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Marco Brunazzo

Le elezioni comunali in Trentino nel 2015:
lo stato di salute dei partiti locali

The 2015 local elections in Trentino: the local parties’ state of health

Abstract This article presents the results of the 2015 municipal elections in Trentino. In the first paragraph, it summarises the electoral law, in the second the main elements of the political offer, and, in the third, the main results. The article looks specifically at the elections held in the most populated municipalities, i.e. those with more than 15,000 inhabitants: Trento, Pergine, Riva del Garda and Rovereto. In its conclusion, the article concentrates on the major challenges that the 2015 municipal elections present for the political dynamics of Trentino Province. More specifically, it concludes that Trentino Province remains characterised by a centre-left political sensibility. However, the 2015 municipal elections show that the centre-left prevalence can be called into question: That year, for the first time ever, abstention has affected the Pd electorate, especially in the city of Trento. This is mainly due to tensions inside the party and inside the majority coalition at the provincial level. In other words, the 2015 municipal elections demonstrate that after a long cycle of victories, centre-left successes can in fact be challenged.

At the same time, the centre-right coalition is not able to use these difficulties to its advantage. The centre-right electorate is still dissatisfied with the nationally oriented characterisation of the political offer and feels the effect of the end of Berlusconismo. Forza Italia has trouble obtaining even 2,000 votes in Trento, while in the other cities it is not even able to present a list of candidates. The only party benefiting from the centre-left struggles is the Northern League.

In this context, the Five Star Movement (M5S) can become an important political interlocutor for the dissatisfied electorate. However, its capacity to build a coalition and influence policy decisions at the provincial and municipal levels is far from proven. It is likely that its success is more closely linked to its non-involvement in the political game than to its relevance in ­policy-making.

1. Introduzione

Il 10 maggio e il 15 novembre 2015 si sono tenute in numerosi comuni del Trentino le elezioni comunali. Si è trattato di un test importante per misurare il consenso dei sindaci uscenti ma, più in generale, per capire il consenso su cui potevano contare i partiti politici provinciali di maggioranza e di opposizione. È sempre difficile trarre da elezioni municipali indicazioni più ampie. Questo è particolarmente vero in Trentino, dove la dimensione dei comuni è molto limitata. Ciononostante, la posta in gioco nelle elezioni comunali trentine va sempre oltre il singolo comune: così ritengono i partiti politici, e così è tentato di ritenere (seppure con gli inevitabili distinguo) lo studioso di cose politiche. In questo articolo si focalizzerà l’attenzione soprattutto (ma non solo) sui comuni maggiori, quelli con più di 15.000 abitanti. Dall’analisi del voto in questi comuni si possono trarre delle indicazioni (sebbene non definitive) dello “stato di salute” dei partiti trentini.

Questo articolo è strutturato in tre paragrafi. Nel primo, vengono presentate le caratteristiche della legge elettorale usata nelle elezioni comunali in Trentino, nel secondo viene illustrata l’offerta politica e, nel terzo, il risultato delle elezioni, con particolare riferimento ai comuni di Trento, Pergine, Riva del Garda e Rovereto. Nelle conclusioni vengono proposte alcune considerazioni generali circa le conseguenze delle elezioni comunali del 2015 sul sistema di partito trentino.

2. Il contesto istituzionale

In Trentino la legge che regola le elezioni comunali promuove l’elezione diretta del sindaco e l’adozione di un modello di governo neo-parlamentare (Ceccanti 2002). In questo il il Trentino è molto simile al resto d’Italia. Seppure non fosse obbligato a farlo (l’ordinamento dei comuni è competenza della regione Trentino-Alto Adige/Sudtirolo), anche in Trentino, infatti, quella legge si ispira alla legge (nazionale) n. 81 del 25 marzo 1993 che ha introdotto l’elezione diretta del sindaco in Italia. In realtà, in Trentino (ma anche a livello nazionale) occorrerebbe parlare di due sistemi elettorali per i comuni. Nel caso i comuni contino fino a 3.000 abitanti, la formula elettorale adottata è di tipo maggioritario. L’elettore trova sulla scheda i simboli delle liste in competizione, a ciascuna delle quali viene abbinato un candidato sindaco: nel momento in cui l’elettore vota per una determinata lista, vota automaticamente per il candidato sindaco ad essa collegato, e viceversa. Il candidato sindaco che ottiene più voti viene eletto primo cittadino, e solo in caso di parità è previsto un turno di ballottaggio. La lista che appoggia il candidato sindaco vincente si aggiudica i due terzi dei seggi del consiglio comunale, mentre il rimanente terzo è attribuito in modo proporzionale tra le restanti liste. Dato che, nei comuni con meno di 3.000 abitanti, i consigli sono formati da 15 consiglieri, la lista collegata al sindaco vincente ottiene dieci seggi, mentre le altre liste si dividono in modo proporzionale (attraverso il metodo d’Hondt) i restanti cinque seggi. Nei comuni con meno di 3.000 abitanti il sindaco presiede il consiglio comunale e nomina anche i componenti della giunta. Gli assessori non possono essere più di quattro e due di loro possono essere scelti esternamente al consiglio.

Nei comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti, l’elezione del consiglio comunale avviene utilizzando una formula proporzionale corretta con l’attribuzione di un premio di maggioranza. Un candidato sindaco può essere sostenuto da una o più liste. Di conseguenza, l’elettore ha due scelte di voto: può votare per un candidato sindaco e per una lista a lui collegata oppure può votare per un candidato sindaco senza votare una lista. Il candidato sindaco che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi è proclamato sindaco. Nel caso in cui la soglia non sia raggiunta, i due candidati più votati procedono ad un ballottaggio che si tiene, di regola, due settimane dopo il primo turno di voto. In questo periodo di tempo, le liste collegate a candidati non ammessi al ballottaggio possono dichiarare l’“apparentamento” con uno dei due candidati rimasti in lizza. È quindi eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Alla lista o alle liste collegate al candidato vincente (che ottengono almeno il 40 per cento del totale dei voti espressi) è assegnato almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio. I restanti seggi sono attribuiti tramite il metodo proporzionale d’Hondt tra le restanti liste.

Nei comuni maggiori, il sindaco presiede la giunta (ma non il consiglio), che è formata da un numero di assessori pari a sei nei comuni con popolazione compresa tra 3.000 e 10.000 abitanti, da un numero non superiore a otto nei comuni con popolazione compresa tra 10.000 e 100.000 abitanti, e da un numero non superiore a dieci per gli altri comuni e per il capoluogo di provincia. Anche in questo caso, il sindaco può nominare degli assessori esterni in numero non superiore alla metà dei componenti della giunta. Nei comuni con più di 13.000 abitanti è prevista l’incompatibilità tra le cariche di assessore e consigliere.

Per quanto riguarda la parità di genere, l’art. 3 della legge regionale 5 febbraio 2013 n. 1 ha stabilito che “[l]a giunta comunale deve essere composta da rappresentanti di entrambi i generi” e che “[l]a rappresentanza del genere meno rappresentato deve essere garantita almeno proporzionalmente alla sua consistenza in consiglio comunale” eventualmente coinvolgendo un assessore non facente parte del consiglio. Tale norma ha sollevato grandi perplessità tra i sindaci dei comuni minori, ma nessuno di essi (contrariamente a quanto avvenuto in Alto Adige) ha mai presentato ricorso al TAR.

Come si può notare, ci sono alcune differenze tra la legge nazionale e quella trentina (cfr. Vassallo 2001, 726). La prima è la soglia di popolosità dei comuni a cui si applicano i due sistemi elettorali. La legge italiana è molto più restrittiva, prevedendo la formula proporzionale con premio di maggioranza per i comuni sopra i 15.000 abitanti. In Trentino come si vedrà, solo quattro comuni rispettano questo criterio. Di qui l’esigenza del legislatore di definire una soglia più bassa. In secondo luogo, la legge trentina non prevede il cosiddetto voto disgiunto, ovvero l’attribuzione da parte dell’elettore di un voto al sindaco e, contemporaneamente, ad una lista che non lo sostiene. Può sembrare una questione di poco conto. In realtà, la fusione del voto cambia il rapporto tra candidato sindaco e liste collegate in modo significativo (Chiaramonte 1998). In terzo luogo, anche in Trentino i sindaci e i consigli restano in carica cinque anni ma se gli organi comunali decadono per cause diverse dalla normale scadenza del mandato, quello subentranti rimangono in carica per il periodo di completamento del quinquennio. Questo è il motivo per cui si è proceduto al rinnovo degli organi comunali nel Comune di Pergine sebbene in questo comune il sindaco fosse in carica (a seguito di regolari elezioni) solamente dal 2013. Inoltre, qualora il rinnovo degli organi comunali avvenga nell’anno precedente la normale scadenza del quinquennio, questi restano in carica fino alla scadenza prevista per il rinnovo di tutti i comuni della regione. Questo è il motivo per cui gli organi del Comune di Trento sono stati in carica per ben sei anni (dal 2009) in luogo dei cinque previsti.

Nonostante questi discrasie, la legge regionale del 1994 ha favorito la stabilità e la governabilità dei comuni allo stesso modo in cui la legge del 1993 ha favorito la stabilità e la governabilità dei comuni italiani. Il sindaco dispone ora del sostegno di una maggioranza chiara che gli permette di realizzare il suo programma di governo, rendendolo al contempo più accountable di fronte ai suoi elettori: la sua azione è ora più trasparente e, quindi, “sanzionabile” dagli elettori nelle elezioni successive. Questo è vero anche in un contesto fortemente articolato come quello trentino, in cui la Provincia autonoma di Trento è composta da 217 comuni, di cui solo 29 hanno una popolazione superiore ai 3.000 abitanti.

Tab. 1: Distribuzione dei comuni e della popolazione residente per classe di ampiezza ­demografica (2011)

Classe dimensionale

Numero comuni

Popolazione residente

0-500

44

14.069

501-1.000

61

43.442

1.001-2.000

63

88.669

2.001-3.000

20

50.447

3.001-4.000

10

34.787

4.001-5.000

5

22.795

5.001-10.000

9

65.516

10.001-50.000

4

90.909

50.001-100.000

oltre 100.000

1

114.198

Totale

217

524.832

Fonte: Istat - ISPAT, Istituto di statistica della Provincia di Trento

Dal 2011, lo storico frazionamento dei comuni trentini va piano piano diminuendo. Ai sensi dell’articolo 8 della legge regionale 21 ottobre 1963, n. 29 nel 2009 è stato istituito il Comune di Ledro mediante la fusione dei Comuni di Molina di Ledro, Pieve di Ledro, Concei, Bezzecca, Tiarno di Sotto e Tiarno di Sopra, che hanno ­costituito l’Unione dei Comuni della Valle di Ledro. Nel 2010 il Comune di Bleggio Inferiore e quello di Lomaso hanno dato origine al nuovo Comune di Comano Terme. Nel 2014 i Comuni di Coredo, Smarano, Taio, Tres e Vervò hanno dato vita al ­Comune di Predaia, i Comuni di Dorsino e San Lorenzo in Banale hanno fondato il Comune di San Lorenzo Dorsino, i Comuni di Bersone, Daone e Praso hanno in­augurato il Comune di Valdaone, Dimaro e Folgarida si sono unite nel Comune di Dimaro-­Folgarida e Pieve di Bono e Prezzo hanno fatto nascere il Comune di Pieve di Bono-­Prezzo.

Nel maggio 2015, le elezioni comunali non si sono tenute in tutti quei comuni che avevano programmato altre fusioni. In quei comuni (Albiano, Bocenago, Caderzone Terme, Castelfondo, Castello Tesino, Cinte Tesino, Faedo, Fornace, Lona-­Lases, Pieve Tesino e Strembo) in cui gli elettori hanno bocciato le fusioni si è andati al voto per l’elezione dei (vecchi) organi comunali il 15 novembre 2015. A questi va aggiunto il Comune di Civezzano.

3. L’offerta politica

La frammentazione dei comuni trentini è stata in passato considerata disfunzionale per una buona gestione della cosa pubblica con pesanti ricadute economiche. Per questo, nel 2006 sono state create le Comunità di valle, che sostituiscono il sistema comprensoriale ridisegnando i rapporti tra la Provincia e i comuni. Allo stesso tempo, le limitate dimensioni sono state identificate come una delle cause della riduzione dell’offerta elettorale, con un numero crescente di comuni in cui si presentava una sola lista di candidati (Brunazzo 2008, 2009 e 2011). Anche nel 2015, questi comuni erano 43. Chiaramente, questo è meno vero nei comuni con più di 3.000 abitanti a dimostrazione che il combinato disposto del sistema elettorale utilizzato e la rilevanza della posta in gioco favoriscono il dispiegamento di una competizione maggiore.

Nel 2015, l’offerta politica nei comuni con più di 3.000 abitanti registra qualche piccolo cambiamento rispetto alle elezioni precedenti (tab. 2). Il numero dei candidati sindaco e delle liste presentate si è generalmente contratto, ma, sempre in generale, non in maniera proporzionale. Ciò ha fato sì che sia di fatto aumentato il numero medio di liste a sostegno dello stesso candidato sindaco. Ciò è spesso il frutto di fattori locali, di una divisione registrata in alcuni comuni della coalizione del centrosinistra autonomista e della difficoltà incontrata da alcuni partiti del centrodestra (in particolare Forza Italia) nel presentare sue proprie liste.

Considerata la natura della competizione e la presenza di numerose liste civiche (spesso nate esplicitamente a sostegno di candidati sindaci), un’analisi complessiva dei risultati in termini tradizionali (vittoria del centrosinistra o centrodestra) è difficile se non impossibile. Per questo, uno sguardo più attento ai quattro comuni con più di 15.000 abitanti può fornire utili indicazioni circa la riformulazione dell’offerta politica (Paparo 2015a). A Trento, Riva del Garda, Rovereto e Pergine Valsugana i sindaci uscenti erano tutti ricandidati. A Trento Alessandro Andreatta, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra contenente Pd, Patt, Verdi e una lista unitaria di Upt e Idv e chiamata Cantiere civico democratico, ha visto in Claudio Cia, sostenuto da FI, Lega e FdI, il più credibile avversario. Gli altri candidati erano Paolo Negroni, candidato del M5s, Antonia Romano, sostenuta da Sel, e Paolo Primon, sostenuto da una lista civica.

A Riva del Garda l’incumbent Adalberto Mosaner (sostenuto da una coalizione formata da Pd, Upt, Patt e una lista unitaria di Verdi, Sel e Prc) ha dovuto scontrarsi con Stefano Santorum, sostenuto da FI Lega e tre liste civiche, Flavio Antonio Prada del M5s e Franca Bazzanella, sostenuta da due altre liste civiche. A Rovereto, il sindaco uscente di centrosinistra Andrea Miorandi ha avuto tre sfidanti: Paolo Vergano del M5s, Marco Zenatti (Lega, FdI e una lista civica) e Francesco Valduga, appoggiato da una parte del centrosinistra e da altre liste civiche. Infine a Pergine Valsugana Roberto Oss Emer si è ripresentato con il sostegno di una coalizione di liste civiche a cui si sono contrapposti i il candidato del centrosinistra Stefano Tomaselli (appoggiato da Pd, Upt, Patt, Psi, Verdi e una lista civica), e la candidata leghista Donata Soppelsa.

Il Pd, l’Upt e il Patt, i partiti principali della coalizione di centrosinistra autonomista che governa la Provincia autonoma, si sono presentati compatti in tutti i principali comuni, sebbene abbiano in qualche caso conosciuto delle defezioni interne e siano stati sfidati alla loro sinistra da Verdi, Sel e Prc. Per quanto riguarda il centrodestra, va notato come FI non sia presente né a Rovereto né a Pergine, confermando così le difficoltà di radicamento territoriale del partito di Silvio Berlusconi (Brunazzo 2014). La Lega, dal canto suo, è presente in tutti i comuni maggiori, diventando di fatto il partito alternativo alla coalizione del centrosinistra autonomista. Infine, il M5s presenta sempre un suo candidato ma in una corsa solitaria. La competizione tripolare (centrosinistra, centrodestra e M5s) ha costituito un banco di prova significativo per la tenuta del centrosinistra autonomista, soprattutto per il Pd, uscito trionfante delle elezioni europee della tarda primavera 2014.

4. I risultati delle elezioni

Prima di analizzare nel dettaglio i risultati delle elezioni, vale la pena fare un veloce richiamo ai dati relativi alla partecipazione. Essa è generalmente calata, mediamente tra il 6 e 7 per cento. Nei comuni con più di 15.000 abitanti il calo è stato ancora più pronunciato. A Trento, in particolare, la partecipazione non ha raggiunto il 55 per cento (54,75 %), un dato molto basso e in continua e sostanziale caduta, se solo si pensa che all’amministrative del 2009 aveva votato il 60,12 per cento e nel 2005 il 70,16 per cento. Anche a Rovereto, dove i votanti al primo turno sono stati il 62,74 degli aventi diritto, l’astensione cresce del 5 per cento circa rispetto alle elezioni comunali precedenti. A Riva del Garda l’astensione è cresciuta in un modo meno marcato che a Trento e a Rovereto: rispetto alle elezioni del 2010, essa è cresciuta di poco meno di tre punti percentuali, attestandosi al 62,74 per cento. La partecipazione è, invece, cresciuta a Pergine, seppure di poco: 64,45 per cento nel 2015 contro il 63,71 per cento nel 2013.

Anche nell’analisi dei risultati elettorali ci si concentrerà sui comuni maggiori. È soprattutto guardando a questi casi, infatti, che si possono identificare (se vi sono) delle tendenze utili a capire eventuali cambiamenti negli equilibri della politica trentina. A Trento, il sindaco uscente Alessandro Andreatta si è confermato al primo turno ma “senza entusiasmo” (Giovannini 2015), dato che perde in termini percentuali circa l’8 per cento del sostegno rispetto al 2009 (il che corrisponde, in termini assoluti, a oltre 7.000 voti in meno) (tab. 3).

Tab. 3: I risultati delle elezioni comunali 2015 a Trento

Candidato sindaco

Voti

%

Liste

Voti

%

Seggi

Alessandro Andreatta

26.440

53,71

Pd

13.667

29,6

14

Cantiere civico democratico

5.580

12,1

5

Patt

4.508

9,8

4

Verdi

1.319

2,9

1

Claudio Cia

15.272

31,02

Ln

6.033

13,1

6

Civica trentina

3.279

7,1

3

FI

1.963

4,2

1

Progetto Trentino

1.765

3,8

1

FdI

799

1,7

-

Paolo Negroni

4.122

8,37

M5s

4.017

8,7

3

Iolanda Romano

2.229

4,53

L’Altra Trento a sinistra

2.159

4,7

1

Paolo Primon

1.164

2,36

Popoli liberi

1.111

2,4

-

Fonte: Elaborazione dell’autore su dati disponibili all’indirizzo www.regione.taa.it/Elettorale/Comunali.aspx

Nella coalizione del centrosinistra, però, cambiano gli equilibri. Pur confermandosi primo partito, nel Pd trentino continua la lenta ma inesorabile emorragia di consensi (circa 800 voti in meno, ma nel 2015 sono entrati a far parte del Pd anche i socialisti con un peso elettorale stimabile attorno al 3 per cento). Chi ne approfitta è il Patt, che raddoppia i suoi consensi passando da 2.290 voti nel 2009 a 4.508 nel 2015. Si tratta di un risultato di tutto rispetto per un partito tradizionalmente più forte nei territori periferici che nei centri urbani. Il Cantiere civico democratico voluto da Lorenzo Dellai, invece, perde circa 2.700 voti rispetto al risultato ottenuto dall’Upt nel 2009, ma questo è stato visto come un risultato di successo considerato il risultato ottenuto nel Comune di Trento in occasione delle elezioni provinciali del 2013 (4.911 voti, 9,68 per cento dei consensi). Sul versante di centrodestra, la Ln raddoppia i suoi consensi, crescendo dai 3.777 voti (7,78 %) del 2009 ai 6.033 (13,1 %) del 2015. Un ulteriore ridimensionamento lo conosce invece FI che tocca il suo minimo storico: meno di 2.000 voti assoluti. Entrano per la prima volta in consiglio comunale, invece, i grillini del M5s i cui consensi sono in leggera salita (più 300 voti assoluti) rispetto alle elezioni provinciali del 2013.

Anche a Pergine, si conferma il sindaco uscente Oss Emer, sostenuto da una coalizione di liste civiche in crescita rispetto alle elezioni del 2013 (tab. 4). Anche a Pergine, il Pd perde consensi (circa 100 voti assoluti) e viene incalzato dal Patt (il cui consenso cresce, anche se in modo limitato, rispetto al 2013). Nel complesso, il candidato del centrosinistra autonomista fatica a raggiungere il 40 per cento dei consensi. Anche in questo comune dell’Alta Valsugana, la Ln si afferma come primo (e unico) partito del centrodestra (Orfano 2015).

Tab. 4: I risultati delle elezioni comunali 2015 a Pergine Valsugana

Candidato sindaco

Voti

%

Liste

Voti

%

Seggi

Roberto Oss Emer

5.770

54,0

Civica per Pergine

1.905

19,0

6

Patto per Pergine

1.017

10,1

3

Pergine città

947

9,4

2

Prospettiva futura

853

8,5

2

Pergiovane

561

5,6

1

Stefano Tomaselli

4.230

39,6

Pd

1.221

12,2

2

Patt

1.112

11,1

2

Upt

977

9,7

2

Verdi

344

3,4

-

Psi

252

2,5

-

Pergine sostenibile

160

1,6

-

Donata Soppelsa

695

6,5

Ln

679

6,8

1

Fonte: Elaborazione dell’autore su dati disponibili all’indirizzo www.regione.taa.it/Elettorale/Comunali.aspx

A Riva del Garda, il sindaco uscente Mosaner viene riconfermato al primo turno, sfiorando i due terzi dei consensi (Pagliuca 2015). Il suo antagonista che raggiunge il miglior risultato, il candidato del centrodestra Santorum, ottiene appena il 20 per cento dei voti. A Riva del Garda, il Pd cresce rispetto al 2010 (poco meno di 400 voti), ma il Patt cresce molto di più triplicando il consenso ottenuto nel 2010 (più 961 voti assoluti). Anche qui, FI tracolla, faticando a raggiungere il 5 per cento dei voti (tab. 5).

Tuttavia, è a Rovereto che si registrano i risultati più interessanti. Il sindaco uscente Miorandi non solo non è riuscito a confermarsi al primo turno, ma è stato sconfitto al secondo dal candidato centrista Valduga (tab. 6). È probabile che Miorandi abbia pagato una qualche incertezza della sua azione di governo della ­città. Certamente, ha risentito molto della polemica circa la sua ricandidatura che ha portato il segretario provinciale del Pd nonché assessore della sua giunta Giulia ­Robol a dichiarare la sua disponibilità a correre per il posto di primo cittadino al posto del sindaco uscente. Insomma, anche a Rovereto, il Pd perde consensi (circa 200) ma, soprattutto, perde un suo sindaco (Bert 2015).

Tab. 5: I risultati delle elezioni comunali 2015 a Riva del Garda

Candidato sindaco

Voti

%

Liste

Voti

%

Seggi

Adalberto Mosaner

4.638

63,3

Pd

1.797

25,9

6

Patt

1.442

20,7

5

Upt

784

11,3

2

Riva Bene Comune – Verdi e sinistra

401

5,8

1

Stefano ­Santorum

1.488

20,3

Ln

719

10,3

3

FI

326

4,7

1

Rivanità

203

2,9

Oltre per Santorum

141

2,0

Rinnovamento

48

0,7

Flavio A. Prada

719

9,8

M5s

675

9.7

2

Franca ­Bazzanella

482

6,6

L’Altra Riva

300

4,3

1

Laboratorio Civico

116

1,7

Fonte: Elaborazione dell’autore su dati disponibili all’indirizzo www.regione.taa.it/Elettorale/Comunali.aspx

Tab. 6: I risultati delle elezioni comunali 2015 a Rovereto. Primo turno

Candidato sindaco

Voti

%

Liste

Voti

%

Seggi*

Francesco Valduga

7.021

38,4

Civici per Valduga

3.098

18,5

11

Rovereto al Centro

1.014

6,1

3

Verdi

778

4,7

2

Popolari per Rovereto

730

4,4

2

Rovereto libera con Valduga

674

4,0

2

Andrea Miorandi

6.488

35,5

Pd

3.586

21,5

5

Patt

750

4,5

1

Upt

637

3,8

1

Rovereto Bene Comune

521

3,1

Area di Centro con Miorandi

279

1,7

Rovereto merita

200

1,2

Marco Zenatti

3.420

18,7

Ln

1.806

10,8

2

FdI

743

4,4

1

Progetto Rovereto Città

568

3,4

Paolo Vergnano

1.366

7,5

M5s

1.335

8,0

1

Nota: * i seggi son stati assegnati dopo il secondo turno, tenutosi il 24 maggio 2015.

Fonte: Elaborazione dell’autore su dati disponibili all’indirizzo www.regione.taa.it/Elettorale/Comunali.aspx

5. Conclusioni

Guardando all’esito del voto dei principali comuni del Trentino si può giungere ad una serie di conclusioni. La prima è che quelle del maggio 2015 sono state “elezioni agrodolci” per il centrosinistra autonomista. La conferma di Alessandro Andreatta a sindaco di Trento o quella di Adalberto Mosaner a Riva del Garda sono un risultato importante per il centrosinistra. Tuttavia, a Rovereto il sindaco uscente Andrea Miorandi è stato costretto al ballottaggio e a Pergine il candidato del centrosinistra Stefano Tomaselli è rimasto a circa 15 punti percentuali dal candidato vincitore. I numeri assoluti ottenuti dai singoli candidati sono addirittura più interessanti. A Trento, Alessandro Andreatta perde circa 7.000 voti rispetto alle elezioni municipali del 2009. A Riva del Garda, Adalberto Mosaner guadagna solo 81 voti in più rispetto a quelli conseguiti al primo turno delle elezioni del 2010. A Rovereto, il numero di elettori di Andrea Miorandi non è cresciuto in modo rilevante (solo 227 elettori in più su 30.028 aventi diritto).

Anche un veloce sguardo ai voti assoluti delle singole liste elettorali rivela andamenti interessanti. A Trento, il Pd perde circa 800 voti, il Patt ne guadagna circa 2.200 (ma ne perde circa 1.000 rispetto alle elezioni provinciali del 2013), il Cantiere civico democratico perde circa 2.700 voti rispetto al risultato conseguito dall’Upt nel 2009. Negli altri comuni di grandi dimensioni, il Pd conferma, in genere, i risultati delle elezioni comunali precedenti, così come fa il Patt (che, tuttavia, cresce un po’ ovunque). L’Upt, invece, subisce un ridimensionamento. È probabile che gli elettori di centrosinistra abbiano questa volta contribuito alla crescita dell’astensionismo. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a una rilevante novità, dato che l’astensionismo, fino ad ora, ha colpito soprattutto il centrodestra.

Insomma, le polemiche interne al Pd, la ridefinizione degli equilibri nel centrosinistra autonomista, gli scontri che hanno caratterizzato l’azione del governo provinciale dal 2013 sono tutti elementi che indeboliscono i partiti che hanno guidato il Trentino e i maggiori centri urbani negli ultimi quindici anni. Ci sarebbe quindi spazio per una riacquisizione di consensi da parte dell’opposizione. Tuttavia se il centrosinistra non se la passa bene, il centrodestra non se la passa meglio. A parte la Ln, il cui consenso cresce in modo abbastanza generalizzato, a Trento FI fatica a raggiungere i 2.000 voti (e ne perde quasi 4.000 rispetto a quelli del Pdl del 2009) e negli altri grandi comuni nemmeno si presenta con il suo simbolo. Il mancato radicamento territoriale in Trentino del partito di Berlusconi, insomma, pare accelerare la crisi che FI sta conoscendo a livello nazionale.

Chi potrebbe approfittare di queste incertezze è il M5s. A Trento, Rovereto e Riva del Garda il M5s prende tra l’8 e il 9 per cento dei voti, attestandosi sugli stessi valori delle elezioni provinciali del 2013, le prime a cui si è mai presentato. La sua influenza sulle scelte dei governo provinciale e dei governi delle città è tutta da verificare, ma proprio in questa sua estraneità alle decisioni politiche potrebbe risiedere la spiegazione del suo consolidamento.

Riferimenti bibliografici

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Lista degli acronimi

Sigla

Nome esteso

Psi

Partito socialista italiano

FdI

Fratelli d’Italia

FI

Forza Italia

Ln

Lega nord

M5s

Movimento 5 Stelle

Patt

Partito autonomista trentino-tirolese

Pdl

Popolo della libertà

Pd

Partito democratico

Pt

Progetto Trentino

Sel

Sinistra e libertà

Upt

Unione per il Trentino

Tab. 2: L’offerta politica nei comuni con più di 3.000 abitanti in cui si è votato il 10 maggio 2015 e il 15 novembre 2015 e nelle ultime elezioni precedenti

Comune

Elezioni precedenti

Elezioni 10 maggio 2015

Numero candidati sindaco

Numero liste presentate

Numero candidati sindaco

Numero liste presentate

Ala

7

12

4

10

Aldeno

3

3

3

4

Avio

3

9

2

8

Baselga di Pinè

5

8

3

6

Borgo Valsugana

5

10

3

7

Brentonico

3

6

3

7

Caldonazzo

2

2

2

3

Cavalese

2

10

3

9

Civezzano

2

3

3

4

Cles

5

11

4

8

Dro

4

7

3

6

Folgaria

2

2

4

5

Lavis

4

8

4

6

Ledro

5

9

4

6

Mezzolombardo

6

10

3

9

Mori

5

11

4

8

Pergine Valsugana

7

13

3

12

Pinzolo

4

6

2

6

Predaia

-

-

2

4

Predazzo

5

10

1

2

Riva del Garda

6

14

4

12

Rovereto

8

15

4

15

Storo

4

10

3

5

Tione di Trento

3

7

3

5

Trento

8

16

5

12

Volano

2

2

2

3

Fonte: Elaborazione dell’autore su dati disponibili all’indirizzo www.regione.taa.it/Elettorale/Comunali.aspx