavarese Markus Söder, che ha dichiarato di volersi occupare di più dell’Alto Adige. Nel frattempo, la SVP ha mantenuto un ruolo ondivago. Il suo segretario, Achammer, da una parte ha dichiarato di voler valutare il governo sui fatti in vista di alcune questioni strategiche per l’Alto Adige come il rinnovo della concessione dell’autostrada A22 e il ripristino delle competenze politiche perse negli anni a causa delle sentenze della Corte Costituzionale, e dall’altra ha condannato il fascismo e rilanciato la richiesta di apportare delle correzioni all’odonomastica di Bolzano riguardo a nomi di origine fascista di alcune strade cittadine. Comunque, l’apertura di Meloni a ripristinare le competenze della Provincia ha convinto la SVP ad astenersi sulla fiducia al governo ed a mettere in dubbio i timori e pessimismo espressi in precedenza dal partito nei confronti di un governo Meloni.38

In secondo luogo, le elezioni hanno polarizzato il quadro politico e potrebbero condizionare le future elezioni provinciali, anche se le elezioni locali hanno comunque dinamiche specifiche e parte dell’elettorato altoatesino si è dimostrato fluido e mobile. Infatti, la predominanza di Fratelli d’Italia nella coalizione di centrodestra mette in crisi la SVP e il suo governare in provincia con la Lega. La SVP, anche se ancora dominante, ha perso ulteriore potere e potrebbe essere costretta a trovare un accordo per governare tra una coalizione di centrodestra guidata dal partito di ­Meloni e una di centrosinistra che include i Verdi e Team K. Non per niente, in vista delle elezioni provinciali, sia Spagnolli che il leader locale di Fratelli d’Italia, ­Alessandro Urzì, si sono affrettati a proporre ai partner di coalizione di concludere accordi pre-elettorali per correre da soli (visto che il sistema per le elezioni provinciali non prevede coalizioni) e poi trattare in modo unito con la SVP. Se da una parte nella SVP c’è chi considera un governo con Fratelli d’Italia “una linea rossa da non superare” (cit. in Gonzato 2022) ed il governatore Kompatscher sembra prediligere l’alleanza con il centrosinistra, l’ala conservatrice del partito potrebbe aprire ad un accordo con il centrodestra. A questo scenario va comunque aggiunto il ruolo che potrebbero avere i partiti di centro del Terzo Polo e varie liste civiche così come le forze antisistema quali il movimento dei no-vax.

Infine, terzo, i risultati delle elezioni nazionali ed una possibile futura scelta della SVP tra centrosinistra e centrodestra, potrebbero segnalare che è in corso un profondo cambio di paradigma nella politica altoatesina. A riguardo, nella scienza politica si è a lungo dibattuto sui fattori che influenzano i sistemi politici, guardando a diverse variabili e il loro interagire, quali strutture sociali e linee di frattura, la progettazione istituzionale e sistemi elettorali, il ruolo dei partiti e la distribuzione dell’elettorato (cfr. Lipset/Rokkan 1967; Downs 1957; Iversen 1994; Neto/Cox 1997; Mainwaring/Scully 1995). Il sistema politico altoatesino è influenzato dalla linea di frattura centro-periferia, da cui la presenza di partiti regionalisti e/o separatisti (SVP, Südtiroler Freiheit e die Freiheitlichen) (cfr. Lipset/Rokkan 1967). Questa frattura si combina con la presenza in provincia di diversi gruppi linguistici e con lo Statuto di Autonomia che prevede un sistema di governo di tipo consociativo caratterizzato da grandi coalizioni, veto reciproco, proporzionalità e autonomia, che garan­tisce la rappresentanza politica a ciascun gruppo (Lijparth 1977). La conseguenza è la divisione dell’elettorato altoatesino in due arene politiche sulla base della divisione linguistica, una con partiti di lingua tedesca e una con partiti di lingua italiana, che quindi non competono fra loro (cfr. Scantamburlo/Pallaver 2014). ­Influenzata dalla linea di frattura centro-periferia, l’arena di lingua tedesca è caratterizzata dalla prevalenza della SVP, partito di raccolta che contiene al suo interno diverse istanze economiche e sociali, che dagli anni 80 del secolo scorso ha visto la concorrenza di partiti nazionalisti, oggi Südtiroler Freiheit e die Freiheitlichen. L’arena di lingua italiana ricalca il sistema partitico nazionale con la contrapposi­zione politica destra/sinistra influenzata recentemente dall’ascesa di partiti populisti, fluttuando da una logica di bipolarismo imperfetto ad una realtà tripolare. Fa eccezione a questa distinzione tra arene politiche il partito interetnico dei Verdi e più recentemente di Team K.

A questa divisione fra due arene politiche sembra si stia sovrapponendo una distinzione tra due diverse concezioni dell’elemento etnico-linguistico nella società altoatesina. Da una parte un’idea più primordiale dei gruppi linguistici, concepiti come entità fisse cha vanno protette e mantenute (cfr. Geertz 1963). Questa concezione, che in parte è riflessa anche in alcune misure dello Statuto di Autonomia come la proporzionale e le scuole distinte,39 accomuna forze politiche nazionaliste di destra sia nell’arena di lingua tedesca che in quella di lingua italiana, da Fratelli d’Italia a die Freiheitlichen passando per la Lega e vari esponenti della SVP. Da questa idea derivano l’opposizione (nel gruppo linguistico tedesco) ad integrare il sistema scolastico o (nel gruppo linguistico italiano) ad introdurre toponimi monolingui (in tedesco), anche per luoghi di non particolare rilevanza come un piccolo lago di montagna,40 così come le proposte fatte negli anni passati di creare una quarta scuola per stranieri o di dare precedenza a migranti provenienti da paesi dell’est europeo considerati più facili da integrare nella società altoatesina. In questa logica si spiega l’affermazione “siamo sempre stati tirolesi, lo siamo ancora e sempre lo saremo” fatta da Luis Walcher (cit. in Fazzi 2022), vicesindaco di Bolzano per la SVP alla suddetta manifestazione per l’anniversario della marcia su Bolzano, per cui l’esponente politico di Fratelli d’Italia, Marco Galateo, ha detto di avere “massimo rispetto” (cit. in Martinello 2022). Come commentato a riguardo dallo storico Hannes Obermaier, c’è la condivisione di stessi ideali, in cui l’identità linguistico-etnica prevale sull’individuo (cfr. Martinello 2022).

Dall’altra vi è un’idea dei gruppi linguistici più vicina a concezioni instrumentaliste e strutturaliste delle identità etniche, per cui quest’ultime non sono dei fatti biologici fissi. Piuttosto, le divisioni socio-culturali che sono politicizzate sono il risultato di scelte individuali o del contesto strutturale; perciò l’appartenenza etnica è una categoria di mobilitazione politica (cfr. Bates 1983; Jung 2001; Chandra 2005). Questa concezione apre le porte alle trasformazioni della società altoatesina oltre la distinzione tra i gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino. I partiti interetnici Verdi e Team K sono i maggiori rappresentanti di questo approccio, condiviso dai partiti di centrosinistra di lingua italiana, mentre tracce di esso si ritrovano in alcuni esponenti della SVP. Si avvicina a questa concezione la proposta dell’ex Obmann della SVP Siegfried Brugger, fatta in passato e riproposta dopo le ultime elezioni, che la SVP si apra alla comunità di lingua italiana per affiancare alla prerogativa etnica del partito e al suo obbiettivo della difesa dei gruppi linguistici tedesco e ladino un elemento territoriale (cfr. Campostrini 2022).

Queste diverse visioni dei gruppi linguistici corrispondono alle due diverse inter­pretazioni che sono state sviluppate riguardo all’autonomia altoatesina, cioè l’idea di un’autonomia in senso etnico-linguistico, finalizzata a proteggere i gruppi linguistici tedesco e ladino, o di una autonomia territoriale, pensata come strumento di governo per l’intera popolazione (cfr. Palermo 1999, 2022). Pur non trattandosi chiaramente di una nuova linea di frattura, la contrapposizione tra queste due visioni dell’elemento etnico-linguistico potrebbe influenzare il sistema e le dinamiche politiche altoatesine. Infatti, nell’arena politica di lingua tedesca, la SVP si trova a metà strada riguardo a questa divisione, soffrendo da una parte la concorrenza dei partiti nazionalisti e dall’altra quella dei partiti interetnici. Considerando l’intersezione tra le due arene politiche, la comune concezione primordiale dei gruppi linguistici può contribuire a sostenere un’eventuale alleanza nel sistema consociativo altoatesino tra la SVP e un centrodestra guidato da Fratelli d’Italia. Invece il prevalere della concezione dei gruppi che va oltre le loro distinzioni ed il loro mantenimento porterebbe al coinvolgimento nella giunta provinciale a fianco della SVP di partiti interetnici, come parte di una coalizione di centrosinistra.

In conclusione, quest’ultima tornata elettorale sembra suggerire che l’Alto Adige abbia intrapreso un nuovo paradigma politico basato su diverse visioni della società altoatesina, che interagisce con i vari fattori che influenzano il sistema e le dinamiche politiche altoatesine. Questo paradigma si sovrapporrebbe alla tradizionale distinzione fra arene politiche e partiti italiani e tedeschi così come alle divisioni su vari temi economi e sociali. Le prossime elezioni provinciali del 2023 confermeranno o meno se questo nuovo paradigma abbia effettivamente preso corpo e in quale direzione la provincia altoatesina stia andando.

Tab. 1: Risultati per l’elezione del Senato della Repubblica nei collegi della Provincia di Bolzano

Collegio

Candidato/a

Coalizione/partiti a sostegno

N.

%

Bolzano/Bozen

Luigi Spagnolli

PD, Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa

21.894

26,13

Manfred Mayr

SVP-PATT

21.401

25,54

Maurizio Bosatra

FdI, Lega, Forza Italia, Noi ­moderati

20.785

24,81

Renzo Roncat

M5S

5.318

6,35

Hannes Loacker

Vita

5.200

6,21

Stefania Gander

Azione – Italia viva

4.393

5,24

Otto Mahlknecht

Die Freiheitlichen

1.997

2,38

Ivo Fiorenza

Italia sovrana e popolare

1.657

1,98

Michelangelo Zanghi

Unione popolare

1.139

1,36

Merano/Meran

Juliane Unterberger

SVP-PATT

30.869

47,84

Rita Mattei

FdI, Lega, Forza Italia, Noi ­moderati

6.737

10,44

Markus Hafner

Team K

5.506

8,53

Sabine Zoderer

Die Freiheitlichen

4.955

7,68

Susanna Singer

Vita

4.512

6,99

Daniela Rossi

PD

4.422

6,85

Marlene Messner

Alleanza Verdi e Sinistra

4.387

6,80

Francesca Morrone

M5S

1.885

2,92

Giovanna Valentini

Azione – Italia viva

1.235

1,94

Bressanone/Brixen

Meinhard Durnwalder

SVP-PATT

39.024

46,11

Hans Heiss

Alleanza Verdi e Sinistra

13.187

15,58

Ulli Mair

Die Freiheitlichen

7.527

8,89

Andrea Causin

FdI, Lega, Forza Italia, Noi ­moderati

5.899

6,97

Monika Senfter

Team K

5.651

6,68

Renate Prader

PD

5.190

6,13

Rudolf Schöpf

Vita

5.072

5,99

Markus Falk

M5S

1.946

2,30

Massimo Rapi

Azione – Italia viva

1.136

1,34

In corsivo il nome degli eletti

Fonte: Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, Politiche, http://www.prefettura.it/bolzano/elezioni/Elezioni_politiche_2022_affluenza_e_risultati-14716768.htm

Tab. 2: Risultati per l’elezione della Camera dei deputati nei collegi della Provincia di Bolzano

Collegio

Candidato/a

Coalizione/partiti a sostegno

N.

%

Bolzano/Bozen

Manfred Schullian

SVP-PATT

40.994 (4.959)

32,94

Sabrina Adami

31.212 (1.261)

25,08

FdI

19.276

15,49

Lega

8.274

6,65

Forza Italia

3.025

2,43

Noi moderati /Lupi-Toti-­Brugnaro-Udc

637

0,51

Elide Mussner

27.923 (2.147)

22,44

PD

16.020

12,87

Alleanza Verdi e Sinistra

8.673

6,97

+Europa

2.867

2,30

Impegno Civico Luigi Di ­Maio - Centro Democratico

363

0,29

Renate Holzeisen

Vita

8.228 (974)

6,61

Angelo Rizzo

M5S

6.438 (418)

5.17

Mauro Randi

Azione – Italia viva

5.793 (433)

4.66

Hannes Schick

Italexit per l’Italia

1.851 (98)

1.49

Francesco Alberti

Unione popolare

1.021 (80)

0.82

Maria Rosa Avellino

Italia sovrana e popolare

977 (56)

0,79

Bressa­none/
Brixen

Renate Gebhard

SVP-PATT

59.839 (4.866)

57,41

Franz Ploner

20.473 (4.761)

19,64

Alleanza Verdi e Sinistra

8.930

8,57

PD

8.591

8,24

+Europa

2.349

2,25

Impegno Civico Luigi Di Maio - Centro Democratico

603

0,58

Paola Binetti

10.840 (460)

10.40

FdI

5.774

5,54

Lega

3.857

3,70

Forza Italia

1.091

1,05

Noi moderati /Lupi-Toti-­Brugnaro-Udc

118

0,11

Francesco Cesari

Vita

8.260 (473)

7,92

Davide Barbieri

M5S

2.270 (161)

2,18

Bressa­none/
Brixen

Ennio Chiodi

Azione – Italia viva

1.345 (134)

1,29

Ilaria Battistetti

Italexit per l’Italia

566 (28)

0,54

Maria Cristiano

Italia sovrana e popolare

356 (38)

0,34

Elisabetta Starita

Unione popolare

288 (55)

0,28

In corsivo il nome degli eletti. In parentesi i voti al solo candidato/alla sola candidata
Fonte: Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, Politiche,
http://www.prefettura.it/bolzano/elezioni/Elezioni_politiche_2022_affluenza_e_risultati-14716768.htm

Tab. 3: Risultati per l’elezione della Camera dei deputati in Alto Adige (somma collegi)

Coalizione

Partiti

N.

%

SVP-PATT

100.833

44,09

Coalizione centrosinistra

48.396

21,16

PD

24.611

10,76

Alleanza Verdi e Sinistra

17.603

7,70

+Europa

5.216

2,28

Impegno Civico Luigi Di Maio - Centro Democratico

966

0,42

Coalizione centrodestra

42.052

18,39

FdI

25.051

10,95

Lega

12.130

5,30

Forza Italia

4.116

1,80

Noi moderati /Lupi-Toti-­Brugnaro-Udc

755

0,33

Vita

16.488

7,21

M5S

8.708

3,81

Azione – Italia viva

7.138

3,12

Italexit per l’Italia

2.417

1,06

Unione popolare

1.309

0,57

Italia sovrana e popolare

1.333

0,58

Risultati nel 2018: SVP-PATT 48,50 %; M5S 13,96 %; Lega 9,94 %; PD 8,61 %; Forza Italia 5,26 %;
Liberi e Uguali 4,83 %; Casapound Italia 2,00 %; Fratelli d’Italia 1,78 %; +Europa 1,41 %; Il Popolo della Famiglia 0,88 %; Partito Valore Umano 0,88 %; Potere al Popolo 0,80 %; Insieme – Italia Europa 0,59 %;
Noi con L’Italia 0,32 %; Civica Popolare Lorenzin 0,24 %

Fonte: Alto Adige, 27 settembre 2022, 18

Tab. 4: Risultati per l’elezione della Camera dei deputati nel comune di Bolzano

Candidato

Coalizione/partiti a sostegno

N.

%

Sabrina Adami

16.517

33,67

FdI

10.386

22,54

Lega

3.621

7,86

Forza Italia

1.576

3,42

Noi moderati /Lupi-Toti-Brugnaro-Udc

244

0,53

Elide Musner

14.394

29,34

PD

8.327

18,07

Alleanza Verdi e Sinistra

3.443

7,47

+Europa

1.605

3,48

Impegno Civico Luigi Di Maio - Centro ­Democratico

135

0.29

Manfred Schullian

SVP-PATT

7.102

14,48

Mauro Randi

Azione – Italia viva

3.582

7,30

Angelo Rizzo

M5S

3.476

7,09

Renate Holzeisen

Vita

1.844

3,76

Hannes Schick

Italexit per l’Italia

969

1,98

Francesco Alberti

Unione popolare

641

1,31

Maria Rosa Avellino

Italia sovrana e popolare

530

1,08

Risultati nel 2018: M5S 22,38 %; PD 16,29 %; Lega 15,71 %; SVP 13,45; Forza Italia 9,18 %; Liberi e Uguali 6,11 %; Casapound 5,25 %; FdI 3,90 %; +Europa 3,38 %; Potere al Popolo 1,5 %; Il Popolo della Famiglia 0,94 %;
Italia Europa Insieme 0,82 %; Noi con L’Italia 0,43 %; Civica Popolare Lorenzin 0,36 %; Partito Valore Umano 0,29 %

Fonte: Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, Politiche, http://www.prefettura.it/bolzano/elezioni/Elezioni_politiche_2022_affluenza_e_risultati-14716768.htm; Eligendo, L’Archivio, https://elezionistorico.interno.gov.it/; e Alto Adige, 27 settembre 2022, 18.

Note

1 In questo articolo viene usato il toponimo in lingua italiana Alto Adige, invece di quello in lingua ­tedesca Südtirol. In alternativa a volte è usata la dizione provincia di Bolzano. Similmente è usato il toponimo italiano Bolzano, invece della dicitura bilingue Bolzano/Bozen. La scelta dell’autore non ha nessun connotato politico o ideologico.

2 In base all’ultimo censimento del 2011, 69.4 per cento della popolazione altoatesina appartiene (o si è aggregata) al gruppo linguistico tedesco, il 26.1 per cento al gruppo linguistico italiano e 4.5 per ­cento al gruppo ladino.

3 Il cosiddetto secondo Statuto di Autonomia, emanato nel 1972 e le seguenti norme di attuazione. Per un’analisi dettagliata dell’autonomia e del sistema altoatesino di protezione delle minoranze si veda per esempio Woelk et al. (2008). Per un excursus della storia recente dell’Alto Adige si veda Grote (2012).

4 Legge n. 165 del 3 novembre 2017 “Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.” Fra i problemi della legge elettorale vi è il fatto che difficilmente permette ad una coalizione o partito di avere la maggioranza; osservazione però smentita in quest’ultima tor­nata elettorale. Inoltre, è un sistema che produce risultati sproporzionati, poiché premia i partiti che fanno parte di coalizioni e penalizza chi non ne fa parte, e, usando liste bloccate e divieto di voto disgiun­to, limita la libertà di scelta degli elettori, disincentivandoli a votare. Per analisi e critiche della legge elettorale si veda Leo (2021) e Desantis (2019).

5 Per la riduzione del numero dei parlamentari si veda Legge costituzionale n. 240 del 12 ottobre 2019 concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari.”

6 Maria Elena Boschi è stata candidata da una coalizione formata da partiti di centrosinistra in alleanza con la Südtiroler Volkspartei (SVP), il partito che storicamente rappresenta il gruppo linguistico tedesco (e quello ladino) e che domina la politica altoatesina fin dalla fine della seconda guerra mondiale. L’appoggio della SVP garantiva l’elezione della Boschi.

7 Legge costituzionale n. 1 del 18 ottobre 2021 “Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica.” 

8 La prevalenza di elettori/elettrici di lingua italiana nella città di Bolzano e la sua consistenza in altre aree del collegio elettorale (Bassa Atesina) si contrappongono al peso che la SVP ha negli elettori e nelle elettrici di lingua tedesca, rendendo il seggio contendibile. Come nel resto d’Italia la coalizione di centrodestra era composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati. Quella di centrosinistra, composta da PD - Italia democratica e progressista, Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa, e Impegno Civico, prevedeva la partecipazione della forza politica locale Team K, che presentava propri/e candidati/e nella lista di +Europa. Nei collegi per il Senato di Merano/Meran e Bressanone/Brixen, PD, Alleanza Verdi e Sinistra e Team K si sono presentati separati con il proprio simbolo; scelta dettata dal fatto che questi seggi sono considerati poco contendibili e dalla volontà di testare le proprie forze e candidati/e in vista delle prossime elezioni provinciali.

9 In Alto Adige vige un sistema di democrazia consociativa che prevede governi di coalizione che includano rappresentanti appartenenti al gruppo linguistico italiano e a quello di lingua tedesca in base alla consistenza dei gruppi nel Consiglio provinciale. Perciò la SVP, che fin dalla fine della Seconda guerra mondiale è il partito di gran lunga prevalente in provincia, in quanto partito etnico, co-governa con forze politiche che rappresentano il gruppo linguistico italiano, in passato partiti di centro e centro-sinistra e nell’ultima legislatura la Lega.

10 Alla fine, le liste civiche, non adatte ad elezioni nazionali e con difficoltà ad organizzarsi, non hanno presentato alcun/a candidato/a, e neppure hanno dato precise indicazioni di voto, anche se molti rappresentati delle liste civiche hanno invitato gli elettori e le elettrici a votare per la coalizione di centrodestra.

11 La scelta è quindi stata criticata da altre forze politiche, quali il PD.

12 Essendo un partito di raccolta, la SVP ha varie correnti al suo interno, fra cui un’ala sociale più progressista, un’ala legata ad interessi economici ed una corrente più conservatrice espressione del mondo contadino. Con il cosiddetto scandalo Sad, che riguarda tentativi di influenzare una gara pubblica per le concessioni del trasporto pubblico locale, sono emerse profonde lacerazioni all’interno del partito con forti opposizioni nei confronti di Kompatscher.

13 La proposta del PD di candidare Spagnolli ha dovuto superare i passati rancori nei suoi confronti di altri partiti della coalizione, Verdi e Sinistra Italiana e Team K, che hanno ottenuto proprie candidature nei collegi uninominali della Camera. I Verdi, per esempio avevano valutato la proposta di candidare Luigi Spagnolli “come problematica, perché difficilmente in grado di unire tutto l’elettorato di centro-sinistra” (cit. in Gobbato 2022).

14 Il maggior esponente di Fratelli d’Italia in provincia, Alessandro Urzì, è stato candidato (ed eletto) in un collegio plurinominale sicuro in Veneto.

15 Per esempio, la SVP, che in provincia è il partito con più fondi economici a disposizione, ha stanziato 150 mila euro, chiedendo 30 mila euro ai propri candidati che saranno eletti (cfr. Angelucci 2022b).

16 Fra altre tematiche discusse durante la campagna elettorale, come a livello nazionale, la Lega si è focaliz­zata sui temi della immigrazione illegale, della sicurezza, della guerra in Ucraina e gli effetti delle sanzioni, il PD ha enfatizzato il tema dei diritti, Alleanza Verdi e Sinistra hanno parlato di giustizia ambientale e sociale, Azione – Italia viva hanno portato avanti l’agenda del governo Draghi, il M5S ha ribadito la sua attenzione alle categorie fragili, Italexit ha fatto campagna per la riconquista della sovranità economica e monetaria, e Vita ha presentato un programma incentrato sulla libertà di scelta terapeutica, l’abolizione del passaporto sanitario e green pass, così come lo stop al 5G.

17 Per esempio, il settimanale tedesco Stern ha dedicato la copertina del suo numero 39 del 22 settembre 2022 a Giorgia Meloni, definita come postfascista e la donna più pericolosa d’Europa (“Die Gefähr­lichste Frau Europas”).

18 La campagna elettorale si è oltretutto sovrapposta a vari eventi incentrati sul tema dell’autonomia, come la giornata dell’Autonomia in cui si sono celebrati i 50 anni del secondo Statuto di Autonomia e la missione di Kompatscher all’ONU in occasione del trentesimo anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle minoranze in cui si è parlato dell’autonomia altoatesina come esempio di successo per i diritti delle minoranze e per risolvere i conflitti pacificamente.

19 In seguito alla riforma costituzionale del 2001, che ha ridefinito i compiti e poteri di Stato e Regioni, la Corte Costituzionale ha spesso tolto competenze alla Provincia di Bolzano in vari ambiti.

20 Il viaggio di Achammer a Vienna ha suscitato la reazione di Alessandro Urzì, leader locale di FdI, che ha parlato di elementi di destabilizzazione e interferenze estere sul voto democratico italiano. Da ­notare che al tempo stesso alcuni esponenti della SVP, come Michl Ebner, presidente della Camera di commercio, e Meinhard Durnwalder, candidato al Senato nel collegio di Bressanone/Brixen, hanno fatto delle aperture nei confronti del centrodestra.

21 Südtiroler Freiheit è un partito nazionalista di lingua tedesca che ha in agenda l’autodeterminazione dell’Alto Adige. Non ha partecipato alle elezioni politiche.

22 Südtiroler Schützenbund (o più comunemente Schützen) è una organizzazione di origine paramilitare che rivendica le tradizioni locali e il bagaglio storico e culturale (tedesco) dell’Alto Adige.

23 Anche rappresentanti della coalizione di centrosinistra hanno sollevato critiche nei confronti della SVP per presentarsi come unica rappresentante dell’autonomia.

24 Tra i punti principali del pensiero di Meloni, la leader di FdI ha parlato di un’autonomia che deve essere inserita in un quadro di coesione nazionale e che non deve valere solo per il gruppo linguistico tedesco e ladino e/o per un partito (cfr. Meloni 2022; cfr. Bonet 2022).

25 Trascorsi due mesi dalle elezioni politiche, Arno Kompatscher ha annunciato la sua ricandidatura alle elezioni provinciali, dopo che il partito ha introdotto un metodo di scelta dei candidati e delle candidate che garantisce al governatore un nucleo di consiglieri provinciali vicino alle sue posizioni.

26 Dati da: Città di Bolzano, Elezioni politiche 25.09.2022, http://www.comune.bolzano.it/prog/elezioni/pol2022/

27 Dati riguardo a singoli comuni e quartieri di Bolzano disponibili su: Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, Politiche, http://www.prefettura.it/bolzano/elezioni/Elezioni_politiche_
2022_affluenza_e_risultati-14716768.htm; e Città di Bolzano, Elezioni politiche 25.09.2022, http://www.comune.bolzano.it/prog/elezioni/pol2022/

28 Dati riguardo il comune di Merano disponibili su: Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, Politiche, http://www.prefettura.it/bolzano/elezioni/Elezioni_politiche_2022_affluenza_e_risultati-14716768.htm.

29 Così, per esempio, Günther Pallaver (cit. in Alto Adige 2022, 13) e Francesco Palermo (cit. in ­Micheletto 2022, 20).

30 Da notare che Team K non è propriamente un partito interetnico, ma piuttosto aspira ad esserlo, cercando di coinvolgere e appellandosi a tutti i gruppi linguistici. Comunque, tende a prevalere nel gruppo linguistico tedesco e di conseguenza ad avere candidati e rappresentanti politici che appartengono a quel gruppo linguistico.

31 Questo esercizio non si può applicare alla elezione del Senato, poiché nell’ultima elezione le coalizioni di centrodestra e centrosinistra (nel collegio di Bolzano/Bozen) avevano un simbolo comune e non è quindi possibile considerare il peso elettorale dei singoli partiti.

32 Dati da Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, Politiche, http://www.prefettura.it/bolzano/elezioni/Elezioni_politiche_2022_affluenza_e_risultati-14716768.htm

33 Il dato italiano non include la Valle d’Aosta. Dati da: Eligendo, L’Archivio, https://elezionistorico.
interno.gov.it/; e Elezioni politiche 2018 Provincia di Bolzano, Affluenza Camera, https://civis.bz.it/vote/parl2018/kam_li_vg.htm. Vari sondaggi preelettorali avevano previsto un’elevata astensione (cfr. Barberis 2022).
. Vari sondaggi preelettorali avevano previsto un’elevata astensione (cfr. Barberis 2022).

34 Dati da Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, Politiche, http://www.prefettura.it/bolzano/elezioni/Elezioni_politiche_2022_affluenza_e_risultati-14716768.htm

35 Da segnalare che anche in alcuni comuni di altri collegi vi è stata un’affluenza più alta di quella provinciale, come a Chiusa (69,82 per cento). Dati da Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano, Politiche, http://www.prefettura.it/bolzano/elezioni/Elezioni_politiche_2022_affluenza_e_risultati-14716768.htm

36 Il Südtiroler Heimatbund è una organizzazione patriotica locale d’ispirazione indipendentista.

37 La marcia su Bolzano dell’ottobre 1922, in cui gruppi fascisti occuparono il municipio della città e costrinsero alla destituzione del sindaco Julius Perathoner, è considerata la prova generale della marcia su Roma avvenuta poche settimane dopo.

38 Alla scelta della SVP ha probabilmente contribuito anche la nomina come ministro per gli Affari ­regionali e le Autonomie del leghista Roberto Calderoli, sostenitore delle autonomie regionali ed ex presidente della Commissione dei Sei, l’organo che si occupa di elaborare le norme di attuazione dello Statuto di Autonomia del Trentino-Alto Adige.

39 Tra le misure messe in atto in Alto Adige per proteggere la popolazione di lingua tedesca e ladina vi sono la proporzionale, cioè la distribuzione dei posti pubblici e delle risorse tra i gruppi linguistici, italiano, tedesco e ladino, in base alla consistenza dei gruppi e l’insegnamento in madrelingua, implementato con la creazione di tre tipi di scuole (in lingua italiana, in lingua tedesca e scuole bilingui/trilingui nelle valli ladine). Entrambe le misure si basano sul presupposto che in Alto Adige ci siano tre gruppi linguistici distinti.

40 Lo statuto di Autonomia prevede l’uso di toponimi bilingui (trilingui nelle valli ladine). Poiché molti toponimi italiani sono stati introdotti durante il Fascismo e sono quindi malvisti da alcuni, da vari anni si discute della possibilità di prevedere in alcuni casi l’uso dei soli toponimi monolingui tedeschi.

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